L’assassinio di JFK

SMA MODENA
lombatti_mar24

22/11/2014

ACCADDE OGGI: Venerdì 22 novembre 1963 alle ore 12.30 John Fitzgerald Kennedy, 35° Presidente degli Stati Uniti, fu assassinato mentre a bordo di una Lincoln decapottabile era in visita nella città di Dallas, nel Texas. L’attentato, avvenuto in pieno giorno, lasciò attonita l’opinione pubblica mondiale.
Insieme a Kennedy sulla macchina si trovavano anche la first lady, Jacqueline Kennedy, il governatore del Texas John Connally e sua moglie Nellie. Dopo l’arrivo di Kennedy all’aeroporto alle 11.40 del mattino, il corteo presidenziale aveva iniziato a percorrere le vie di Dallas lungo un tragitto che si snodava per 10 miglia, lungo le quali Kennedy salutava la folla entusiasta presente ai lati della strada.
Giunta nella Dealey Plaza nei pressi del Texas School Book Depository alle ore 12.30, la Lincoln rallentò la velocità quando improvvisamente dal sesto piano dell’edificio una serie di colpi di fucile vennero sparati in rapida successione all’indirizzo di Kennedy. Tre colpiranno il presidente, di cui uno alla gola e uno mortale alla testa, mentre altri colpi andranno a segno su Connally che rimarrà gravemente ferito.
Ad essere incriminato dell’attentato sarà il ventiquattrenne della Louisiana Lee Harvey Oswald, ex-membro dei marines, con un passato di permanenza in Unione Sovietica e una moglie russa. Kennedy fu dichiarato morto 30 minuti più tardi al Parkland Hospital di Dallas, mentre Oswald, che durante gli interrogatori si dichiarò sempre estraneo ai fatti, sarà ucciso due giorni dopo, durate un trasferimento nella prigione di Dallas.
A sparargli a bruciapelo sarà Jack Ruby, proprietario di un night club che affermò di aver agito perché sconvolto dall’assassinio del presidente e voleva vendicarlo. Ruby a sua volta morirà nel Gennaio del 1967, a causa di cancro ai polmoni, mentre è in attesa di un nuovo processo che doveva tenersi a Wichita Falls.
Il rapporto ufficiale della Commissione Warren del 1964 concluse che né Oswald né Ruby facevano parte di un complotto più ampio, di matrice nazionale o internazionale, finalizzato ad assassinare Kennedy.
Nonostante tali conclusioni, il rapporto non riuscì a mettere a tacere le teorie cospirative che circondavano l’evento dal 1963. Successivamente nel 1978 la Commissione scelta della Camera dei Deputati sui casi di assassinio – House Select Committee on Assassinations – concluse in un rapporto preliminare che Kennedy era stato “probabilmente assassinato a seguito di una cospirazione” che può avere coinvolto più tiratori e la criminalità organizzata.
Tali conclusioni, come quelle della Commissione Warren, continuano a essere oggetto di discussione e di contestazione. Un unico fatto fra quelli che avvennero quel 22 Novembre del ’63 rimane incontestabile: il colpo mortale che uccise il presidente americano colpendolo alla testa e sollevando parte della calotta cranica fece schizzare il capo di Kennedy in alto e a verso sinistra – il che conferma che qualcuno sparò a Kennedy dal lato destro della Lincoln e al livello della strada – una traiettoria incompatibile con il colpo che avrebbe sparato Oswald, che si trovava in alto, leggermente a sinistra e alle spalle della posizione di Kennedy.

Alessandro Guardamagna