
25/11/2014
h.12.30
23 novembre 2014, due Regioni, Emilia Romagna e Calabria vanno ai seggi. Un unico motivo: le dimissioni anticipate della giunta precedente accusata di corruzione.
In apparenza una campagna elettorale facile per il centro destra in Emilia Romagna: bastava puntare sul motivo stesso per cui si andava ad elezione.
Invece no.
Primo dato, generale: drastico crollo della affluenza alle urne. Dal 68% delle Regionali 2010 si passa al 37%. Personalmente ritengo questa percentuale non rappresentativa. Il partito che ha vinto è sicuramente quello dell’astensionismo. Le persone che sono andate a votare sono dimezzate. La prima cosa che ci dobbiamo fare se vogliamo ancora interessarci di politica è chiederci; perché? Perché la gente è stanca di politici che vede sempre più lontani dalla loro vita quotidiana e interessati solo ai talk show e alle poltrone.
La gente vuole politici che conoscano i problemi reali, ma soprattutto che abbiano voglia di risolverli davvero: lavoro, sicurezza, servizi.
O ci mettiamo in testa che la gente fa fatica ad arrivare alla fine del mese, che le persone non ce la fanno più e che ci si deve impegnare seriamente per risolvere questa situazione o le prossime elezioni le possiamo fare nelle cabine telefoniche!
Secondo dato, riguarda il mio partito e piu in particolare la provincia di Parma: alle Regionali 2010 PDL più Lega Nord raggiungevano il 43%, oggi Forza Italia più Lega Nord il 32%. Ma quello che più conta è la distribuzione dei voti tra i due partiti: dal 25 al 7% Forza Italia, dal 17 al 24% Lega Nord. Forza Italia a Parma e Provincia è in caduta libera. E’ inutile fare finta di niente, è necessario ammettere la sconfitta. Sicuramente paghiamo la impossibilità del Presidente Berlusconi ad impegnarsi ed essere presente sul territorio.
Ma ci sono altri motivi. I candidati scelti dal partito non erano tutti all’altezza dell’impegno che veniva loro affidato. La campagna elettorale per le elezioni regionali è complessa: ci si deve muovere su un territorio vasto, bisogna stare in mezzo alla gente, non risparmiarsi. Ci vuole il coraggio di metterci la faccia, di andare ai mercati, di scendere in piazza.
Si tratta di conquistare preferenze e portare voti al partito: lo devono fare tutti i candidati, altrimenti il risultato finale non può che essere quello ottenuto.
La speranza è che la lezione sia servita a chi prepara le liste. I candidati non vanno scelti a caso, o solo perché si cercano facce giovani o nuove. Il candidato deve essere consapevole che corre per se stesso ma anche per il partito e il risultato generale dipenderà anche da quello dei singoli.
Per concludere ritengo che la sopravvivenza del nostro partito, perché è di questo che si parla a Parma, sia legata ad un rinnovamento delle persone e del modo di fare politica. Non si tratta di “rottamare” ma di integrare la classe dirigente esistente con nuovi innesti di persone veramente meritevoli che vadano a recuperare la fetta più grande degli elettori: quelli che si sono astenuti. E a Parma questo è possibile!
Dott. Cinzia Camorali
Presidente Club Forza Silvio Parma
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