† Terra Santa 11 – Il Santo Sepolcro, il luogo più sacro del mondo (di Andrea Marsiletti)

TeoDaily – Reportage dalla Terra Santa – Al termine della via Dolorosa, su un lato di una piazza di Gerusalemme colorata da negozietti arabi, c’è un arco in pietra.

Lo attraversi e passi dai kebab alla basilica del Santo Sepolcro, il luogo più sacro della cristianità, venerato fin da subito la morte di Gesù, dove è avvenuto il fatto che più ha sconvolto e determinato la storia dell’umanità.


Qui, sotto l’unica volta della basilica, sono avvenuti la crocifissione di Gesù sul Calvario, la sua morte e la sua resurrezione, l’apparizione del Risorto a Maria Maddalena. E’ qui che Maddalena è stata scelta per annunciare la resurrezione, è qui, attraverso una donna, che è nata la missione apostolica della Chiesa.

Si entra nel Santo Sepolcro col botto: subito ti trovi davanti a pellegrini prostrati sulla “pietra dell’unzione”, la reliquia sulla quale venne deposto il corpo di Gesù per prepararlo alla sepoltura secondo il rito dei Giudei per volere del discepolo Giuseppe d’Arimatea che chiese e ottenne da Pilato le spoglie del Messia.


Sulla destra si sale su una scalinata alta 7-8 metri che conduce sulla cima di quello che era il monte del Calvario. In questa parte del Santo Sepolcro, gestito dagli ortodossi con quel loro fastidioso e sfarzoso luccichio di icone d’oro e argento, sotto un altare si trova il punto esatto in cui è stata piantata la croce, con di fianco la roccia del Calvario.


Esattamente sotto l’altare si trova la cappella di Adamo. Qui si vede una grossa fessura, secondo la tradizione generata dalla scossa di terremoto alla morte di Gesù, attraverso la quale il sangue di Cristo fuoriuscito dalla ferita provocata dalla lancia dal centurione Longino sarebbe giunto alla tomba di Adamo.

Sangue e acqua sgorgarono da questa fessura, che bagnò la testa di Adamo e mondò i peccati degli uomini riparando al peccato originale. Cito questo riferimento veterotestamentario solo per completezza di informazione.

Ho la fortuna di assistere alla processione che dal 1400 ogni giorno alla stessa ora i frati francescani che vivono al Santo Sepolcro celebrano sostando in diversi  punti della Basilica per commemorare i momenti della Passione del Signore. L’ufficio viene interamente recitato in lingua latina per manifestare che i luoghi Santi non sono patrimonio esclusivo della chiesa locale palestinese di lingua araba, e neppure della chiesa italiana (l’italiano è la lingua ufficiale della Custodia di Terra Santa francescana), ma sono patrimonio della Chiesa cattolica universale.

A destra c’è il punto in cui il Risorto apparve alla Maddalena. Incredibile, sono lì, davanti alla visione di “noli me tangere”. Tra loro due c’è l’intruso. (leggi anche: † Dialogo tra Maria Maddalena e Andrea Marsiletti sul lungolago di Tiberiade)

Appena più in là si accede al luogo dove il Risorto apparve alla Vergine Maria, un incontro tra madre e figlio raccontato dai vangeli apocrifi che non ha trovato spazio nel canone ma l’ha trovato nel Santo Sepolcro.

Al centro della basilica erge l’edicola che custodisce la tomba vuota di Gesù, e si porta dietro una storia di duemila anni, dalla venerazione dei primi cristiani, alla conversione in tempio pagano, ai fasti cristiani di Costantino, alle dominazioni islamiche, alle riconquiste crociate, agli scontri di religione, fino al restauro del 2017.


Nel prossimo articolo di TeoDaily pubblicherò le foto che ho scattato dentro l’edicola, sebbene fosse proibito.

Infrango le regole dell’edicola dove è avvenuta la resurrezione…

Mah, mi sa che sto tirando un pò la corda, confidando troppo nella misericordia e nel perdono di Dio.

Quando alla morte ci ritroveremo faccia a faccia nel giudizio personale e lui mi chiederà conto di questo mio ennesimo errore, non mi rimarrà che appellarmi al diritto di cronaca, al diritto all’informazione dei cristiani.

Spero bastì come giustificazione.

Non voglio neppure pensare che mi sono giocato l’eternità per un’attività di divulgazione religiosa, una volta tanto che faccio una cosa positiva. In buonafede.

Sarebbe stata un’ingenuità clamorosa.

Andrea Marsiletti

REPORTAGE TERRA SANTA

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