
Le altre notizie pubblicate oggi
(non più in homepage)
___
04/11/2010
h.12.10
Avendo letto il piano economico e finanziario (PEF) sull’inceneritore ci siamo resi conto di tutte le bugie che ci hanno raccontato sia gli amministratori locali, sia quelli di Enia ora Iren. Noi dal 2005 affermiamo che: con l’inceneritore i costi per i cittadini non diminuiranno, che l’inceneritore per esistere economicamente deve essere sovvenzionato dai Cip6 (ora certificati verdi), che l’inceneritore emette diossine e nanopolveri altamente nocive per le persone.
Tutto ciò viene drammaticamente confermato leggendo il Piano Economico Finanziario dell’inceneritore in costruzione. Tutto il progetto si rivela essere un grande affare per pochi, a scapito della salute e delle tasche dei cittadini. Ecco i punti del piano che sono maggiormente critici:
Il costo dell’impianto passerà dai 175 milioni di euro stimati a ben 315 milioni. Infatti per l’impianto viene stimata una spesa di 205 milioni, per la fase di completamento ulteriori 45 milioni e per la rete di teleriscaldamento altri 65 milioni. Sono cifre enormi difficilmente giustificabili se non con l’ipotesi fatta oggi da AGCR, di una terza linea di incenerimento già prevista da ENIA/IREN. E perché una terza linea che porterebbe la capacità dell’inceneritore a 195 mila tonnellate, se a Parma e provincia se ne producono solo 65.000? Perché verranno bruciati rifiuti provenienti da altre zone d’Italia e forse anche gli speciali, permettendo a IREN di fare business sulla pelle dei cittadini della città ducale.
Le tariffe non diminuiranno: nonostante Enia e poi Iren abbiano sempre affermato che l’inceneritore veniva costruito per rendere indipendente il parmense nel settore rifiuti, evitando gli enormi costi di smaltimento in altre province, oggi leggiamo che le tariffe si assesteranno su quelle del 2009. Infatti è vero che ci sarà un risparmio sullo smaltimento ma verrà vanificato dagli enormi costi di costruzione che verranno spalmati su noi utenti. Quindi NIENTE RISPARMIO PER GLI UTENTI.
Enormi guadagni per il gestore IREN e solo danni alla salute per i cittadini: proprio leggendo il PEF, il Movimento 5 Stelle ha deciso di presentare una interrogazione in regione per chiedere ragione del fatto che la costruzione dell’inceneritore di Parma si sostiene solo sull’apporto economico derivante dall’ottenimento dei famosi certificati verdi, ottenibili bruciando i fanghi di depurazione. Nei flussi di cassa individuati dal gestore si parla di ben 20 milioni annui di cui ben 15 milioni derivano proprio dagli incentivi e dall’energia prodotta bruciando questi fanghi.
Invece la Comunità Europea và verso una normativa per la depurazione di tali fanghi e per il loro riutilizzo in agricoltura. In alternativa essi potrebbero venire trasformati in sabbia sintetica, attraverso impianti di nuova generazione, che eliminano la combustione ad altissime temperature. Non si produrrebbero così quei danni per la salute che invece l’inceneritore causerebbe! Visti i dati sopra riportati è chiaro che la sostenibilità economica dell’inceneritore di Parma senza la combustione di 20.000 tonnellate l’anno di fanghi di depurazione, non avrebbe più ragione di esistere.
Per questo motivo il Movimento 5 Stelle ha presentato ieri in Regione un’interrogazione sul progetto inceneritore di Parma, chiedendo che ne venga bloccata la costruzione visto che esistono alternative alla combustione dei fanghi e le politiche europee suggeriscono un diverso trattamento.
Giovanni Favia nella interrogazione ripropone “tecniche alternative piu’ rispettose delle norme europee, meno costose e meno dannose per l’ambiente e la salute umana: ossidazione a umido per i fanghi di depurazione, Centro riciclo all’avanguardia per trattare gli scarti plastici-cartacei ed altri prima non riciclabili, ora trasformabili tramite estrusione in sabbie sintetiche per edilizia, impianti per il trattamento tramite estrusione già in funzione a Treviso e quello per il trattamento dei pannolini, per un totale di 5.000 tonnellate annue trattate”. Tutti impianti aggiuntivi che insieme al Trattamento Meccanico Biologico rendono vano l’inceneritore anche in provincia di Parma recuperando, riciclando e mandando a compostaggio il 95% dei rifiuti.
Inoltre noi, come Movimento 5 Stelle di Parma, viste anche le prove documentali dei Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) e visto il PEF affermiamo che tutti i consiglieri comunali e provinciali e gli assessori all’ambiente, il Sindaco ed il Presidente della Provincia che erano a conoscenza dello stesso, o sono incompetenti e non hanno svolto correttamente il loro lavoro o hanno mentito ai cittadini.
Pertanto ne chiediamo il “licenziamento”. Questo passo è fondamentale per ridare un minimo di credibilità agli interlocutori istituzionali.