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29/07/2010
Nella seduta di ieri, con 329 sì e 275 no, l’aula della Camera ha approvato la fiducia al governo sulla manovra di correzione dei conti per il 2011 e il 2012. Sul decreto da circa 25 miliardi di euro l’esecutivo ha già incassato la fiducia di palazzo Madama.
Il via libera definitivo di Montecitorio è atteso per giovedì dopo l’esame degli ordini del giorno.
Onorevole, cosa non vi convince la manovra economica del Governo appena votata?
Non ci convince perchè da una parte insegue le strade di questi anni sul risanamento che sono strade che portano a rincorrere continuamente problemi sul versante dei conti pubblici.
E poi perchè è una manovra basata solo su tagli, non c’è nulla per la crescita, e questo è il problema più rilevante del nostro Paese che è quello cresciuto meno negli ultimi dieci anni, ha avuto il doppio della riduzione degli altri Paesi europei di produzione di ricchezza e sta crescendo più lentamente.
Senza contare che ci sono problemi enormi sul versante occupazionale.
Quindi?
Se non si interviene con una manovra che insieme faccia risanamento e aiuti la crescita noi ci ritroveremo fra un po’ di nuovo da capo.
In più il carico è certamente distribuito in modo iniquo: gran parte dei tagli è su enti locali, Regioni, Comuni e Province: su circa 14 miliardi di tagli, a regime nel 2012 quando la manovra arriva a circa 25 miliardi ne troviamo 8,5 su enti locali più altri due sulla sanità quindi oltre dieci milioni di tagli vanno in quella direzione.
E inoltre sono distribuiti in modo iniquo sul piano sociale. I più colpiti sono i ceti medio bassi, chi ha di più non paga niente.
Quali sono le vostre alternative?
Sul piano fiscale, cominciare a colpire le rendite finanziarie con l’allineamento delle aliquote dal 12,5 al 20% esclusi i Bot, che sono quelli detenuti dalle fasce più deboli come gli anziani.
Poi si può intervenire sul versante degli immobili che hanno visto un regalo enorme per i ceti più ricchi con l’abolizione dell’Ici prima casa del 2008. E ancora proponiamo di mettere all’asta anche le frequenze che si liberano sul digitale terrestre perchè anche in quel campo non si può pensare che tutto venga dato gratis ma ci sono interessi importanti che possono contribuire al risanamento del Paese.
A cosa può servire questo?
Questo può permettere di ridurre il carico su altri soggetti e anche di mettere a disposizione delle risorse per investire nella crescita. Ad esempio per l’economia verde e quindi detrazioni fiscali, o il lavoro dipendente e i pensionati: insomma favorire il fatto che chi ha meno possa avere qualcosa in più per rilanciare i consumi che si sono fortemente ridimensionati.
Cosa ha fatto il Governo Prodi?
I primi anni sono stati di sostegno alla Finanziaria del Governo Prodi che, considerato il decennio che abbiamo alle spalle, è stata quella in cui si è riuscito davvero a fare risanamento e anche a favorire la crescita. Sono stati gli unici anni in cui si è andato oltre la crescita zero e anche con manovre che cominciavano a introdurre elementi di maggiore equità e riduzione delle disuguaglianze.
Per esempio?
Penso per quanto riguarda i precari a una linea che tendeva a fare in modo che il costo per le imprese tra lavoro flessibile e lavoro stabile si riducesse a favore del lavoro stabile nel senso che oggi costa di più per le imprese il lavoro stabile e ci sono più diritti per i lavoratori. Quindi le aziende sono indirizzate ad andare nell’altra direzione.
Un avvicinamento in questo senso e anzi arrivare al punto come obiettivo che il lavoro flessibile costi di più servirebbe perché il lavoro flessibile venga utilizzato solo quando c’è un problema di organizzazione aziendale vero, non per sostituire mansioni che si possono fare con contratti a tempo indeterminato.
E in questi due anni cosa ha fatto il Pd?
Abbiamo lavorato contro manovre che ritenevamo sbagliate e che ora si rivelano tali.
Dopo che ci hanno detto che tutto era a posto, che non c’era bisogno di alcuna manovra aggiuntiva di nulla siamo arrivati a una manovra di 25 miliardi in due anni.
Per tre anni non si vota. Cosa deve fare il Pd?
Non sarei così sicuro, perché vedo che la maggioranza sta insieme col nastro adesivo su molti temi.
Molte volte quando si arriva in aula, nonostante abbia una larga maggioranza, il Governo va sotto.
Però, detto questo, partiamo dal presupposto che si voti con le scadenze regolari e quindi il Pd deve lavorare per definire meglio il suo profilo; l’ha cominciato a fare con la scorsa assemblea nazionale. E partendo da qui cercare di riconquistare fiducia e consenso e allargare le alleanze per costruire un’alternativa credibile al centro destra.
Allargare le alleanze in quale direzione?
In tutte le direzioni delle forze che ora sono all’opposizione.