L’Enciclopedia Britannica, il cui nome ufficiale è Encyclopædia Britannica, è stata pubblicata a partire dal 1768-1771 come Encyclopædia Britannica, or, A dictionary of arts and sciences, compiled upon a new plan. La sua prima edizione apparve a Edimburgo in Scozia. La Britannica fu una delle prime importanti enciclopedie generaliste in lingua inglese ed è tuttora pubblicata.
A partire dal tardo Settecento fino ai primi del Novecento le voci della Britannica furono spesso citate da molti come la principale autorità su un dato argomento, e talvolta comprendevano nuove teorie o ricerche rivolte a un pubblico di studiosi. Durante quest’epoca la Britannica si guadagnò un’alta reputazione ed ebbe una posizione unica nella cultura di lingua inglese.
Il ruolo dell’enciclopedia cambiò comunque in modo sostanziale agli inizi del XX secolo, e ciò si riflette nelle edizioni della Britannica a partire dall’undicesima. Le enciclopedie sono diventate opere più generaliste e rivolte a un pubblico più ampio, con voci più brevi e facilmente leggibili. Non servono più come riferimento autorevole su un argomento: nell’era moderna, un’ampia gamma di riviste accademiche, libri di testo, pubblicazioni specializzate e fonti digitali hanno preso il posto dell’enciclopedia.
La Britannica è stata pubblicata in 15 edizioni, con supplementi multi-volume nella terza e quinta edizione. La 10ª edizione era solo un supplemento della 9ª, così come le edizioni 12ª e 13ª integravano l’undicesima. La 15ª edizione subì una massiccia riorganizzazione nel 1985 e la versione aggiornata attuale è ancora riconosciuta come la 15ª.
Nel corso della storia, la Britannica ha avuto due obiettivi: essere una fonte di riferimento eccellente e fornire materiale didattico. Nel 1974, la 15ª edizione si prefisse un terzo obiettivo: sistematizzare tutte le conoscenze umane. La storia della Britannica può essere suddivisa in cinque periodi, intervallate da cambiamenti nella gestione e/o riorganizzazione e reindicizzazione del dizionario.
Frutto dell’illuminismo scozzese, la Britannica venne pubblicata originariamente a Edimburgo nella seconda metà del XVIII secolo. La prima Britannica nacque dalla mente di Colin Macfarquhar, un libraio e stampatore, e di Andrew Bell, un incisore, che pubblicarono l’opera sotto lo pseudonimo “Society of Gentlemen” (Società di gentiluomini). L’editore fu lo studioso William Smellie, all’epoca ventottenne, cui vennero offerte 200 sterline per produrre l’enciclopedia in 100 parti e tre volumi. La prima parte apparve nel dicembre 1768, al prezzo di sei pence. Nel 1771 l’enciclopedia venne completata, con 2.391 pagine e 160 illustrazioni incise. Si stima ne vennero vendute 3.000 copie.
Grazie al successo della prima edizione, una seconda edizione, più ambiziosa, ne seguì. Questa volta Smellie rifiutò il ruolo di redattore, e Macfarquhar ne prese egli stesso il posto, aiutato da James Tytler. La seconda edizione fu alla fine pubblicata dal 1777 al 1784 in 10 volumi, per un totale di 8.595 pagine.
Fu comunque la terza edizione, pubblicata 1788–1797 e redatta da Macfarquhar e dopo la sua morte da George Gleig, che finalmente realizzò la visione enciclopedica. La terza edizione non coprì solo un ambito più ampio, con 18 volumi più due volumi di supplementi, per un totale di oltre 16.000 pagine, ma fu anche la prima a comprendere voci scritte specificamente per la Britannica da esperti e accademici, molti reclutati da Greig. La terza edizione stabilì la base della Britannica come un importante, e in molti casi definitivo, riferimento su molti argomenti per gran parte del secolo successivo.
In generale, le voci principali nelle edizioni fino alla decima erano molto più lunghe e più scolastiche delle voci nelle enciclopedie moderne. Nelle edizioni ottocentesche della Britannica erano regolarmente comprese le nuove opere dei suoi autori, o quelle principali.
La straordinaria Encyclopédie Francese è da molti considerata l’ispiratrice della pubblicazione della Britannica. Ma diversamente dall’Encyclopédie, la Britannica era una pubblicazione estremamente conservatrice. Le edizioni successive venivano solitamente dedicate al monarca in quel momento sul trono.
Archibald Constable fu coinvolto nella pubblicazione in vario modo dal 1788 e dopo la morte di Macfarquhar nel 1793. Nel 1812 acquistò la Britannica dai suoi soci e la pubblicò fino al 1826. La quarta, la quinta e la sesta edizione, con i relativi supplementi, comprendevano contributi di numerosi autori e scienziati, sia inglesi che scozzesi, di grande prestigio: William Hazlitt, John Stuart Mill, Thomas Malthus, David Ricardo, Walter Scott, e Thomas Young, il cui contributo sull’Egitto includeva la traduzione dei geroglifici della Stele di Rosetta.
Al termine del 1820, i diritti per la Britannica vennero acquistati dalla società di Edimburgo di Adam & Charles Black, che ne pubblicarono la settima e l’ottava edizione, con l’inclusione di nuovi capitoli dedicati all’Architettura di William Hosking.