Quando 22.000 parmigiani erano iscritti al PCI. I numeri Comune per Comune (di Andrea Marsiletti)

La crisi della partecipazione politica di questi ultimi anni/decenni è misurabile in svariati modi.

La cartina di tornasole più lampante è quella del numero degli iscritti ai partiti.

Nel webinar “Quando a Parma c’era il PCI…” che si è tenuto il 23 aprile sono stati illustrati i numeri degli iscritti al Partito Comunista Italiano negli anni ’70. (leggi:  Il PCI di Parma vive ancora, in una serata su Zoom – di Andrea Marsiletti)

Nel 1976 erano più di 22.000 i parmigiani tesserati alla Federazione della provincia di Parma, con un tasso di adesione rispetto all’intera popolazione pari al 7%.

Fontevivo svettava con un tasso di adesione del 16,3%, seguito da Sala Baganza (13,8%) e Roccabianca (che a questo punto sarebbe meglio chiamare Roccarossa) col 13,5%. In doppia cifra Felino (12,4%), San Secondo (11,8%), Langhirano (11,6%), Colorno (11%), Sissa (10,5%), Sorbolo e Torrile (10,2%).

nella tabella sopra il tasso di adesione al PCI

Numeri oggi inimmaginabili, a maggior ragione se si pensa che nella ex roccaforte di Fontevivo nel 2020 il sindaco leghista Tommaso Fiazza ha vinto con il 75% dei consensi.

Si segnala, per contro, il dominio totale della DC nella montagna parmense, che diventa irridente a Tornolo dove in tutti gli anni ’70 il PCI riuscì a fare solo 2 iscritti, per un anno.

Sì, forse era più facile essere assunti in ospedale o in Tep se si aveva in tasca una tessera del PCI, oppure in banca, in posta o all’università con quella della DC (per non parlare delle tessere passepartout dei socialisti!), però è indubbio che la convinzione e le pulsioni politici di allora fossero incomparabili col disincanto quando non l’ostilità dei giorni nostri.

In quello scontro ideologico e culturale tra due modelli alternativi di società la mobilitazione veniva spontanea, l’adesione a un campo piuttosto che all’altro era nelle cose, o di qua o di là. Mai come allora si inverava la frase di Lenin: “Chi non sta da una parte o dall’altra della barricata, è la barricata.

Per questioni anagrafiche non ho vissuto politicamente quegli anni, li ho conosciuti solo a posteriori dai libri e dai racconti altrui. Metto quindi in conto di avere un pò mitizzato le sezioni piene di fumo di sigarette, di intellettuali e di operai, i cortei che facevano tremare i muri delle case, le bandiere e i pugni chiusi che coprivano il cielo, le parrocchie che minacciavano le anime, le scomuniche, la religione che diventava ideologia, e di averne rimosso gli aspetti negativi.

Quando si vuole evadere dalla realtà, si corre il rischio di diventare prigionieri della propria immaginazione.

Ma quei 22.000 parmigiani iscritti al PCI mi fanno immaginare una Parma in bianco e nero così diversa da quella di oggi, elettrica, acculturata, passionale.

Una Parma di lotta e di preghiere.

Andrea Marsiletti

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