“Quello di Pizzarotti è un Movimento senza Stelle”

SMA MODENA

29/01/2013

Intervista a Lelio Alfonso, già vicedirettore della Gazzetta di Parma, oggi Portavoce nazionale della lista Scelta Civica di Mario Monti e candidato alla Camera in Emilia Romagna in posizione n.4 in lista (eleggibile).

Perché hai deciso di aderire alla lista Monti?
Perché credo che l’Italia meriti più di quanto i partiti tradizionali hanno fatto, o meglio non hanno fatto finora. Venti anni di litigi, ricatti e cattive scelte sempre alle spalle dei cittadini. Monti poteva tranquillamente aspettare di essere chiamato al Quirinale, ma ha capito, subendolo nelle ultime settimane di governo, che il suo sforzo per salvare il Paese stava diventando “ingombrante”.
Ecco, di fronte a un simile scenario credo che chi fa parte della società civile debba rinunciare a qualcosa di personale e mettersi al servizio della collettività. Guidare la comunicazione del movimento ed essere candidato alla Camera in Emilia Romagna sono per me motivo di orgoglio.

In passato sei stato vicino a Prodi, oggi a Monti. Cosa hanno in comune i due?
L’approccio estremamente attento nel considerare i problemi, valutare le soluzioni, dialogare con tutti. E una grande visione europea e globale dei problemi.
Chiaramente ci sono anche delle differenze, ma così come è stato importante collaborare con Prodi, altrettanto lo è con uno statista della caratura di Mario Monti.

Come pensi stia andando la candidatura Monti? Sta crescendo o non riesce a decollare?
Beh, se in un mese un partito che non esisteva è arrivato su base nazionale a toccare il 12 per cento dei consensi, direi che proprio non ci si può lamentare. La sua candidatura era inattesa (per molti versi anche a noi) e anche l’opinione pubblica ha impiegato qualche giorno per capire che sullo scenario politico si affacciava un progetto nuovo, per certi versi rivoluzionario.
Nessun candidato già parlamentare, regole rigidissime su trasparenza finanziaria, etica e condanne, l’adesione a un programma di riforme mai presentato prima in Italia.
Sono convinto che da qui alla data del voto cresceremo ancora. E molto.

Vista un po’ da lontano e anche alla luce delle recenti inchieste giudiziarie, come vedi l’informazione di Parma? Quale novità e tendenze prevedi?
Il ciclone che ha spazzato via, si spera in modo definitivo, un sistema intollerabile di controllo della cosa pubblica e della vita sociale lascia dietro a sé anche strascichi e polemiche. E’ inevitabile.
A Parma il sistema dell’informazione è importante e sa che non può fare sconti a nessuno. E’ necessario che la città riparta con energia per cancellare tutte le vestigia di una finta grandeur basata sul nulla. O, peggio, basata su una fiction.

Federico Pizzarotti: ti aspettavi qualcosa di diverso e di migliore?
Direi molto più semplicemente che mi aspettavo qualcosa. E invece niente, non una decisione vera, non un segno di quel cambiamento promesso o addirittura garantito. La rivoluzione non si fa a parole, ma nei fatti.
Il Movimento senza stelle, non riesco a definirlo che così, è stato premiato oltre i suoi meriti, oggi diventati già demeriti. Noi siamo convinti che l’impegno civico sia fondamentale, ma quando è costruito sull’esperienza e la capacità.
Sul territorio abbiamo la bella esperienza di Parma Unita come esempio di persone che guardano all’interesse collettivo e non a un collettivo di interessi. E Scelta Civica ha costruito una lista in Regione dove sono ben sei le persone legate al territorio: un record assoluto.

Se andrai in Parlamento, cosa pensi di poter fare per la “tua” Parma?
Sicuramente di avere una voce ascoltata a Roma e non solo. Vorrei chiedere ai grillini se sono riusciti fino ad ora a portare a casa un finanziamento, una legge o un provvedimento a favore di Parma e della sua provincia.
Vista la fuga dalle responsabilità dei candidati locali del centrodestra, ai primi posti delle liste per la Camera siamo in pochi. Il Pd propone una dirigente della Cgil, poi ci sono io con Mario Monti. Chiedo ai parmigiani se preferiscono essere rappresentati da una professionista dell’apparato o da un riformista convinto.

CC