
L’allarme-degrado per l’Oltrettorrente a seguito dell’indagine dell’Ascom risuona in città, e non può trovarmi insensibile. Con la mia Amministrazione avevamo avviato e intrapreso ogni sforzo per il rilancio di quel quadrante storico e strategico della città.
Appena diventato Sindaco avevo affrontato i due problemi che si trascinavano da decenni : la presenza della Moschea che in certi giorni causava un invasione in Oltretorrente di mussulmani e che aveva portato alla nascita di diversi negozi etnici e la presenza del Sert in via Cocconcelli di fianco alla Scuola Cocconi che portava drogati tutte le mattine davanti al Sert a fianco dei bambini che andavano a Scuola. In poco tempo sono riuscito a spostare sia la Moschea sia il Sert che in accordo con l’Ausl avevo trasferito in una nuova ed efficiente sede in via dei mercati, bonificando due zone importanti dell’Oltretorrente. Poi mi ero occupato delle infrastrutture riqualificando completamente via Inzani dove abbiamo dato vita al Caffè della creatività e riqualificato il piazzale a fianco dell’Annunziata, riqualificando via Costituente, via Bixio, Piazzale Corridoni con la relativa statua, completando la riqualificazione della scuola Cocconi in Piazzale Picelli (importante presidio educativo dell’Oltretorrente) e riportando allo splendore decine di borghi. Avevamo poi costruito il nuovo parcheggio di struttura in via Kennedy riqualificando il piazzale a fianco della Facoltà di Economia e Commercio che era abbandonato ed ormai diventato luogo di incontro, bivacco, spaccio e risse tra stranieri.
Avevamo rivisto il project financing per la riqualificazione dell’Ospedale vecchio cancellando l’ipotesi dell’albergo (che c’era nel progetto originale), promuovendo un progetto nuovo che poi è stato bloccato da un indagine della Procura, oggi archiviata. Quel progetto era l’unica strada per riqualificare l’ospedale vecchio completamente (utilizzando fondi privati, visto che solo con fondi pubblici è impossibile riqualificare completamente una struttura di quelle dimensioni) partendo dalla crociera come spazio museale e trasferendo gli archivi in via Spezia dove avevamo realizzato e inaugurato la “Cittadella degli archivi”.
Avevamo poi fatto un progetto di riqualificazione di barriera Bixio che è una porta dell’Oltretorrente che prevedeva la realizzazione di un’area estiva, favorito la riqualificazione dell’ex Robuschi e avevamo completamente rivisitato l’incrocio a barriera Bixio, togliendo i semafori e realizzando una complessa rotatoria che ha funzionato bene nonostante le diverse strade che vi confluiscono e il traffico elevato sia di mezzi pubblici sia di mezzi privati. Avevamo poi dato vita insieme al comitato dei commercianti al mercoledì sera alla movida in via d’Azeglio che era un modo per riportare la gente nell’Oltretorrente. E aveva funzionato al punto che durante i mesi estivi in via D’Azeglio il mercoledì sera tutti i negozi tenevano aperto mettevano i tavolini in strada e la via era invasa da persone di ogni età che passeggiava e cenava in strada. C’era la stessa quantità di gente e la stessa atmosfera che si ha in una località di villeggiatura nel mese di Agosto. Era stata avviata una modifica del regolamento urbanistico per favorire la riqualificazione delle case dell’Oltretorrente che sono costruite prevalentemente in altezza e impostato bandi per incentivare il commercio. Avevamo poi anche aperto un laboratorio familiare in piazzale Inzani per favorire l’incontro delle famiglie, il mutuo soccorso e la socialità in un piazzale ostaggio di stranieri che troppo spesso dopo aver mangiato alla vicina sede della Caritas andavano ad ubriacarsi e a bivaccare in quel piazzale. Certo la soluzione non è semplice. Serve un mix di iniziative concrete e politiche di prospettiva, di buona volontà e di vision per il futuro. Credo che sia strategico insistere con modifiche urbanistiche per sostenere la riqualificazione edilizia per riportare le famiglie nell’oltretorrente e con incentivi per il commercio di quartiere.
Proprio perche’ per riqualificare l’Oltrettorrente, vale la massima di Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose”.
Pietro Vignali