“Rivedere il tabellone in P.le Bertozzi”

SMA MODENA

Le altre notizie pubblicate oggi
(non più in homepage)
___
07/06/2010
h.10.30

In piazzale Bertozzi un cartellone elenca, con immagini fotografiche degli interventi, i punti di riqualificazione dell’Oltretorrente.
Al n. 31 compare il progetto presentato dalla società Parma Santa Teresa srl per l’ex Anagrafe. L’immagine e la previsione urbanistico-edilizia sono improprie perché riproducono un progetto non attuale.
Vero che il Consiglio comunale ha adottato il PUA dell’intervento e l’incremento di altezza di m. 3,00 rispetto ai 14 metri previsti dall’articolo 50 del RUE, accogliendo una richiesta della Società.
Ma ho presentato, sul punto, una osservazione al Consiglio comunale, non ancora controdedotta. Il Comune ha chiesto un parere legale sulla questione; parere o non reso o non tranquillizzante poiché, ad oggi (e la delibera era del 27.10.2009) la mia osservazione non è stata controdedotta in Consiglio comunale. E sembra che la Società si sia decisa a rivedere il progetto affidando un incarico all’arch. Canali. Sul punto ho poi presentato anche vari esposti.
Dunque anzitutto dopo la sola “adozione” del progetto, ed in mancanza di approvazione, il Comune non aveva titolo per “reclamizzare” l’intervento. (Già, perché il cartello è anche pubblicitario). Né tanto meno poteva parlare di RIQUALIFICAZIONE. Dizione inaccettabile perché: per altezza, dimensioni, forma estetica e gigantismo planivolumetrico, l’intervento strazierebbe il prezioso, storico, armonioso quadrante dell’Oltretorrente, in cui sono presenti case minime per pianta ed altezza. Salvo non voglia attenuare la “dinosaurica” tettoia della Ghiaia con la creazione di un impatto visivo ancor più lacerante sul fronte opposto del nostro Torrente.
Invito ad eliminare il punto 31 dal tabellone dei punti di riqualificazione dell’Oltretorrente; così come quello della realizzazione di un hotel all’ex padiglione Vighi: perché intervento di privati.
Ancora, al punto 16, si parla di “recupero” dell’Ospedale Vecchio. Dizione fumosa, utilizzata per l’impossibilità di avvalersi dell’unico termine per un intervento appropriato: il restauro. (Che non si farà per la pervicacia di realizzare il P.F, che stravolge il valore culturale del Complesso).