Myanmar, il Rettore condanna gli arresti e le violenze. PD: “Si torni subito alla democrazia”

SMA MODENA
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Il Rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei, si associa alla dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e al comunicato dell’Unione Europea, nel condannare fermamente l’ondata di violenze e di arresti in Myanmar e chiede il rilascio di Aung San Suu Kyi, del Presidente Win Myint, dei parlamentari, di tutti i leader politici e dei vari esponenti che sono stati arrestati.

“È una pericolosa violazione delle libertà fondamentali, dei diritti umani e della volontà del popolo del Myanmar che si è chiaramente espresso durante le ultime elezioni del novembre 2020 – afferma il Rettore Paolo Andrei – ed esprimo la mia vicinanza ai docenti e agli studenti del Myanmar con i quali sono in essere rapporti di cooperazione universitaria intesi a rafforzare il processo di democratizzazione del Paese, i cui presupposti mi auguro vengano presto ripristinati. Ricordo con piacere – prosegue Andrei – i numerosi scambi di riflessioni durante gli incontri avuti in Italia e in Myanmar con molti esponenti del mondo accademico e civile, e con Aung San Suu Kyi, contrassegnati da un comune sentire e dalla comune fiducia in un futuro più equo, libero e di pace”.

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Esprimiamo la nostra ferma condanna nei confronti del colpo di stato militare in Myanmar/Birmania e la nostra solidarietà al popolo birmano e ad Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, cittadina onoraria di Parma e leader della Lega Nazionale per la Democrazia, partito che ha vinto in modo schiacciante le elezioni dell’8 novembre 2020.

Riteniamo che la Comunità internazionale tutta, Unione Europea e Italia comprese, debba mobilitarsi affinchè sia ristabilita subito la democrazia e sia accettato dai militari il risultato indiscutibile della volontà popolare espressa dai cittadini birmani.

Anche le gravi vicende che hanno interessato alcune zone del Myanmar, con le violenze da parte di truppe dell’esercito birmano nei confronti dei Rohingya, non potranno essere affrontate e risolte se non in un contesto di democrazia, fiducia e pacificazione interna. Resteremo in contatto con le persone e le associazioni parmigiane che in questi anni hanno continuato a tessere rapporti di collaborazione e scambio con la Birmania.

Partito Democratico – Parma