Il Tribunale ha dichiarato fallito il Parma Calcio

SMA MODENA
lodi1

19/03/2015
h.16.40

Regna sempre pioù il caos a Parma, dove la società è a un passo dal fallimento.

18.30 PARLA TAVECCHIO – Il presidente della Figc Carlo Tavecchio a spiegato all’ANSA la situazione de Parma: “Con l’esercizio provvisorio deciso dal Tribunale per il Parma sono state gettate le basi per l’auspicabile salvataggio della società. Si apre una nuova fase che consente il proseguimento dell’attività”.

15.38 SI’ AL FALLIMENTO – Come reso noto da Sport Mediaset, si è tenuta un’udienza lampo al Tribunale di Parma, con la richiesta del fallimento della società. Ecco la decisione: “Il Tribunale di Parma, in data odierna, ha dichiarato il fallimento di Parma FC S.p.A., disponendo contestualmente l’esercizio provvisorio dell’impresa. Con la medesima sentenza il Tribunale ha designato Pietro Rogato quale Giudice Delegato e ha nominato Angelo Anedda – Presidente dell’ordine dei Dottori Commercialisti di Parma – e Alberto Guiotto – Dottore Commercialista in Parma e Presidente della Commissione crisi d’impresa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili quali curatori fallimentari. L’incarico affidato ai due professionisti è quello di gestire l’azienda, coordinandosi con il tribunale e il comitato dei creditori, accertare le passività fallimentari e le eventuali responsabilità degli organi sociali, liquidare le attività, anche attraverso la vendita dei beni aziendali, il recupero di crediti e azioni di risarcimento danni, per destinarlo ai creditori. Compito dei curatori sarà anche quello di verificare se sussistano effettivamente le condizioni per la prosecuzione e conclusione del campionato di serie A da parte della storica società calcistica”.

DEBITO MOSTRUOSO – Nella sentenza di fallimento del Parma pubblicata dal Tribunale della città emiliana, viene resto noto a quanto ammonti il debito: si tratta di una cifra pari a circa 218 milioni di euro, con un patrimonio netto negativo di 46.696.901 euro. Secondo le informative depositate dalle Guardia di Finanza lo scorso 16 e 17 marzo il Parma Fc ha pure, come riportato dalla sentenza: “un ingente debito sportivo stimabile allo stato in euro 74.360.912 di cui 63.039.920 nei confronti dei calciatori tesserati, salvi ulteriori e più approfonditi accertamenti”. Per questo motivo, conclude il giudice Pietro Rogato, ”lo stato di insolvenza appare conclamato ed irreversibile”.

COL TORINO SI GIOCA – Osvaldo Riccobene, rappresentante del Collegio sindacale del Parma, ha dichiarato, come riportato da Sport Mediaset, che contro il Torino si giocherà: “Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra. Cerchiamo di mantenere i veri valori della società, ovvero alcuni dipendenti, i giocatori, e cerchiamo di mantenere anche il valore patrimoniale di questa società, per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare. Siamo un caso unico, precedenti non ce ne sono. Domenica col Torino si giocherà”.

12.30 TAVECCHIO SAPEVA – Secondo quanto riportato da Repubblica, dall’editoriale firmato Aligi Pontani, (LEGGI QUI) Tavecchio aveva ricevuto, nel corso dei primi mesi in cui si è insediato alla guida della FIGC, 3 relazioni da parte degli osservatori della Covisoc sulla situazione finanziaria del Parma Calcio. L’ultima, datata 18 dicembre (circa 2 mesi prima che scoppiasse il caso mediatico) tracciava un quadro drammatico della vicenda con una situazione debitoria fuori controllo. Tavecchio ha di fatto ingorato quelle relazioni esponendosi soltanto a giochi conclusi per salvare il campionato convincendo staffe e calciatori gialloblu a concludere la stagione con il sostegno della Lega Serie A.

