
22/09/2009
h.13.40
Il bioetanolo? Un’opportunità per l’agricoltura parmense. Se n’è parlato oggi all’Hotel Parma & Congressi in un convegno organizzato dall’Azienda agraria sperimentale Stuard e dalla Regione, in collaborazione con la Provincia, l’Università cattolica del Sacro cuore, l’Università di Parma, l’Azienda sperimentale “Vittorio Tadini” e Chemtex Italia. Al centro dell’appuntamento, il progetto di filiera per la produzione di bioetanolo della stessa Azienda Stuard, che si avvale di un ingente cofinanziamento della Regione Emilia Romagna.
“Questo progetto, finanziato con fondi derivati dalla dismissione degli impianti bieticolo-saccariferi, ha un potenziale importante. La Regione su questi fondi avuti dal Ministero ha concesso il finanziamento all’Azienda Stuard, che unitamente all’impresa prima nel mondo in questo settore sta effettuando un monitoraggio di due anni.
Sulla base degli esiti del monitoraggio avremo poi gli elementi su cui imposteremo gli eventuali sviluppi – ha detto il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari -. Il bioetanolo di seconda generazione è un carburante di grande qualità, che ha un trattamento molto più selettivo e usa materiali diversi rispetto a quello di prima generazione, il quale necessita invece di grandi terreni. Comporta un minor consumo di terreno, ma soprattutto guarda a un settore molto limitato di colture erbacee”.
Al convegno, oltre a Ferrari, hanno partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, il presidente dell’Azienda agraria sperimentale Stuard Nicola Dall’Olio, Tommaso Di Felice della Chemtex Italia – Gruppo Mossi & Ghisolfi, Filippo Arfini e Michele Donati della Facoltà di Economia dell’Università di Parma, Roberto Reggiani dell’Azienda sperimentale Stuard.
Il bioetanolo è il “carburante ecologico” più diffuso a livello mondiale e rappresenta un’alternativa concreta ai combustibili tradizionali. È utilizzato soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile e in Cina, dove copre circa il 4% dei volumi di benzina consumati, ma in Europa il suo utilizzo è ancora marginale, con un’incidenza sui consumi di benzina di poco superiore all’1%.
Per questo l’Azienda agraria sperimentale Stuard, con il cofinanziamento della Regione Emilia Romagna, ha strutturato il suo progetto, volto alla realizzazione di una filiera agroindustriale per la produzione di bioetanolo di seconda generazione.
Il bioetanolo “di prima generazione” è prodotto attraverso la fermentazione naturale di zuccheri contenuti in prodotti agricoli come cereali, amidacee, colture zuccherine. Il bioetanolo “di seconda generazione” si basa invece sulla fermentazione, oltre che degli zuccheri sfruttati dai processi di prima generazione, anche delle ben più consistenti frazioni ligno-cellulosiche: questo consente di aumentare notevolmente le rese produttive di bioetanolo per ettaro nonché i rendimenti energetici.
Il progetto dell’Azienda Stuard, primo in graduatoria tra quelli presentati per il bando regionale di riconversione del settore della barbabietola da zucchero, mira a definire le condizioni di fattibilità, sostenibilità economica e ambientale per l’avvio, su scala industriale, della produzione di bioetanolo di seconda generazione a partire da colture annuali di sorgo da fibra e da foraggio.
Le attività sperimentali riguardano sia la fase di campo relativa alla produzione, raccolta e condizionamento della biomassa, sia la fase di trasformazione e produzione di bioetanolo di seconda generazione attraverso un impianto pilota di recente realizzazione.