Sul confine della Corea del Nord e quella del Sud…

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31/08/2014

Christian Pivetta, delegato ufficiale Italia dell’Associazione Italia – Corea del Nord, racconta il suo viaggio di un mese nella Repubblica Popolare, il “Paese più inaccessibile al mondo”. ParmaDaily documenterà il viaggio con foto, commenti e opinioni sul campo di Pivetta condivisi con noi dal suo profilo Facebook. Cristian che ci dà l’opportunità di un reportage straordinario per i nostri lettori (e in generale per tutti gli italiani) e per questo lo ringraziamo di cuore. Il servizio giornalistico si concluderà con l’intervista di Pivetta per ParmaDaily. Andrea Marsiletti

A PANMUNJOM, SUL CONFINE TRA LA COREA DEL NORD E QUELLA DEL SUD (guarda le FOTO!)

Caricate sui pullman tutte le vaschette d’asporto per il cibo, alle ore 7 e mezza in punto ci mettiamo in viaggio per Panmunjom (ndr il confine tra la Corea del Nord e quella del Sud); la carissima Hun Hui Dongji, non verrà con noi poiché approfitterà della giornata libera per trascorrerla in compagnia dei suoi genitori.
Le quasi tre ore di viaggio sono intervallate da una piccola sosta presso una struttura a ponte che scavalca l’autostrada, simile a quelle nostre, ma attualmente utilizzata solo nell’area esterna dove sono presenti dei banchetti con in vendita svariati prodotti locali.
Il traffico in autostrada è praticamente assente ed approfittando di questo, alcune volte, viene utilizzata come area di svago da parte di alcuni ragazzi del luogo. Il piccolo Kim Dongji accompagna la delegazione di noi sei italiani, unico vero gruppo a mantenere un po’ di allegria sull’autobus considerata la presenza dei più teutonici russi, e giapponesi. Il canto è bipartisan, sia perche noi abbiamo imparato almeno qualche canzone coreana e soprattutto perche il carissimo Kim Dongji intonerà i testi di alcune canzoni italiane, quali “Sono un italiano” di Toto Cotugno.
La zona di confine demilitarizzata tra i due Stati della penisola Coreana è una fascia che si estende per 2 km da entrambi i lati del confine, formando così una fascia di 4 km lungo tutto il confine tra le due Coree. In questa area non è permessa l’introduzione di nessuna arma, se non la pistola sotto un determinato calibro da parte del personale militare, per la difesa personale. Si narra che in questa ampia area completamente abbandonata dall’uomo da ormai settant’anni la natura abbia ripreso il sopravvento ristabilendo equilibri naturali di vegetazione ed animali che potevano avvenire solamente con l’assenza dell’attività umana.
Durante la visita è stato possibile ammirare l’edificio dove i comandanti delle due opposte fazioni hanno firmato l’armistizio nel 1953, le cui copie, in coreano e inglese, sono tuttora conservate e visionabili. A questo proposito vale la pena di ricordare che la guerra iniziata il 25 giugno del 1950 non è stata provocata da un’aggressione da parte delle forze settentrionali ma come controffensiva in seguito a numerosi attacchi perpetrati da unità sud-coreane lungo la frontiera tra le due Coree.
Ci spostiamo proprio sul confine tracciato a terra da un piccolo muretto alto circa 10 cm dove su un fronte sono presenti i soldati legittimi nordcoreani e sull’altro i soldati illegittimi nordamericani affiancati da quelli sudcoreani.
A cavallo del muretto di confine i gazebo azzurri perfettamente posti per metà sulle due coree; l’ingresso è possibile da entrambi i lati, ma una volta entrati sulla porta dal lato opposto viene presenziata l’uscita dai soldati. All’interno perfettamente sopra il confine il tavolo con i microfoni che separano le due Repubbliche. Questa è la terza volta che visito questo luogo che sancisce l’ ingiusta divisione di un unico popolo perpetrato come al solito dall’interferenza ed aggressione imperialista statunitense. Anche questa volta devo constatare la tristezza che affligge i coreani nel giungere in questo luogo.
La visita prosegue con una sosta nella città di Kaesong l’unica grande città della Repubblica Popolare Democratica di Corea che presenta ancora un centro storico vero e proprio. Questa caratteristica è dovuta al fatto che durante l’avanzata dell’esercito sud-coreano e di quello nord-americano nella Guerra di Corea, questa città è stata occupata dalle truppe d’invasione, salvandosi così dai bombardamenti che invece hanno coinvolto tutte le altre città del Nord.
La pausa pranzo che originariamente avrebbe dovuto consumarsi al parco pubblico è stata improvvisamente spostata per questioni meteorologiche avverse, all’interno di un ristorante statale, che proprio per il fatto di essere di proprietà pubblica non ha minimamente obbiettato sul fatto che circa 30 persone abbiano consumato il proprio pasto portato da casa, sedute comodamente sui tavoli e senza la necessità di pagare od acquistare nulla. Immaginatevi di farlo in un Paese capitalista, ci avrebbero lasciato fuori sotto l’acqua ed i fulmini!
Durante il tragitto di ritorno è stato possibile vedere di passaggio altre piccole città e fattorie collettive: praticamente non vi è metro quadro di terreno coltivabile che non sia sfruttato. Parte del lavoro agricolo viene eseguito ancora manualmente, anche se devo constatare che rispetto ai miei passati viaggi la situazione è notevolmente migliorata, e diversi trattori e macchinari agricoli sono ora presenti nell’aiuto del lavoro nei campi da parte dei contadini.
Informo Jong Chol Dongji della mia volontà, considerata la mia lunga permanenza, di trascorrere una giorno in campagna al fianco dei contadini dando un aiuto nel loro lavoro dei campi, essendo questa stagione in cui il riso viene piantato. Mi risponde che farà il possibile per accontentarmi. Rientrati in città una piccola passeggiatina fino alla stazione ci aiuterà a sgranchire le gambe, a scattare qualche fotografia.
Durante la cena abbiamo modo di dialogare un po’ sulle cose viste e le situazioni vissute. Il dopocena lo trascorreremo tutti assieme fino a notte fonda seduti sulla cima dell’argine lungo il fiume Taedong, cosa che sfaterà definitivamente la questione sui falsi coprifuochi notturni raccontati dalla stampa occidentale. Infatti molta gente è ancora presente lungo i viali di Pyongyang.
Qualche foto verrà da me scattata per testimoniare la falsità sulle dicerie che vedrebbero la Corea privata dalla luce elettrica.
Rientrati in hotel ci riuniamo tutti in compagnia degli ormai amici coreani Kim e Hun Hui a bere la birra Taedong in camera di Manuel.

Cristian Pivetta

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD
Il viaggio di Cristian Pivetta.

Partenza verso Pechino!
Addio Capitalismo! Sono arrivato a Pyongyang!
Pyongyang è una fiaba incantata
Che fortuna nascere in Corea del Nord!
Una partita di pallavolo a Pyongyang
Visita al nuovo Ospedale pediatrico di Pyongyang
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