Con 4.900 preferenze Priamo Bocchi, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia a Parma, è stato eletto consigliere regionale nella lista del partito di Giorgia Meloni.
Lo abbiamo intervistato per commentare insieme a lui i risultati della campagna elettorale che si è appena conclusa.
Cosa significa per te essere il primo consigliere regionale di Parma eletto in un partito di destra che torna in consiglio regionale dopo 30 anni?
E’ una grande soddisfazione personale e al contempo una pesante responsabilità. La mia elezione è il premio di un lungo, faticoso e sofferto percorso di un’intera comunità politica. Un percorso fatto di tenacia, militanza, coerenza, sofferenza e coraggio. Sì, anche sofferenza e coraggio perché fare politica e rappresentare la destra nella nostra regione non è sempre stato facile.
All’indomani della mia elezione in consiglio regionale ho ricevuto tanti attestati di stima e di felicitazioni (anche da tanti avversari politici) ma ciò che mi ha emozionato di più sono state le parole commosse di alcuni esponenti storici della destra locale che con la voce rotta dalla commozione mi hanno detto “finalmente ce l’abbiamo fatta”.
Perchè l’Emilia Romagna si rivela sempre un fortino inespugnabile per il centrodestra?
Le cause sono diverse ma alla base credo che vi sia il radicato e stratificato sistema di potere che la sinistra comunista e post comunista ha consolidato in questi 54 anni di governo regionale. Un sistema con tanti gangli che si irradia nelle scuole, nelle università, nel mondo delle associazioni, negli ospedali. Un sistema dirigista che la sinistra decanta come buon modello: talmente buono che gronda bontà da tutti gli artigli. Questa volta poi ha influito il calibro dei due candidati e i troppi disillusi che non si è stati capaci di convincere ad andare a votare: l’astensionismo notoriamente penalizza sempre il centrodestra.
Tu espressione della storia della destra di Parma, Cristiano Casa un corpo estraneo, ex assessore alla sicurezza delle amministrazioni Pizzarotti: è così che sono state percepite le candidature tue e di Casa dentro Fdi?
Credo che la maggior parte dei nostri iscritti e simpatizzanti l’abbia effettivamente letta così. La candidatura di Casa ha rappresentato un’apertura del partito a chi proveniva da esperienze diverse, anche distanti dalla nostra storia e aveva l’obiettivo di allargare il perimetro dei consensi del partito.
Il suo risultato elettorale è stato comunque ottimo.
In città Pietro Vignali ha raccolto in più voti di te, Casa, Napoli, Bizzi e Farina messi insieme, in un partito (Forza Italia) quatrro volte più piccolo su scala regionale (leggi)? Come è stato possibile? Come ha fatto?
Vignali è stato l’assessore più in vista delle giunte Ubaldi e già all’epoca raccolse 4900 preferenze in città. Successivamente è stato sindaco (la sua parabola amministrativa si interruppe traumaticamente), gode di un consenso personale ampio e mi stupirei non fosse così. Il suo consenso si è rafforzato anche grazie a una capillare, costante ed estrosa campagna di promozione personale.
Mi congratulo con lui e spero che si sforzi di più per trasformare questo consenso in qualcosa di costruttivo per le forze alternative alla sinistra parmigiana.
Con una rappresentanza così numerosa (6) di consiglieri regionali di Parma eletti, credi che Parma conterà di più in Regione, a partire dalle deleghe in giunta?
Sulle deleghe che assegnerà De Pascale non mi esprimo ma non sarà facile per lui soddisfare i tanti appetiti. Il PD locale alla fine avrà un assessorato così come l’aveva avuto con Bonaccini senza però che la nostra provincia ne abbia beneficiato granché.
Invece la presenza di sei consiglieri eletti a Parma in Assemblea potrebbe essere un valore aggiunto per accrescere il peso di Parma in Regione e superare la storica marginalità in cui da anni il nostro territorio è relegato in regione.
Bisognerà, come si dice, “fare squadra”. Io sono pronto a fare la mia parte.
Andrea Marsiletti