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28/03/2011
h.13.20
In una società in continua evoluzione deve cambiare anche il modo in cui le persone vengono formate per un lavoro, e questo è ancora più importante se le persone in questione si occupano della salute di altre persone. Parte da questo assunto il progetto Pieces (Pathways into employment in the care and tourism sectors) che riunisce più realtà di diversi Paese europei con l’obiettivo di sviluppare nuovi percorsi formativi rivolti agli operatori del settore socio-assistenziale. Solo attraverso un modello condiviso più efficace si possono infatti garantire i servizi di cura e un’assistenza di qualità ai cittadini che ne hanno bisogno, e rispondere anche alle esigenze di professionalizzazione degli operatori, che nella maggioranza dei casi sono rappresentati da donne, straniere, con titoli di studio medio-bassi.
Questa mattina i rappresentanti delle realtà coinvolte si sono incontrati nella sede della Provincia, uno dei partner del progetto, e rimarranno a Parma fino a domani: una due giorni per aggiornare il piano di attività, incontrare i “portatori d’interesse” del territorio, visitare gli enti locali di formazione professionale e le strutture protette, decidere come procedere fino a settembre 2012, data di conclusione del progetto.
A Pieces partecipano oltre alla Provincia, con il Servizio di Formazione professionale e politiche attive del lavoro, quattro prestigiosi partner europei: il Comune di Linkoping (Svezia), ente coordinatore della partnership internazionale, con il proprio centro di R&S; il Dundee College (Regno Unito) con il Dipartimento di Scienze della formazione in collaborazione con il corso per operatori del servizio cura e assistenza; l’Ente di formazione professionale Decroly attivo nel comparto socio- assistenziale e dei servizi (Spagna), e la “Kildare association of Parents and Friends of Handicapped people”, l’organizzazione no profit espressione dei portatori di interesse (Irlanda).
“La partecipazione della Provincia a questo progetto ha un duplice significato: da un lato, rimarcare l’importanza che riveste la formazione delle risorse umane del nostro territorio, dall’altro, sottolineare come i modelli formativi che noi utilizziamo debbano evolvere continuamente per riuscire a rispondere meglio ai bisogni delle persone – ha detto l’assessore provinciale alla Formazione professionale Manuela Amoretti, aprendo l’incontro di questa mattina in Provincia, affiancata da Gaetana Ariu del Servizio Formazione e Giacomo Magnanini dell’Ufficio Europa dell’Ente di piazza della Pace –. Con Pieces ci poniamo quindi l’obiettivo di creare un nuovo modello formativo per i lavoratori della cura, un modello che si fonderà soprattutto sull’apprendimento sul luogo di lavoro”.
La formazione degli operatori socio-assistenziali rappresenta un obiettivo cruciale per lo sviluppo sociale e del mercato del lavoro. Un tema su cui punta l’attenzione da tempo anche la Commissione Europea, così come altri Stati e territori dell’Unione europea, non solo perché c’è carenza di personale qualificato e aggiornato (l’unica figura professionale riconosciuta in Italia è quella dell’Oss, Operatore socio-sanitario) ma anche a fronte della crescita della popolazione anziana e del cambiamento dei bisogni di cura, dovuto ad esempio a nuovi modelli familiari.
“I partner del progetto rappresentano tante realtà di Paesi diversi, dagli enti locali alle università, dagli enti di formazione alle organizzazioni di volontariato. Differenti modi di pensare che contribuiranno a portare innovazione anche in questo settore – ha spiegato Mats Ericsson responsabile dell’Ufficio ricerca e sviluppo del Settore welfare del Comune di Linkoping –. Innovarsi significa affrontare delle sfide, mettere alla prova il proprio modo di pensare, definire i problemi e a questi trovare soluzioni. Ecco perché tutti noi dovremo avere un atteggiamento aperto e pronto ad accogliere nuove idee: in questo modo sono sicuro che riusciremo a trovare un modello valido per tutti i Paesi che rappresentiamo”.
Grazie al cofinanziamento comunitario, nell’ambito del programma Leonardo da Vinci, il progetto intende condividere e sviluppare soluzioni esistenti per favorire la creazione di nuovi percorsi formativi, più efficaci e strettamente collegati all’evoluzione della domanda. In particolare, le attività, iniziate lo scorso ottobre e che si svilupperanno fino a settembre 2012, riguardano: la ricerca e lo sviluppo di un nuovo modello formativo, la possibilità di trasferirlo nei diversi Paesi e in settori diversi, e l’opportunità di adottarlo anche al termine del finanziamento comunitario.
Per sviluppare il modello, i partner partiranno dalle soluzioni sviluppate dal centro di R&S di Linkoping e dall’Università di Dundee, per poi definire i contenuti e produrre un’offerta di formazione professionale che risponda e anticipi i bisogni formativi dei lavoratori, supportando soprattutto l’apprendimento sul luogo di lavoro e lo sviluppo di nuove competenze. Centrali nel modello proposto, sono le figure di accompagnamento in contesto professionale, come tutor e mentor, e le modalità di registrazione e validazione delle competenze acquisite sul luogo di lavoro.
I portatori d’interesse ai quali è stato richiesto di partecipare alla sperimentazione del modello formativo nel Parmense sono: Arer-Ipab, Ausl, aziende private di cura e assistenza del territorio (Piccole Figlie), Azienda Ospedaliera di Parma, Centrali cooperative, Comuni capo distretto, enti di formazione professionale accreditati, organizzazioni sindacali, Regione Emilia-Romagna (Assessorato Formazione e lavoro) e Uneba.