11.15 VERSO IL FALLIMENTO – Terminata l’udienza pre-fallimentare a cui non era presente il presidente del club Giampietro Manenti, nelle prossime ore è attesa la sentenza definitiva sul fallimento del Parma. Il direttore finanziario Marco Preti ha concesso alcune battute ai cronisti presenti sul posto: “Se ci mettono nelle condizioni giuste, finiamo il campionato. Ma il nostro destino è quello del fallimento, nessun piano per il salvataggio è stato presentato”. L’udienza è durata solo dieci minuti e all’uscita dal Tribunale, il sindaco del collegio sindacale Osvaldo Riccobene ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Si va verso un fallimento certo. Adesso dobbiamo aspettare e vedere se il giudice concederà l’esercizio provvisorio. La Procura ha chiesto il fallimento, noi non ci siamo opposti. Domenica? Si giocherà, ci sono le condizioni”. (calciomercato.it)


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19/03/2015
h.10.00

Cari giocatori e tecnici del Parma F.C. in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti “lettere” di Sky e di Sandro Melli vi scriviamo questa lettera perché abbiamo visto che la corrispondenza epistolare riscuote molte attenzione nell’ambiente crociato.
Prima di tutto volevamo ringraziarvi per essere rimasti a condividere una situazione che a dir poco è grottesca, a combattere in modo unitario per un ideale, per la nostra maglia e per cercare di cambiare in positivo il mondo del calcio.
Ed è bello e qualificante poter condividere con voi questo momento e dimostrarvi cosa sia per noi il senso d’appartenenza, amare il Parma e la maglia crociata.
Nell’ultimo mese ci siamo confrontati a quattr’ occhi tutti insieme, parlando in maniera civile e mai a sproposito, e abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con i fatti, con il sostegno in strada, nello spogliatoio, dentro lo stadio, nelle nostre sedi e a Collecchio.
Abbiamo fatto fronte comune schierandoci dalla vostra parte, mostrando ciò che ci distingue: l’orgoglio di esser parmigiani, lo stesso orgoglio che ha permesso a questa città di denunciare un malcostume politico che da anni perseverava nel meandri del potere cittadino.
Con lo stesso spirito cerchiamo di gettare le basi per uscire compatti da una situazione che, giorno dopo giorno, prende forme sempre più imprevedibili, mostruose, e questo porta ad aumentare sempre più la rabbia nei confronti di chi ha rovinato il Parma con la tacita complicità dei vertici del calcio che hanno permesso quanto sta avvenendo.
Il 19 marzo dovrebbe essere la data della morte prematura della società che sosteniamo da sempre; se non fosse per l’intervento, interessato, di Lega e FIGC in una qualsiasi altra situazione la nostra esistenza sportiva avrebbe già cessato di esistere: saremmo usciti dai giochi ed il campionato del Parma si sarebbe concluso con sigilli sui beni immobili e con dipendenti e collaboratori a spasso.
Peccato che qualcuno, firmando un patto con il diavolo (Sky e le altre TV) per evitare spiacevoli e clamorose conseguenze, vuole decidere se e quando far morire la società crociata allungandone la vita sportiva: lo ha fatto usando e sfruttando i soldi incassati come parziale compensazione dei comportamenti scorretti di tifosi e così spera di coprire il comportamento scorretto (e forse fraudolento, ma questo lo accerterà la magistratura) dei dirigenti.
Fondi che servivano per sviluppare meglio la cultura sportiva, per combattere il razzismo, per progetti sociali e di promozione dello sport (campi in periferie e oratori) e che ora invece avranno solo la finalità di pagare, fino a giugno, gli stipendi dei calciatori e dei dipendenti.
Dipendenti che in caso di fallimento, per quel che sappiamo, saranno i primi della lista ad essere pagati: nostro malgrado siamo diventati esperti negli ultimi tempi riguardo a vicende fallimentari. Purtroppo, considerato come vanno le cose in Italia negli ultimi anni, questo non riguarda solo il Parma calcio e gli sportivi ma la maggior parte dei nostri connazionali e lo stiamo provando sulla nostra pelle: anche tra noi ci sono ragazzi e padri di famiglia con stipendi da precari o sottopagati che si sono dovuti rimettere in gioco da zero.
Molti di questi, spinti da indomabile passione, non vi hanno mai abbandonato, sono sempre al loro posto al Tardini e, quando possono, anche in trasferta, pronti a incitarvi e far sentire il loro sostegno.
