Pellegrinaggio in Terra Santa – Nei pressi di Cafarnao in Galilea, sulle rive del lago di Tiberiade, a un paio di chilometri da dove avvenne la moltiplicazione dei pani e dei pesci e dal luogo in cui il Risorto apparve agli apostoli e cenò con loro, si trova il “Monte delle Beatitudini”.
Qui Gesù pronunciò i suoi insegnamenti fondamentali ed espliciti, il Discorso della Beatitudini (o della Montagna), riportato da Matteo e Luca (e per qualche passo anche da Tommaso). E’ stato il discorso forse più commentato nella storia dell’umanità, di certo il più rivoluzionario, quello che più ha formato il pensiero occidentale.
Durante il mio pellegrinaggio in Terra Santa per Teodaily non posso non andare su quel monte.
Ecco la scena descritta dai Vangeli: Gesù sale sulla collina, si siede sulla sua cima (dove oggi sorge una chiesa). Intorno a sé ha la cerchia dei suoi discepoli, poi poco alla volta si raduna una grande folla di curiosi, di persone che invocano una guarigione o che egli liberi Israele dalla dominazione romana.
È questa assemblea improvvisata che riceve per prima la consegna della preghiera del “Padre nostro”, che Matteo colloca, non a caso, al centro del Discorso delle Beatitudini.
Mi siedo su una panchina all’ombra, fisso il lago di Tiberiade per osservare lo stesso panorama che vide Gesù, faccio una googolata con lo smartphone e leggo, immaginando di ascoltare quelle parole direttamente dal Signore e di penetrane l’essenza di ciascuna:
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la Terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.” (Mt 5,3-12)
Mamma mia, che bombe!
Siamo nel cuore del messaggio di Cristo.
Mi stavo illudendo di fare un’esperienza mistica quando all’improvviso arriva una comitiva di pellegrini con le bandierine, tutti vestiti con una maglietta viola. Un’americanata! Saranno dei pentacostali o qualcosa del genere. Mi chiedo come si possa essere così sprovveduti salire sul Monte delle Beatitudini con quell’approccio patetico, tra la superstizione, l’ignoranza e il business di qualcuno.
Provo a riconcentrarmi, sforzandomi di non maledire questa comitiva per non entrare subito in contraddizione con messaggio gesuano.
In Luca le beatitudini hanno un carattere più sociale:.
“Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.” ( Lc 6,20-23)
Luca aggiunge quattro guai:
“Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.” (Lc 6,24-26)
Che Guevara era un riformista in confronto a Gesù.
Teologia, religione, spiritualità
Quindi il Signore insegna ai suoi discepoli le parole del Padre Nostro, il modo corretto di pregare. E’ in questo modo che bisogna rivolgersi a Dio, non con i sacrifici di animali o altro per ingraziarsi il suo favore come scritto nell’Antico Testamento ebraico.
Su questo colle la rottura con la legge ebraica è nettissima.
Nell’antico Israele (Levitico 19) era già raccomandato l’amore del prossimo; ma per “prossimo” erano da intendere soltanto i connazionali: “Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo“. E anche di fronte ai connazionali vigeva però la cosiddetta legge del taglione (“Occhio per occhio, dente per dente“). Per altre popolazioni il Dio di Israele arriva fino a ordinare lo sterminio. (“Quando il Signore, il tuo Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, e avrai scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più potenti di te; quando il Signore, il tuo Dio, li avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.” (Deuteronomio 7)
C’è pieno di frasi così nell’Antico Testamento, inaccettabili e scandalose, di un Dio “umanizzato” e vendicativo che sceglie un “popolo eletto” e arriva a ordinare lo sterminio dei Cananei o l’uccisione di tutti i bambini innocenti primogeniti egiziani (“Mosè riferì: ‘Dice il Signore: morirà ogni primogenito nel paese di Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta dietro la mola, e ogni primogenito del bestiame'”).
Mi domando come questi testi, tra il mitico e l’indecente, possano essere entrati nel Canone ed esserci ancora dentro negli anni 2000.
Gesù si pone su posizioni antitetiche e comanda: niente vendetta, mai violenza, neppure verso chi ci fa del male. Insegna, anzi, “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano“.
Amore verso tutti: una vera rivoluzione.
La più grande rivoluzione.
Andrea Marsiletti
PS: noto un pannello scritto in coreano con l’immagine della Corea unita. Immagino sia la traduzione del Padre Nostro. Quelle parole rivoluzionarie sono arrivate fino a Pyongyang?