Pizzarotti – Viero, destini incrociati

SMA MODENA
lodi1

28/08/2013

“Quando ti sfonderanno la porta, come ti presenterai? Con le mani sulla testa o sul grilletto del tuo fucile?”… con queste parole, e con un giro di basso apocalittico da brividi, inizia la canzone dei Clash “Guns of Brixton”.
Oggi, 28 agosto 2013, con l’inceneritore di Ugozzolo che entra definitivamente in funzione, cosa dobbiamo fare noi che abbiamo combattuto l’impianto ed eravamo dalla parte giusta? Consegnarci senza condizioni al nemico che ha vinto la battaglia edilizia ma perso quella culturale e politica? No, sarebbe un finale ingiusto. Fare della cagnara, buttare fuori ordinanze kamikaze, prolungare per anni una guerra già persa? Non penso convenga… quando te l’hanno messo in quel posto più ti dimeni più fa male.
Che fare?
Secondo me, a questo punto, gli oppositori del forno devono porsi tre obiettivi: 1) controllare per davvero le emissioni dell’impianto; 2) ottenere un abbassamento della tariffa rifiuti a carico dei cittadini; 3) impedire che l’inceneritore di Parma diventi la pattumiera di tutta l’Emilia Romagna. Tre sfide impegnative, tutt’altro che scontate, decisive.
La messa in esercizio dell’inceneritore è uno spartiacque anche delle responsabilità. Se il passato, ovvero la pianificazione e la costruzione del termo, è una responsabilità dei precedenti amministratori di centrodestra e di centrosinistra e non certo del M5S, il mancato raggiungimento dei suddetti tre obiettivi investirebbe il sindaco Pizzarotti. La nuova fase che si apre non è più quella delle battaglie ideologiche e delle dichiarazioni di principio ma della concretezza amministrativa su cui ciascuno sarà misurato e giudicato dai cittadini.
Se fino a ieri poteva dargli di tacco perchè era il “nemico del Popolo”, oggi Pizzarotti, piaccia o non piaccia, deve parlare con Iren, ha bisogno dell’Azienda per ottenere quei risultati. Il consenso dei parmigiani nel M5S dipenderà, pertanto, anche dai comportamenti e dalla collaborazione della multiutility. E Iren ha bisogno del Comune di Parma non perchè è diventata più buona, comprensiva o ambientalista ma perchè ha capito che non può permettersi anni di conflitto permanente con i parmigiani, cioè con i suoi clienti (e soci), e che c’è un rapporto con la città da ricostruire.
Pizzarotti dovrà scegliersi l’interlocutore giusto. L’unica controparte storica rimasta in piedi nel campo avversario è il vicepresidente di Iren Andrea Viero. Gli altri sono spariti tutti, sono stati sconfitti, non hanno più nessuna credibilità.
I destini di Pizzarotti e di Viero si intrecciano ancora.
Come quelli di Zenga e Caniggia ai mondiali di calcio di Italia ’90. Un’uscita sbagliata e un colpo di testa che hanno segnato la vita di entrambi.

Andrea Marsiletti

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Renzi rockstar
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Big Mc Menù
I cimiteri sono pieni di persone indispensabili, ma…
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I novelli Don Chisciotte contro Matteo Renzi
Eravamo dei combattenti, non dei segaioli
Salsomaggiore Comune debersanizzato
Dall’albero di Natale a pedali alla Twizy: il secondo scatto a 5 stelle
Pizzarotti spegne la sua prima candelina: un anno positivo
La volpe Bagnacani, una vergogna a 5 Stelle
Solidarietà a Bernazzoli
Almeno Scilipoti è passato dall’altra parte alla luce del sole…
Pizzarotti e Casaleggio su due pianeti diversi: uno all’Argonne, l’altro su Gaia

Il PD non è morto. E’ dal letame che nascono i fiori
L’isola rebelde Cuba resiste… con qualche strappo al Socialismo
Il debutto dei grillini in Parlamento… un film già visto a Parma
La galassia dei renziani di Parma