Dite di battervi oltre che per i dipendenti anche per il mantenimento della categoria: ma avete chiesto alla piazza se è questo quello che realmente vuole? Siete sicuri che a giugno una volta, “salvato” questo campionato, chi comanda e ha fatto promesse le mantenga e che il calcio italiano non si dimentichi e abbandoni il Parma? Noi non vogliamo piaceri, sconti o favoritismi e nemmeno scambi: se finire il campionato è il prezzo per avere regalata la serie B (alla faccia dei regolamenti e di altre società che sono fallite senza inediti salvataggi) con chissà quale proprietà, preferiamo ripartire da zero, ripuliti e con una società seria.
Vogliamo poter essere orgogliosi della nostra società, non come adesso che proviamo vergogna per aver condiviso sette anni della centenaria storia del Parma con chi ha si è mostrato e ha parlato tanto raccontando più bugie che verità. Volete cambiare il calcio affinché non succeda più un caso Parma? Bene approviamo e ne siamo orgogliosi, quello che non capiamo è: come pensate di farlo fidandovi di Tavecchio? Delle sue parole da mercante?
Se salta il Parma salta anche lui ed è per questo che, paventando problemi economici per rimborsi e indennizzi specie dalle tv, è riuscito a far leva e a convincere le altre società ad accettare il suo piano di sostegno.
E’ intervenuto quando non ha potuto più fare lo struzzo: per mesi ha nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere andando avanti come se nulla accadesse nonostante sotto gli occhi di tutti vi fosse una evidente, allarmante, situazione anomala.
Perché non rendete pubblico cosa avete discusso, quali sono i punti e le proposte che avete avanzato con il presidente della FIGC? Se e quali scadenze avete dato per il campionato in corso affinché queste proposte vengano accolte e ratificate.
Sinceramente non riusciamo a capire come possiate fidarvi di questa gente senza avere garanzie certe e sicure. Ponete delle scadenze prima di alcune partite chiave del torneo in corso: avete la possibilità di tenere sotto scacco Federazione e Lega minacciando di non scendere in campo se non discuteranno le vostre richieste e non avrete la certezza che le vostre proposte siano accolte prima che termini la serie A: sfruttate la possibilità di dare degli inderogabile ultimatum per le prossime tre partite chiave del campionato.
Nessuno criticherà la decisione di giocare se questo porterà all’approvazione, se non tutte, di molte vostre richieste, ma contestiamo la scelta del scendere in campo solo, ed esclusivamente, per far proseguire il carrozzone mediatico del calcio, lo stesso carrozzone che ha permesso a chi ha gestito il Parma di trascinarci e coinvolgerci in una situazione grottesca che non trova riscontri nella storia di uno sport che tutti amiamo.
Se non siete in grado di premere e convincere chi avete di fronte che deve ufficializzare i cambiamenti, e ciò che giustamente richiedete, prima della fine del torneo (dopo, statene certi, del Parma non importerà più niente e tutto passerà nel dimenticatoio con grande respiro di sollievo di chi ha tutto da perdere se non andate in campo) vi chiediamo di fermarvi: ne avete la possibilità ed esistono oggettive condizioni per mettere in atto questa inedita protesta.
E’ un vostro diritto. Tutti i veri sportivi che amano il Parma e la loro città certo non apprezzerebbero veder prolungare questa agonia assistendo a partite falsate per disparità di forze tecniche, fisiche e mentali. Senza certezze dite stop, mettete fine smettendo di giocare in un campionato falsato che nulla vi può dare se non eventuali, non augurabili, infortuni che condizionerebbero e comprometterebbero il vostro futuro: proseguire non è giusto anche nei confronti di tutti i tifosi italiani e delle squadre che in passato sono fallite nei campionati minori senza che qualcuno intervenisse.
Siete voi ora che dovete decidere se essere vittime di questo sistema o passare alla storia come quelli che sono riusciti a dare una svolta epocale al calcio italiano modificandone regole e comportamenti.
Decidete che ruolo ricoprire: se volete vivere da pecore, o essere, comportandovi da crociati, i protagonisti del cambiamento. A voi la scelta.

Boys Parma
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Associazione Petitot
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