Rodolfo Marchini: “Possiamo già essere felici qui in vita nella fede dell’eterna visione in Dio”

TeoDailyRodolfo Marchini interviene sul tema della resurrezione dei corpi commentando l’articolo del direttore Andrea Marsiletti “La resurrezione dei nostri corpi nell’aldilà, la verità di fede più difficile da credere: saremo simili al Cristo risorto“.

“Saremo simili a Cristo”, ecco, come lui, come Cristo, nel senso di simili, ma non di “uguali” a lui (che è Figlio e Dio, nella e della stessa sostanza trinitaria), è un assunto del tutto condivisibile.

Saremo simili a lui alla fine dei tempi e per l’eternità.

Sul come saremo, ossia quale corporeità trasfigurata potremo avere, è un mistero.

E non può che essere un mistero inevitabilmente incomprensibile per le nostre facoltà, le quali devono per forza agire nel campo dell’hic et nunc, nel tempo e nello spazio nostri.

Ma non sarà, non potrà più essere così quando il tempo e lo spazio nostri, pure essi, come il nostro corpo, saranno trasfigurati.

Da qui viene la necessità di “affidarci”, senza alcuna presunzione intellettualistica, alla parola rivelata, quella delle Sacre Scritture, del Vangelo di Cristo e di quel gigante profetico che è San Giovanni e che il direttore opportunamente cita: “tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno”.

Aggiunge San Giovanni :”Ad una resurrezione di vita quanti fecero il bene, ad una resurrezione di condanna quanti fecero il male”.


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E qui solo la nostra capacità di immaginazione ci può aiutare a concepire quello stato. E allora mi sovviene il passo dantesco di fronte all’imperscrutabilita’ delle verità di fede: “State contente, umana gente, al quia; ché se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria”! Chi pretende di capire le verità di fede e di spiegarle con la nostra razionalità umana è sì apprezzabile per la sua volontà di approfondire oltre la superficie dell’evidenza, però non abbia anche la pretesa di arrivare alla comprensione del mistero teologico di ciò che potrà riservarci la fine del tempo e dello spazio.

Nel tenerci ammoniti dal “Siate contente, umana gente, al quia”, possiamo, però, essere felici già ora, su questa terra e in questo mondo, nella fede di poter godere di un destino la cui prospettiva è l’eterna visione coesistente in Dio: “figli insieme con lui in una vita di fraternità e comunione”.

E credo che sarà veramente il destino di tutti gli uomini che avranno agito per il Bene!

E questa è la fede che può di certo rendere già migliore questa nostra vita terrena!

Rodolfo Marchini

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