
11/02/2010
h.10.20
ParmaDaily ha intervistato Paola Varesi, da qualche mese eletta segretaria provinciale di Rifondazione comunista di Parma.
Segretaria, il Partito della Rifondazione comunista di Parma in questi ultimi anni è andato sui giornali più per i suoi scontri tra le varie mozioni/correnti che per la proposta un progetto politico chiaro. A che punto siamo della “contesa interna”?
E’ vero che spesso c’è stato un eccesso polemiche e di litigiosità interna, ma non si può dimenticare che in questi anni Rifondazione Comunista è stata anche in prima fila in molte iniziative politiche e sociali a difesa del lavoro e contro la precarietà, per la casa, l’ambiente, la tutela della condizione degli studenti.
Oggi c’è anche una consapevolezza diffusa all’interno del partito che è necessario dedicare meno tempo alle polemiche interne. Questa volontà comune non cancella il dibattito e il confronto tra posizioni diverse ma esprime anche un forte spirito unitario. Non possiamo permetterci altre divisioni.
Penso di poter dire che la mia elezione, quella della segreteria ampiamente rappresentativa e quella di Andrea Davolo alla presidenza del comitato federale, rappresentino un buon segnale di miglioramento del clima interno.
Quali sono i principali obiettivi che si pone per il rilancio del PRC di Parma?
Il nostro partito deve essere sempre più presente nel conflitto sociale.
In questi mesi siamo stati a fianco dei lavoratori che hanno difeso il posto di lavoro, come all’SPX di Sala Baganza. Siamo stati presenti nella mobilitazione antifascista contro Casa Pound. Siamo parte del movimento contro l’inceneritore. Presenti nella società, prima di tutto, a fianco di chi si batte per cambiarla e rimuovere le ingiustizie.
Vogliamo poi dare impulso concreto alla costruzione della Federazione della Sinistra, insieme al PdCI e alle altre forze che l’hanno promossa a livello nazionale.
Pensiamo che sia indispensabile cerare un soggetto plurale che unisca la sinistra comunista, alternativa e anticapitalista. La Federazione serve anche a rispondere alla richiesta di unità che ci viene da chi vuole che in Italia si ricostruisca una sinistra forte, radicale, di massa.
In merito ai rapporti con il PdCI qual è la sua opinione? Distinzione, federazione, fusione?
Come ho detto dobbiamo avviare a tutti i livelli la costruzione della Federazione della Sinistra.
Oggi non si tratta di cancellare le forze che esistono ma di unirle nell’azione politica e sociale comune.
Si è già visto che le forzature producono spesso più divisioni che unità.
Alcuni ultimi sondaggi danno il PRC+PDCI al 1,6% (http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/). Che spiegazione dà nel vedere i comunisti ridotti così ai minimi termini?
Un altro sondaggio quasi contemporaneo ci dà un risultato più favorevole.
Certo non ci nascondiamo le difficoltà. Paghiamo ancora la delusione nei confronti dell’ultima esperienza di governo del centro-sinistra e le ripetute divisioni e scissioni che ci hanno colpito. C’è anche da mettere nel conto la cancellazione dei comunisti e della sinistra dai grandi mezzi di informazione, siano essi vicini al centro-destra o al PD. D’altra parte il fallimento evidente della prospettiva strategica da cui è nato il PD da un lato, l’inadeguatezza dell’Italia dei Valori a costituire una coerente forza di alternativa, ci dicono che esistono tutte le condizioni per far crescere la Federazione della Sinistra e con essa Rifondazione Comunista.
Non sarà un percorso facile ma penso che ce la possiamo fare.
Qual è la sua opinione sull’operato della Provincia di Bernazzoli?
Noi siamo stati molto critici soprattutto con l’ultima fase della gestione della Provincia da parte di Bernazzoli e del PD. Dalla scelta dell’inceneritore alla continua cementificazione del territorio, alla carenze nella gestione delle politiche di sostegno al lavoro in una fase di crisi, abbiamo espresso la nostra netta opposizione. Abbiamo ritenuto l’Amministrazione provinciale troppo subalterna ai poteri forti, questo ha impedito di raggiungere un’intesa nelle elezioni provinciali.
Per ora non vediamo novità significative.
Come preparare e con chi l’alternativa all’amministrazione Vignali?
Per costruire un’alternativa vera occorre una visione diversa dello sviluppo della città, degli interessi sociali che vanno tutelati, della partecipazione democratica oggi sempre più negata, rispetto a quelle dell’attuale Giunta. Dietro alle apparenze, crescono le contraddizioni e le situazioni di povertà e di isolamento nella nostra città.
A partire dall’opposizione bisogna far capire concretamente qual è la città che vogliamo e che vuole realmente la maggioranza dei cittadini, a cui oggi nei fatti è negata la parola.
Cominceremo a lavorare ad una proposta che parli alla città. Oggi non sappiamo se il PD è interessato a questo tipo di progetto, chiaro, vicino alle esigenze di chi lavora, dei giovani, di chi oggi è in difficoltà, oppure vuole corteggiare i palazzi del potere e inseguire il moderatismo.
Una scelta politica questa che non paga e lo si è già visto più volte.