18 milioni di risorse in più per il Fondo della non autosufficienza

SMA MODENA
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La commissione Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna ha approvato la variazione al Bilancio di previsione che destina importanti risorse aggiuntive al welfare locale. La manovra per complessivi 23 milioni di euro mette 2 milioni in un fondo di riserva, 3 milioni in spese impreviste e ben18 per le politiche di welfare a favore di anziani e disabili.

«Queste risorse sono il frutto di una politica di bilancio accorta che la nostra maggioranza in Regione Emilia Romagna ha deciso di assegnare ai più fragili, garantendo le scelte strategiche del mandato – ha dichiarato il consigliere Daffadà a margine della votazione – questo ci viene chiesto da chi opera sul territorio, da quella rete di professionisti, associazioni, volontari, organizzazioni sindacali che si assumono ogni giorno l’impegno di realizzare il sistema integrato di servizi in favore delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Proprio ieri nel convegno organizzato da Spi Cgil è stato evidenziato come la Legge di Bilancio nazionale non preveda risorse per la non autosufficienza e la disabilità e una spesa per il sistema sanitario che sarà completamente assorbita dagli adeguamenti contrattuali, a fronte invece dei bisogni di assistenza e cura che la nuova demografia, con l’innalzamento dell’età media della popolazione, richiede».

 

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«Questa è una manovra che sembra tecnica, ma ha molti aspetti politici: rimette in circolo risorse per il welfare a fronte di una accurata gestione del bilancio pur in un momento di grave difficoltà – ha spiegato il relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd) – ciò è stato reso possibile perché si sono liberate risorse ad esempio con la cancellazione del Gran Premio di Imola per il quale era previsto un contributo regionale e per una sentenza favorevole alla Regione da parte del giudice civile in merito alla gestione di un derivato finanziario del 2002. La nostra decisione è stata di non arretrare sul tema sanitario e sociale, oggi di crescente rilevanza, per continuare a consolidare e qualificare i tradizionali servizi già esistenti e sviluppare nuove risposte e interventi».

«Tutta la rete dei servizi che si è sviluppata per  rispondere alle diverse tipologie di bisogni va continuamente sostenuta – conclude Daffadà – non vogliamo arretrare nel supporto alla domiciliarità, i centri diurni, l’assistenza domiciliare e di prossimità, così come nella ricerca e la sperimentazione innovazioni che consentano di offrire soluzioni sempre più adeguate».