14/12/2009
12.20
Continua senza sosta l’azione dei NAS a garanzia delle eccellenze agroalimentari italiane, fiore all’occhiello del patrimonio culturale nazionale, tesa a tutelare sia i consumatori che le aziende che operano in maniera corretta.
Dopo il recente sequestro di 323.000 bottiglie di Aceto Balsamico di Modena IGP da parte dai Carabinieri del NAS di Parma altre 3 importanti operazioni di servizio sono state condotte a termine, sottraendo al consumo diverse tonnellate di prodotti tutelati irregolari.
In particolare, l’utilizzo improprio dell’Indicazione Geografica Protetta “Aceto Balsamico di Modena” è alla base del sequestro di 6.600 bottiglie da 250 ml di condimento alimentare, operato presso un deposito della provincia modenese, che etichettava il prodotto apponendovi la denominazione protetta senza aver mai richiesto la prescritta autorizzazione. Il titolare del deposito, un 50enne modenese, è stato segnalato alla competente autorità sanitaria.
Il prodotto potrà essere nuovamente posto in commercio – previo provvedimento di dissequestro – condizionato al rifacimento delle etichette sulle quali non dovrà più comparire il riferimento all’IGP nonché l’indicazione “Aceto Balsamico di Modena” e solo a seguito di preventiva verifica da parte dei militari del N.A.S. circa l’avvenuta rietichettatura di tutte le bottigliette. Il valore commerciale del prodotto in sequestro si aggira intorno ai 160.000,00 euro.
E’ invece di 3 tonnellate e ½ circa il quantitativo di formaggio grattugiato confezionato sottoposto a sequestro penale dai militari in un caseificio della provincia di Parma; in questo caso, il sequestro è scattato in quanto il prodotto caseario, ottenuto dalla grattugia di scarti di lavorazione sottoposti ad essiccazione, veniva etichettato come “miscela di grana padano e parmigiano reggiano” la cui denominazione di origine è estesa alla tipologia “grattugiato” solo se ottenuta esclusivamente da formaggio intero avente diritto a tale denominazione e confezionati senza alcun trattamento atto a modificarne le caratteristiche organolettiche e la conservabilità.
Il titolare del caseificio è stato indagato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma poiché ritenuto responsabile di frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Il valore commerciale di quanto in sequestro si aggira intorno ai 30.000,00 euro.
Altri scarti di formaggi a pasta dura sono stati infine sottoposti a sequestro cautelativo sanitario, ai sensi del D.P.R.327/1980, dai militari del N.A.S. di Parma, intervenuti unitamente a personale dell’A.U.S.L. di Piacenza – Unità Operativa Igiene Alimenti Origine Animale – in un deposito frigorifero della provincia di Piacenza, dove sono state individuate 10 tonnellate circa di prodotti anonimi e privi di rintracciabilità, pertanto suscettibili di utilizzo nel circuito della contraffazione di alimenti tutelati.
Il legale rappresentante della ditta è stato segnalato alla competente autorità sanitaria per non aver posto in essere idoneo sistema di rintracciabilità degli alimenti. Il valore commerciale del prodotto oggetto del sequestro si aggira intorno ai 30.000,00 euro.