
01/04/2009
Francesco Guidolin, che settimana si aspetta?
“Intanto c’è il rammarico di non affrontare la partita con il Bari con due punti in più. Fra un attimo ci saremo già dimenticati che il Parma ha fatto una grandissima partita e che avrebbe meritato la vittoria, purtroppo nel calcio contano i risultati, conta anche giocar bene, ma soprattutto contano i punti che si raccolgono. In me c’è ancora il rammarico per questa vittoria mancata, il destino ha voluto che fosse così, senza stare a parlare di altri episodi, perché a me non piace fare questi discorsi.
Ora ci aspetta una settimana in preparazione alla gara contro la prima della classe che, visti i risultati dell’ultima giornata, ha allungato il vantaggio su di noi, che ha un entusiasmo enorme. A Bari sarà una settimana particolare, tra la Nazionale ed il primato in classifica che si è consolidato.
Noi dovremo prepararci bene e cercare di fare una bella gara lì, è vero che con due punti in più saremmo stati più sereni, ma comunque continuiamo a lavorare per trovare, in settimana, questa serenità attraverso il nostro lavoro.
La parola concentrazione deve essere una della più gettonate in questi giorni, una delle più presenti nei nostri dialoghi, nei nostri discorsi.”
A cosa si riferisce quando parla di episodi? Ai rigori non dati?
“Mi riferisco agli episodi che determinano la partita visti in un modo piuttosto che in un altro: ma io non ne voglio parlare, dico solo che abbiamo avuto tante occasioni, abbiamo preso un brutto gol, nel senso che non dovevamo prenderlo, sono sempre più propenso a parlare di ciò che abbiamo fatto bene piuttosto che parlare di ciò che non abbiamo fatto bene.”
Secondo lei, nel risultato quanto ha influito il terreno di gioco?
“Non ci penso più, ormai quello che è stato è stato, anche sul campo pesante abbiamo dimostrato di saperci fare, di stare bene fisicamente, di avere gamba fino alla fine e di avere cercato la vittoria fino alla conclusione della partita.”
Al di là del risultato mancato, si vede una crescita costante del Parma…
“La crescita sarebbe stata migliore con una vittoria perché saremmo cresciuti anche sotto l’aspetto della convinzione, fino ad ora non siamo mai riusciti a vincere quattro partite di fila e questo sarebbe stato un bel segnale di crescita, non tanto perché saremmo stati più vicini al Bari quanto perché ci saremmo allontanati maggiormente dal terzo posto.
La crescita passa attraverso i risultati, ma io sono fiducioso, ho visto una squadra in salute che deve confermarsi tutte le volte che scende in campo.”
Cosa c’è da temere di più della trasferta a Bari?
“Bisogna temere la compagine di Conte, o meglio, rispettare e considerare l’avversario, il Parma non deve temere nessuno.
L’ambiente sarà caldissimo, il S. Nicola sarà una bolgia infernale, ma la partita si svolge sul campo e sarà lì che dovremo concentrarci. Questa è la seconda volta che torna fuori la parola concentrazione.”
Secondo lei, il Bari potrebbe puntare al pareggio o cercherà la vittoria per distanziarsi ulteriormente?
“L’ha detto già Conte, lui gioca per vincere, non firmerebbe mai a priori un altro tipo di risultato, quindi credo che troveremo una squadra ancora assatanata di vittoria.”
In una conferenza stampa, disse che prima di arrivare al Parma, vide solo una gara di B del Bari, e negli sguardi dei giocatori baresi trovò gli occhi della tigre. Ora rivede questa qualità anche nei suoi giocatori?
“Adesso l’abbiamo anche noi questa qualità.”
Ci sarà una preparazione diversa per affrontare al meglio questa gara o pensa più di lavorare sotto l’aspetto psicologico con i giocatori?
“Un luogo comune calcistico dice che certe partite si preparano da sole. Questo, in parte è vero, perché certi luoghi comuni hanno qualcosa di reale, ma questa gara bisogna prepararla bene sotto il punto di vista tattico e nervoso, e in questo ci vuole la giusta miscela, come sempre.”
Contro il Bari ritroverà anche Kutuzov che qui a Parma non era riuscito a ritagliarsi uno spazio…
“Vitali ha sicuramente delle potenzialità enormi, lo si è visto a Pisa l’anno scorso con un buon girone di ritorno e lo si sta vedendo adesso nel Bari, quindi vuol dire che questo giocatore ha le qualità per poter fare la differenza.
Evidentemente qui lui soffriva una sorta di incompatibilità ambientale per cui quasi preferiva non giocare. Per questa idiosincrasia quando andava in campo rendeva il 20% di quello che poteva fare. Era come bloccato.”
Pensa che questo tipo di problema l’avesse solo Kutuzov o anche qualche altro giocatore?
“Ora stiamo parlando di Vitali.”
Lei ha mai chiesto al giocatore da cose fosse determinato questo tipo di rapporto con l’ambiente?
“Non ho avuto molto tempo per fare questo: appena arrivato dovevo conoscere 25 giocatori per me nuovi, in più Kutuzov è arrivato dieci giorni dopo il mio arrivo perché impiegato in nazionale. In due mesi non si può sondare, scrutare, scavare, togliere determinati tarli anche psicologici un calciatore. Prima di tutto si guarda come si comporta sul campo.
Io, non l’ho scartato subito, gli ho dato alcune possibilità, ma lui non si è espresso per quelle che sono le sue potenzialità che invece ha fatto vedere a Pisa e che sta facendo vedere in un ambiente nel quale si sente più a suo agio come quello di Bari.”