L’assassinio di Sadat

SMA MODENA
lombatti_mar24

06/10/2014

ACCADDE OGGI: Il 6 ottobre 1981 il presidente dell’Egitto Muhammad Anwar al-Sadat fu ucciso in un attentato durante una parata militare al Cairo. Insieme a lui altre 11 persone rimangono vittime dell’atto terroristico. Succeduto a Nasser nel 1970, Sadat portò avanti una politica di apertura verso l’occidente favorendo investimenti stranieri in Egitto e cercando occasioni di dialogo con gli Stati Uniti ed Israele, nonostante nel 1973 avesse guidato insieme alla Siria l’attacco nella guerra dello Yom Kippur contro lo stato ebraico.
Nel 1978 firmò gli accordi di Camp David insieme al premier Israeliano Begin – atto per il quale i due riceveranno il Nobel per la pace – e siglò il trattato di pace israelo-egiziano l’anno successivo. Tali scelte gli alienarono il supporto dell’opposizione religiosa di natura fondamentalista e non furono pochi i governi del mondo mediorientale che lo bolleranno come traditore. Nel Settembre del 1981 Sadat ordinò l’arresto di circa 1.600 dissidenti, integralisti islamici e comunisti. Da questa miscela scaturirà la risposta armata dell’attentato.
Tre soldati appartenenti ai fondamentalisti della Jihad Islamica Egiziana lanceranno granate tra la folla e apriranno il fuoco coi kalashnikov sotto gli occhi delle telecamere. Sadat morirà crivellato di colpi. Otto giorni dopo il suo assassinio la presidenza dell’Egitto sarà assunta da Muhammad Hosni El Sayed Mubarak.

Alessandro Guardamagna