
E’ con grande rammarico che l’associazione l’Ottavo Colore viene a conoscenza di un fatto avvenuto nella provincia di Parma a scapito di due famiglie arcobaleno residenti nel nostro territorio.
Negli scorsi mesi due coppie di famiglie omogenitoriali, hanno fatto richiesta presso il comune di Fidenza di riconoscere e tutelare la loro identità famigliare. Le coppie, ciascuna formata da due mamma ed un figlio, richiedevano il riconoscimento della mamma non biologica come figura legalmente responsabile del/della minore.
Purtroppo, entrambe le coppie si sono viste rifiutare la richiesta del riconoscimento, andando incontro all’inevitabile destino di molte famiglie omogenitoriali italiane.
In seguito al diniego del comune fidentino, una delle coppie ha proceduto per vie legali presentando formale richiesta presso la Procura di Parma. Il giorno 5 Aprile la stessa Procura si è opposta al riconoscimento del figlio evidenziando che esso “non sarebbe previsto” dal nostro ordinamento giuridico, per cui –allo stato dell’attuale legislazione- il riconoscimento del figlio di una donna da parte di una persona dello stesso sesso sarebbe vietata.
E’ inevitabile il profondo senso di ingiustizia nel constatare come, in uno stato non curante dei diritti e del benessere di tutti i minori, anche le autorità locali non supportino la protezione di tutte le realtà famigliari residenti nel territorio.
Tutto questo a fronte di un’amministrazione comunale come quella del comune di Parma che più volte ha dato dimostrazione di apertura, rispetto e senso civico riconoscendo diverse realtà familiari.
L’Associazione dell’Ottavo Colore è già in contatto con le famiglie cercando di trovare insieme a loro le migliori strategie per dimostrare la contrarietà della comunità LGBTI+ parmigiana a quanto avvenuto nel comune di Fidenza.
Ottavo Colore Parma