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SMA MODENA
lodi1

28/08/2013

“Quando ti sfonderanno la porta, come ti presenterai? Con le mani sulla testa o sul grilletto del tuo fucile?”… con queste parole, e con un giro di basso apocalittico da brividi, inizia la canzone dei Clash “Guns of Brixton”.
Oggi, 28 agosto 2013, con l’inceneritore di Ugozzolo che entra definitivamente in funzione, cosa dobbiamo fare noi che abbiamo combattuto l’impianto ed eravamo dalla parte giusta? Consegnarci senza condizioni al nemico che ha vinto la battaglia edilizia ma perso quella culturale e politica? No, sarebbe un finale ingiusto. Fare della cagnara, buttare fuori ordinanze kamikaze, prolungare per anni una guerra già persa? Non penso convenga… quando te l’hanno messo in quel posto più ti dimeni più fa male.
Che fare?
Secondo me, a questo punto, gli oppositori del forno devono porsi tre obiettivi: 1) controllare per davvero le emissioni dell’impianto; 2) ottenere un abbassamento della tariffa rifiuti a carico dei cittadini; 3) impedire che l’inceneritore di Parma diventi la pattumiera di tutta l’Emilia Romagna. Tre sfide impegnative, tutt’altro che scontate, decisive.
La messa in esercizio dell’inceneritore è uno spartiacque anche delle responsabilità. Se il passato, ovvero la pianificazione e la costruzione del termo, è una responsabilità dei precedenti amministratori di centrodestra e di centrosinistra e non certo del M5S, il mancato raggiungimento dei suddetti tre obiettivi investirebbe il sindaco Pizzarotti. La nuova fase che si apre non è più quella delle battaglie ideologiche e delle dichiarazioni di principio ma della concretezza amministrativa su cui ciascuno sarà misurato e giudicato dai cittadini.
Se fino a ieri poteva dargli di tacco perchè era il “nemico del Popolo”, oggi Pizzarotti, piaccia o non piaccia, deve parlare con Iren, ha bisogno dell’Azienda per ottenere quei risultati. Il consenso dei parmigiani nel M5S dipenderà, pertanto, anche dai comportamenti e dalla collaborazione della multiutility. E Iren ha bisogno del Comune di Parma non perchè è diventata più buona, comprensiva o ambientalista ma perchè ha capito che non può permettersi anni di conflitto permanente con i parmigiani, cioè con i suoi clienti (e soci), e che c’è un rapporto con la città da ricostruire.
Pizzarotti dovrà scegliersi l’interlocutore giusto. L’unica controparte storica rimasta in piedi nel campo avversario è il vicepresidente di Iren Andrea Viero. Gli altri sono spariti tutti, sono stati sconfitti, non hanno più nessuna credibilità.
I destini di Pizzarotti e di Viero si intrecciano ancora.
Come quelli di Zenga e Caniggia ai mondiali di calcio di Italia ’90. Un’uscita sbagliata e un colpo di testa che hanno segnato la vita di entrambi.

Andrea Marsiletti

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“Quando ti sfonderanno la porta, come ti presenterai? Con le mani sulla testa o sul grilletto del tuo fucile?”… con queste parole, e con un giro di basso apocalittico da brividi, inizia la canzone dei Clash “Guns of Brixton”.
Oggi, 28 agosto 2013, con l’inceneritore di Ugozzolo che entra definitivamente in funzione, cosa dobbiamo fare noi che abbiamo combattuto l’impianto ed eravamo dalla parte giusta? Consegnarci senza condizioni al nemico che ha vinto la battaglia edilizia ma perso quella culturale e politica? No, sarebbe un finale ingiusto. Fare della cagnara, buttare fuori ordinanze kamikaze, prolungare per anni una guerra già persa? Non penso convenga… quando te l’hanno messo in quel posto più ti dimeni più fa male.
Che fare?
Secondo me, a questo punto, gli oppositori del forno devono porsi tre obiettivi: 1) controllare per davvero le emissioni dell’impianto; 2) ottenere un abbassamento della tariffa rifiuti a carico dei cittadini; 3) impedire che l’inceneritore di Parma diventi la pattumiera di tutta l’Emilia Romagna. Tre sfide impegnative, tutt’altro che scontate, decisive.
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Se fino a ieri poteva dargli di tacco perchè era il “nemico del Popolo”, oggi Pizzarotti, piaccia o non piaccia, deve parlare con Iren, ha bisogno dell’Azienda per ottenere quei risultati. Il consenso dei parmigiani nel M5S dipenderà, pertanto, anche dai comportamenti e dalla collaborazione della multiutility. E Iren ha bisogno del Comune di Parma non perchè è diventata più buona, comprensiva o ambientalista ma perchè ha capito che non può permettersi anni di conflitto permanente con i parmigiani, cioè con i suoi clienti (e soci), e che c’è un rapporto con la città da ricostruire.
Pizzarotti dovrà scegliersi l’interlocutore giusto. L’unica controparte storica rimasta in piedi nel campo avversario è il vicepresidente di Iren Andrea Viero. Gli altri sono spariti tutti, sono stati sconfitti, non hanno più nessuna credibilità.
I destini di Pizzarotti e di Viero si intrecciano ancora.
Come quelli di Zenga e Caniggia ai mondiali di calcio di Italia ’90. Un’uscita sbagliata e un colpo di testa che hanno segnato la vita di entrambi.

Andrea Marsiletti

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Renzi rockstar
Inceneritore, Pizzarotti ha fatto fin troppo. Adesso però basta
Big Mc Menù
I cimiteri sono pieni di persone indispensabili, ma…
In pellegrinaggio a Santa Clara, al Mausoleo del Che
I novelli Don Chisciotte contro Matteo Renzi
Eravamo dei combattenti, non dei segaioli
Salsomaggiore Comune debersanizzato
Dall’albero di Natale a pedali alla Twizy: il secondo scatto a 5 stelle
Pizzarotti spegne la sua prima candelina: un anno positivo
La volpe Bagnacani, una vergogna a 5 Stelle
Solidarietà a Bernazzoli
Almeno Scilipoti è passato dall’altra parte alla luce del sole…
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Il PD non è morto. E’ dal letame che nascono i fiori
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