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01/06/2010
h.18.00
Dopo settimane di preoccupanti silenzi, si cominciano ad osservare diverse manovre all’interno del pianeta Banca Monte.
Purtroppo, man mano che vedono la luce, queste manovre risultano sempre più sospette: solo la scelta del nuovo presidente di Banca Monte sembra all’altezza della situazione e in linea con i consigli espressi dalla Banca d’Italia nella sua relazione conclusiva dopo l’ispezione di pochi mesi fa. Proprio la strada indicata da Banca d’Italia sembra invece completamente disattesa da quanto sta succedendo nel contesto della dirigenza e della proprietà della banca stessa: nella suddetta relazione si legge un “categorico” consiglio di rinnovare completamente il Cda sia della banca che della Fondazione rei di aver mal gestito l’azienda e non controllato adeguatamente i propri “dipendenti”, oserei dire “essersi foderati gli occhi”, per non parlare di ulteriori e peggiori ombre insite nelle accuse di Banca d’Italia, la quale indica anche le caratteristiche di professionalità e di esperienza specifica, sul campo, che reputa necessarie per la nomina nel consiglio della banca.
Quali sono invece le manovre in corso? Spostare alcuni consiglieri del Cda della Banca presso la Fondazione e, al contrario e per compensazione, alcuni consiglieri della Fondazione in Banca Monte o indicare per la nomina esimie personalità, come professori universitari, che, se per cultura sicuramente sono degni della menzione, per esperienza e professionalità specifica non penso siano adatti: o forse lo sono politicamente? Chi sta manovrando in modo tale da fare una specie di “gioco delle tre carte”: guarda dove ti sposto il consigliere? Chi sta giocando questa partita pericolosa , dato che molti conoscono sia i peccati che i peccatori?
Le precise indicazioni della Banca d’Italia dovevano condurre ad un rinnovamento e ringiovanimento completo dei Cda sulla base di caratteristiche professionali, morali e etiche che non sono state riscontrate negli attuali consigli di amministrazione e nei precedenti maggiori dirigenti. Quello che sta succedendo ci sembra un preciso e arrogante affronto non solo alla Banca d’Italia e al suo Governatore, ma a tutti i cittadini, agli investitori privati ed istituzionali, ai soci di minoranza, e ad una forza politica come la Lega Nord che, da sempre, si è espressa in favore dell’indipendenza, della territorialità, dell’autonomia della Banca del Monte, e che ha la possibilità di apportare un contributo di uomini e idee sicuramente impegnati e indirizzate al raggiungimento degli obiettivi a corto, medio e lungo termine indicati, a chiare e inconfondibili lettere, dal supremo organo di controllo e valutazione degli istituti bancari italiani: la Banca d’Italia.
A questo scopo, fatta salva la necessità di nominare il nuovo presidente per non bloccare l’operatività dell’istituto bancario, la Lega Nord chiede che venga convocato, come per tutte le aziende vittime dell’attuale crisi economica, un tavolo istituzionale in cui siano rappresentate tutte le forze politiche, istituzionali e sociali presenti sul territorio per addivenire ad una scelta condivisa dei consiglieri della Fondazione e della Banca Monte; tutto ciò sarà poi finalizzato a reperire il nuovo partner “industriale” che, finanziariamente, sosterrà la ricapitalizzazione dell’istituto di credito come, ripeto, espressamente richiesto dalla Banca d’Italia e a produrre un piano industriale che riporti in attivo i conti della banca ma, soprattutto, che la riporti in primo piano nello scenario del credito a Parma.
Andrea Zorandi
Segretario sezione di Parma della Lega Nord