Paola Donati, direttrice della Fondazione Teatro Due e docente Universitaria scende in campo e si candida alle prossime elezioni regionali nella Lista Civici per De Pascale.
Perché dopo tanti di lavoro in teatro e all’Università, ha deciso di entrare in politica e candidarsi alle elezioni regionali con la Lista Civici con De Pascale?
La nostra, in realtà, è una lista di civici che si è formata, perché il candidato presidente Michele De Pascale, ha espresso la volontà di aprire un cantiere permanente di interlocuzione con gli operatori, in tutta la regione, partendo dai capoluoghi.
Gli ambiti sono diversi naturalmente, ci sono professionisti di tanti settori differenti.
In ambito culturale, vorrebbe mettere in campo un forum tra gli assessori alla Cultura che possa aprire un dialogo non solo sulle esigenze, ma anche rilanciare il sistema.
Sistema che è già abbastanza forte e va detto che molte innovazioni e modelli sono nati nella nostra città, non penso solo a Teatro Due ma anche, per esempio, all’Orchestra Toscanini, nata decenni fa grazie a un assessore alla Cultura del Comune di Parma.
L’idea è quindi di mettersi in ascolto e pensare a cosa si può migliorare. Perché purtroppo, come sappiamo, per costruire ci vuole tantissimo tempo e per distruggere basta un niente.
INTERVISTA – Saba Giovannacci (Prospettiva): “Condividiamo l’approccio civico e pragmatico della lista di De Pascale”
La Regione Emilia-Romagna è una città ricca, anche dal punto di vista culturale, ha tante anime, ogni città ha vocazioni diverse che ruolo immagina per Parma?
Parma è un’unicità non è Bologna-centrica da questo punto di vista. La nostra città può essere un nuovo laboratorio di idee in grado di rigenerare il sistema.
Credo che, dal punto di vista dei bisogni, siamo in periodo di forte cambiamento.
I luoghi della cultura, i cinema, i teatri, le biblioteche, musei e gallerie dovrebbero avere un approccio, all’interno della regione, di messa in rete, per favorire un’accessibilità più leggibile dal punto di vista del progetto generale. Parma ha le carte per dare idee, perché ha una certa visione. È necessario però che gli operatori non pensino soltanto al proprio segmento, ma che si mettano in una logica di “politica culturale”.
In generale la cultura si trova sempre a lottare per avere più fondi. Le disponibilità economiche sono poche, cosa si può fare per invertire questa tendenza?
Alcuni strumenti ci sono, ma purtroppo non sono sufficientemente adottati. Abbiamo per esempio l’Art bonus che è un meccanismo molto sano. Si potrebbe anche pensare a una ulteriore politica di defiscalizzazione, cercare di avere un approccio di sostegno, anche nel rapporto con i privati, in una condivisione di intenti. Questo è un territorio ricco di imprenditoria di altissimo livello, la cultura del territorio deve integrare certi valori e dare spazio allo spirito critico. Non può essere solo “consumo”. In questo senso, serie riflessioni vanno fatte anche rispetto al turismo.
Quello culturale è importantissimo, ma bisogna fare in modo che non diventi un boomerang, creando situazioni difficilmente gestibili per le città d’arte.
Non bisogna immaginarsi che tutto avvenga nell’immediatezza, bisogna avere una visione a lungo termine, almeno nei fondamentali.
Pensiamo ai giovani e all’ambito lavorativo, c’è spazio, ci sono possibilità? Quale è la situazione nella nostra città?
Tra Parma e provincia sono circa 4.000 le persone che lavorano in ambito culturale. È uno spazio consistente. Credo che Parma possa, attraverso l’Università e le istituzioni che ci sono, contribuire a formare alti profili in ambito culturale. Se guardiamo al teatro troviamo figure di “alto artigianato”, ma purtroppo sono competenze che in Italia si stanno un po’ perdendo. I giovani non sono numeri, sono persone, dare loro responsabilità e opportunità è fondamentale, dobbiamo poter passare il testimone.
Tatiana Cogo