Lavagetto-Bonaccini, inevitabile follia (di Andrea Marsiletti)

Monte Tabor, Galilea (Isreale)

“È inevitabile oramai
come uno sbaglio di corsia
questo groviglio fra di noi
questa tua bocca sulla mia
e le tue mani su di me
sulle mie mani su di te
molto probabile che sia
inevitabile follia.
Fammi entrare nel tuo labirinto
voglio perdermi dentro di te
siamo due calamite viventi
tutto il resto del mondo non c’è.”

Era il 1988 quando un giovanissimo Raf debuttava al Festival di Sanremo interpretando “Inevitabile follia”.

Con le mani nelle tasche dei jeans inizia a cantare uno dei brani italiani d’amore più belli di sempre, un inno all’amore di una dolcezza struggente che tocca l’anima nella sua perfezione di nostalgia e passione.
E’ uno dei lenti che si ballavano nelle feste in casa quando nello stomaco le farfalle esplodevano come fulmini e creavano momenti che l’illusione rendeva eterni mentre si stavano inesorabilmente già consumando.



Qualcuno si è sorpreso nel vedere Lorenzo Lavagetto appoggiare la candidatura di Bonaccini alle primarie nazionali Pd ricordando le loro divergenze sulla tanto dibattuta “discontinuità” alle ultima elezioni comunali di Parma.

Ma se ci pensiamo bene, l’appoggio di Lavagetto a Bonaccini era inevitabile, una “inevitabile follia” direbbe Raf.

Inevitabile perchè quella discontinuità c’è stata, perchè Lavagetto ha sostenuto il progetto politico che vedeva in Michele Guerra il sindaco, candidandosi come capolista del Pd e risultando il consigliere più votato tra tutte le liste, perchè oggi è il vicesindaco di quell’Amministrazione comunale vittoriosa nelle urne dopo vent’anni di sconfitte del centrosinistra in città, perchè lui e Bonaccini condividono la stessa storia e la stessa militanza nel partito.

In realtà Lavagetto ha compiuto un atto d’amore nei confronti del Pd, il secondo in un anno, perchè sa che Bonaccini rappresenta l’ultima occasione di sopravvivenza del suo partito, davvero l’ultima.

Lavagetto non deve più essere visto come il capobastone di una corrente del Pd locale. La sua trasfigurazione sul monte Tabor gli ha cambiato aspetto mostrandolo ai compagni di partito con uno straordinario splendore della persona e uno stupefacente candore delle vesti.

Lavagetto è stato eretico (leggi: Lavagetto il Cataro), poi santo (leggi: Lorenzo Lavagetto, da eretico a santo), oggi, piaccia o non piaccia, è il verbo del Pd di Parma.

Andrea Marsiletti

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