
14/08/2012
Assemblea legislativa gremita – sia in Aula, fra i banchi dei consiglieri e in quelli della Giunta, ma anche tra le postazioni riservate al pubblico – per la seduta straordinaria convocata alla vigilia di ferragosto sul caso Terremerse, che coinvolge il presidente della Regione, Vasco Errani, con una richiesta di rinvio a giudizio a suo carico richiesta dalla Procura di Bologna e sulla quale si pronuncerà il Giudice per l’udienza preliminare (Gup) il prossimo 7 novembre. All’ordine del giorno richiesto dalla Lega Nord e dal Movimento 5 stelle, avallato dall’Ufficio di presidenza, anche un aggiornamento da parte della Giunta sulle azioni messe in campo per il dopo terremoto.
Sulla vicenda Terremerse, “nella comune consapevolezza che questa non è la sede nella quale si possa svolgere un dibattimento”, il presidente Errani ha riassunto i rilievi per i quali la Procura di Bologna ha chiesto il suo rinvio a giudizio per il reato di falso pubblico che sarebbe stato rilevato nell’ambito della relazione redatta dei direttori regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti e allegata ad un esposto presentato dallo stesso presidente della Giunta alla Procura il 22 ottobre 2009, in seguito ad alcuni articoli usciti sulla stampa relativi a Terremerse, cooperativa allora presieduta dal fratello di Errani, Giovanni, e destinataria di un finanziamento regionale. La scelta di interessare la Procura, “perché potesse svolgere celermente gli opportuni accertamenti”, ha ribadito Errani, era la “strada maestra più diretta e trasparente per chiarire tutta la vicenda, non avendo nulla da nascondere”.
Nella relazione – ha riferito Errani – si assumeva come verosimile, sulla base delle informazioni assunte, che un passaggio dello svolgimento delle pratiche edilizie avviate dalla cooperativa agricola Terremerse presso il Comune di Imola “potesse interpretarsi come ‘variante’ in luogo di nuovo permesso, e si rinviava esplicitamente per una documentazione compiuta agli atti in possesso del Comune. Tale valutazione, rivelatasi errata, – e questo è ciò che si rimprovera come falso – era sostenuta all’epoca anche dal tenore formale della documentazione esistente”. In proposito, Errani ha quindi ricordato che la Regione, a fronte di irregolarità nell’iter edilizio ravvisate dalla Procura, si è tutelata chiedendo all’azienda la restituzione del finanziamento a suo tempo concesso, “e attendo ora su tale ingiunzione il giudizio del Tar”.
“Ho sempre espresso fiducia e rispetto nell’operato della magistratura e continuo a farlo, non per una ragione di forma ma per intima convinzione”, ha poi sottolineato Errani, “confido che la verità emerga con forza e che il prossimo 7 novembre il giudice accerterà la mia buona fede e l’insussistenza del rimprovero penale che mi viene mosso”.
Chiudendo poi il dibattito in Aula, e di fronte alla domanda arrivata soprattutto da Manes Bernardini (Ln) e Giovanni Favia (M5s), su cosa farà se il 7 novembre verrà rinviato a giudizio, e cioè se resterà in carica o si dimetterà, Errani ha risposto: “Rispetto la magistratura, è il giudice che deve decidere il 7 novembre e io tutto quello che dovevo dire a questo proposito l’ho detto. Sono convintissimo di ciò che ho fatto: non mai interferito in alcun modo. E non c’è nulla, tantomeno nella mia vicenda personale, che possa distogliermi dalla vicenda del terremoto: vi assicuro nella più totale serenità, che nulla può mettere in discussione anche un solo minuto dell’impegno che debbo alla mia gente”.
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14/08/2012
h.12.40
“Questa non è un’aula di tribunale, e non abbiamo chiesto la convocazione del Consiglio per processare il Presidente Vasco Errani” – dice Giovanni Favia, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, che ha firmato la richiesta di seduta straordinaria – “Noi crediamo, a differenza di altri colleghi che si sono permessi di mettere in dubbio l’operato di Roberto Alfonso parlando di elementi ‘deboli’, che la Procura di Bologna debba lavorare in serenità e abbia senz’altro le sue ragioni per i passi che sta compiendo. Per questo” – spiega ancora Favia – “la questione si sposta dal piano processuale a quello politico. E la responsabilità di Errani sull’operato di Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, dirigenti di fiducia nominati direttamente dalla Giunta, e addirittura più pagati del Presidente stesso, restano e resteranno. Sulle 160 pagine consegnate in Procura i passaggi fondamentali erano un paio, e – dato che il Presidente lo ha firmato in calce – credo che avesse il dovere, e fosse opportuno, che controllasse dettagliatamente. Erano due righe, solo due righe quelle fondamentali.
E non le ha viste? Il Presidente, che è persona attenta e intelligente, non poteva non sapere di un finanziamento così importante alla cooperativa del fratello. Credo che sia naturale, in un caso del genere e con tale responsabilità, mettere il doppio dell’attenzione normale. Aspettiamo cosa dirà il Tribunale ma possiamo già anticipare al Presidente che, secondo noi, se verrà rinviato a giudizio, dovrà dimettersi.
Non sarà sereno, sotto processo, e non potrà dedicare tutto il tempo necessario ai tre importanti ruoli che ricopre: Presidente della Regione, della Conferenza Stato Regioni e, soprattutto, Commissario Straordinario per il Terremoto.
Quest’ultimo ruolo, in particolare, richiede un’attenzione e un rispetto speciali per le vittime e per il territorio colpito. Infine” – conclude il Consigliere – “mi inc uriosisce sapere perché il PD applichi un sistema di due pesi e due misure: in altre regioni chiede le dimissioni di avversarsi politici per questioni analoghe, qua invece è iper-garantista. Eppure un articolo del loro statuto prevede l’incompatibilità fra l’essere sotto processo e l’essere candidati. Intendono applicarlo, oppure vale solo per i pesci piccoli e non per quelli grossi?”.
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