
06/04/2009
Di politicamente disperante (nel senso di “fonte di disperazione civica”), per quanto ci riguarda, ci sono un Presidente del Consiglio (che “tira il tavolo in testa” a una forza sindacale che gli chiede un confronto sui temi della crisi e che aggredisce i giornali perché raccontano le sue “performances” internazionali) e l’Assessore titolare del telefonino ad oggi comportante, per il Comune, un onere di € 90.000.
Questi, di fronte ad un simile fatto, che potrebbe comportargli guai giudiziari, “fa spallucce” e apostrofa come disperati coloro i quali chiedono chiarezza e trasparenza nell’esercizio della funzione di Consigliere Comunale.
Non solo: si autoassolve senza avvedersi (?!) del silenzio assordante del Sindaco, di cui è Assessore, del distinguo delle forze di maggioranza in Consiglio Comunale e della presa di distanza della Lega Nord, fino a ieri suo alleato sicuro e probabilmente determinante per la sua scelta come candidato nelle elezioni provinciali.
Con buona pace dell’Assessore alle Politiche Scolastiche, comprensibilmente nervoso (ma non è colpa nostra!), oggi c’è una spesa telefonica colossale (€ 90.000,00 in cinque o sei mesi, con una media mensile di circa € 15.000,00!); una spesa, in sé oggettivamente non giustificabile con le esigenze istituzionali, della quale dovrà rispondere – in proprio – chi sarà ritenuto responsabile, anche perché, se pagasse il Comune, pagherebbero tutti i cittadini, senza giustificazione alcuna.
Noi abbiamo dichiarato – e lo ribadiamo – che le responsabilità devono essere accertate, potendo ricorrere non solo la responsabilità patrimoniale nei confronti del Comune, ma anche quella penale (art. 314 c.p.).
Insistiamo su questo punto nel rispetto delle prerogative e delle competenze dell’Amministrazione Comunale, chiamata sicuramente ad un’indagine interna, dell’Autorità Giudiziaria ordinaria e di quella Contabile.
Non è colpa nostra se, oggettivamente, la situazione determinatasi è, allo stato, incompatibile con la permanenza nelle funzioni di Assessore comunale.
Delle elezioni provinciali non ci siamo occupati, perché siamo Consiglieri Comunali e non abbiamo competenze politico-partitiche.
L’associazione di idee con le elezioni provinciali medesime è dell’Assessore stesso e solo sua: un “lapsus freudiano”, una “voce dal sen fuggita”.
L’Assessore si rassegni: noi abbiamo invocato semplicemente la forza della legge, mentre lui tende, fors’anche inconsciamente, ad appoggiarsi alla legge della forza.
Ma la forza, da sempre, sta nei fatti, non nelle parole.
Giorgio Pagliari Marco Ablondi Gabriella Biacchi
Capogruppo PD Capogruppo PRC Capogruppo IDV