L’Inter ha le mani sullo scudetto.
Il margine tra la beneamata e le inseguitrici si allarga giornata dopo giornata e dimostra come avere le idee chiare, avere acquistato giocatori utili al progetto e non avere inseguito umori e mode paga sempre. La premiata ditta Marotta Conte ci ha messo due anni per costruire una squadra che ha sia capo che coda. Certo non tutti i giocatori sono fenomeni, si pensi al centrocampo dove oltre alcuni gregari (Brozovic) e talenti vecchi e nuovi (Eriksen, Perisic e Barella) hanno preso il sopravvento sui giocatori bolliti (Vidal) o mai emersi (Gagliardini). Ma se si legge la formazione neroazzurra si nota la coerenza tipica delle squadre che si possono recitare a memoria.
Questo nonostante la tesi pre-campionato di una rotazione degli effettivi che avrebbero reso le formazioni toniche e pimpanti. Invece no. Al calcio servono idee chiare e ruoli definiti. Van bene alcune modifiche sul tema ma se si tratta di continui stravolgimenti tattici ecco che i calciatori perdono le distanze, si confondono le idee e alla fine si eprdono per strada come la Juve di quest’anno.
Sul tavolo degli accusati compare come primo nome Pirlo. Seppure anche l’allenatore abbia le sue colpe, non è certo stato aiutato da un esagerato numero di infortuni che gli hanno impedito di mostrare le sue acerbe idee di calcio. Ma chi si lamenta del tecnico si dimentica la qualità media della rosa dove spiccano grandi campioni mal assemblati con giocatori mediocri che non potrebbero trovare posto non solo nelle migliori squadre europee quanto nel campionato nostrano. Bentancur e Arthur sono onesti comprimari, Bernardeschi ha fallito il compito di dimostrare di essere da Juve.
Ma che dire dei dirigenti che hanno anche perso per strada quei giocatori che oggi avrebbero dato il loro contributo (Emre Can, Mandzukic, Cancelo, Pijanic ecc)? Sicuri che i novi siano stati migliori? Le plusvalenze e i parametri zero non possono sostituirsi alle necessità di allestire una rosa adeguata. Un centrocampo così male assortito creerebbe problemi a chiunque tacendo della difficoltà di inserire in uno spartito così stonato CR7 che dovrebbe essere la ciliegina e non la torta. Forse se la Juve terrà il portoghese dovrebbe creargli intorno gente che serva al progetto specialmente se il progetto esiste. La discriminante ora diventa, specialmente dopo l’ennesima figuraccia con il Toro, arrivare tra le prime quattro.
Al secondo posto resta il Milan che ha frenato clamorosamente pareggiando contro una Sampdoria che non ti aspetti.
E vince ancora l’Atalanta che non conosce cali. Batte l’Udinese che combatte ma soccombe in un pirotecnico 3-2.
La Roma dilapida a Reggio Emilia il vantaggio e vede allontanarsi il quarto posto, il Napoli rischia contro il Crotone in una gara del ‘vai col liscio’ in difesa (4-3 il risultato finale).
La Lazio infine batte allo scadere la Spal con il solito panterone Caicedo.
Ecco la classifica alta Inter 68 (quasi campione d’Italia), Milan 60, Atalanta 58, Juve e Napoli 56, Lazio 52 e Roma 51.
Mercoledi si recupera la famigerata Juve Napoli una partita che alla luce della classifica diventa dirimente per i sogni di gloria delle due società. Mercoledi gioca anche l’Inter contro il Sassuolo. Tre punti sarebbero una sorta di viatico ai festeggiamenti per lo scudetto tanto atteso.
Indietro dal basso all’alto Crotone 15 (quasi in B) Parma 20, Cagliari 22, Torino 24 (una partita in meno).
Il prossimo weekend vedrà tra gli altri: Parma- Milan,Juve Genoa, Inter Cagliari, Fiorentina Atalanta.
Alla prossima,
Gianni Bandiera