
“L’improvvisa chiusura della piscina Giacomo Ferrari di via Zarotto, lo scorso febbraio, ha messo in seria difficoltà le società sportive che utilizzano l’impianto con migliaia di bambini, ragazzi e master iscritti che si sono visti interrompere i corsi o spostare la sede di allenamento dall’oggi al domani. Gli agonisti addirittura nel reggiano, a Sant’Ilario d’Enza, con tempi di spostamento che certo non agevolano le famiglie. Anche negli impianti sportivi e più in generale nel diritto allo Sport, Parma in questi anni ha fatto molti passi indietro”.
Così Pietro Vignali, candidato sindaco civico, durante un incontro con i rappresentanti delle società Nuoto Club 91 e Villa Bonelli, al quale ha partecipato anche la consigliera comunale e parlamentare della Lega Laura Cavandoli.
“La piscina di via Zarotto – prosegue – è in una posizione strategica per i quartieri San Lazzaro e Montebello, una zona della città molto popolosa e piena di bambini, ragazzi e anziani che utilizzano la struttura. Il risultato di questa situazione è che le società hanno perso tantissimi iscritti e sono a rischio chiusura, dopo essere già state molto in difficoltà a causa della pandemia. Noi non vogliamo che si perda una parte di storia dello sport cittadino”.
“Mentre l’amministrazione perdeva tempo con progetti di vasche all’aperto nel Parco Ferrari, che in città esistono già, la struttura è stata trascurata fino a diventare inagibile – aggiunge Laura Cavandoli -. In generale la situazione delle piscine pubbliche a Parma è critica, ma credo che per quanto riguarda via Zarotto si possa prevedere un intervento manutentivo durante l’estate per poterla riaprire a settembre e restituirla alle società sportive. Poi si deve pensare a soluzioni alternative. Purtroppo questo è un altro brutto esempio di immobilismo e inerzia. I tempi per prendere in mano la situazione ci sarebbero stati e invece oggi ci troviamo con società sportive, cittadini e giovani atleti privati degli spazi dove praticare lo sport che amano. Ora bisogna correre ai ripari per restituire l’impianto alla città”.