Delegazione parmigiana all’ambasciata della Corea del Nord

SMA MODENA
lombatti_mar24

06/11/2014

Confesso che sono stato abbastanza in ansia per settimane quando sui giornali internazionali rimbalzavano le notizie più disparate sulla sorte del leader della Repubblica Popolare della Corea del Nord, il Maresciallo Kim Jong-un, per mesi assente dalla scena pubblica. Secondo le informazioni raccolte dall’intelligence della Corea del Sud, Kim sarebbe stato destituito dai generali dell’esercito in nome di una svolta riformista, oppure malato di gotta o di un male incurabile, financo, per i più menagrami sudisti, morto.
Niente di tutto ciò: il leader è riapparso in pubblico con un bastone che lo aiuta a camminare dopo un’operazione alla caviglia per la rimozione di una ciste.

Ci siamo così risparmiati la noia delle prediche revisioniste. Abbiamo già letto le requisitorie di Chruscev negli anni della destalinizzazione dell’Unione Sovietica. Sappiamo tutto, abbiamo già dato.
Il ritorno di Kim Jong-Un mi dà l’occasione per rendere pubblico con orgoglio che di recente una qualificata delegazione di Parma (di cui ho fatto parte) guidata da Angelo Giavarini (referente di Italia-Cuba Parma) è stata ricevuta a Roma dall’ambasciatore della Corea del Nord con lo scopo di gettare le basi per una nostra trasferta a Pyongyang. Come noto, la Corea del Nord è il Paese più inaccessibile al mondo e forse della storia dell’Umanità, con soli 2.000 stranieri all’anno autorizzati ad entrare, per lo più militari e compagni cinesi.
Grazie alla presentazione ed intercessione in nostro favore di amici del mondo dell’attivismo italiano a supporto della Corea del Nord, posso dire che i presupposti per la nostra partenza ci sono tutti. Potrei osare anche di più, ma non lo faccio per scaramanzia. Per quel che riguarda la mia posizione personale, il ruolo di direttore di ParmaDaily è stato un punto di forza per l’ambasciatore, con grande soddisfazione da parte mia.
Alla domanda dell’ambasciatore: “Venire come turisti o come delegazione politica?” la nostra risposta è stata tanto unanime quanto scontata: “Missione politica, ovviamente”.
Nell’aprile del 2015 potremmo essere i primi parmigiani ad entrare a Pyongyang, forse i primi emiliano romagnoli, ospiti del Governo nord coreano. Appena parlato con amici di questa opportunità, alcuni importanti personaggi politici e imprenditoriali di Parma mi hanno chiesto di potersi aggiungere alla nostra delegazione che sarà composta da circa otto persone… devo dire un po’ sopravvalutandosi… sono davvero convinti che in Corea del Nord vogliano dei renziani?
Se qualcuno mi chiedesse: “Hai un budget illimitato, puoi andare dove vuoi, in qualsiasi parte del mondo. Che meta scegli?”… beh, tutta vita la mia preferenza cadrebbe sulla Corea del Nord, per poter conoscere di persona l’applicazione del Comunismo in una forma radicale basata sull’ideologia ufficiale dello Juche, che sviluppa il marxismo-leninismo mettendo al centro la figura dell“uomo padrone di tutto (da cui la parola composta ju-ché) che decide tutto” e l’indipendenza patriottica fondata sull’unità monolitica di Partito, Stato, Esercito, Popolo. Mi fosse stata posta quella domanda alla metà degli anni ’70 avrei avuto il dubbio di scegliere come destinazione la Repubblica Popolare di Kampuchea (la Cambogia di Pol Pot) ma oggi come oggi non ho alcuna esitazione.
Se andremo, saremo chiamati a partecipare agli incontri internazionali (magari in rappresentanza dell’Italia), visiteremo i luoghi e i santuari della Rivoluzione di Kim Il Sung, i mausolei, la simbologia ideologica, i cimiteri patriottici di cui ha raccontato Cristian Pivetta nel suo lungo reportage per i lettori di ParmaDaily, custoditi dalle splendide 007 nordcoreane mezze guide, mezze soldatesse.
Intorno alla fine dell’anno sapremo se la nostra domanda di accesso sarà stata accolta.
Nel frattempo incrociamo le dita… e confidiamo nello juche!

Andrea Marsiletti 


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