60 milioni di danni nel parmense

30/12/2009
14.40

Difese spondali, frane, allagamenti. L’acqua piovuta e la neve sciolta hanno lasciato una cicatrice profonda nel Parmense. In un territorio fragile, dove sono stati censiti seicento smottamenti attivi, con una superficie appenninica fra le più estese, ricca di corsi e torrenti, il dissesto lo si misura in milioni di euro: più di 60 quelli stimati oggi nella seconda riunione di verifica sui danni del maltempo convocata dal presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli.
Una cifra ancora in fase di definizione e della quale andranno precisate le somme urgenze, il pronto intervento e la messa in sicurezza, ma che preoccupa visto che i controlli sono appena iniziati. Una cifra specchio del rischio che si continua a correre in questo territorio se non si comincia ad agire sulla prevenzione, seguendo un piano preciso e procedendo per priorità.
Il presidente Bernazzoli lo ribadisce ancora una volta nell’incontro con la stampa che tiene insieme agli assessori Andrea Fellini (Viabilità), Gabriele Ferrari (Protezione Civile), Ugo Danni (Difesa del suolo). Presenti il responsabile del Servizio tecnico di bacino Gianfranco Larini e il direttore di Aipo Luigi Fortunato, i referenti dei servizi provinciali Ambiente Gabriele Alifraco e Viabilità Gloria Resteghini.
“ E’ un dato che conferma la fragilità del nostro territorio. In questa situazione ogni volta che accadono eventi meteorologici particolari come quello dei giorni scorsi, si verificano danni seri – dice Bernazzoli – L’ideale sarebbe poter contare su risorse per agire sulla messa in sicurezza. Gli interventi realizzati dopo frane e allagamenti del 2000 ci hanno permesso di evitare disastri ancora peggiori. Ma non basta. Per un territorio come questo servono finanziamenti per un piano”.
Quel piano la Provincia di Parma lo ha inviato al Ministero dell’ambiente la prima volta nel 2002 e l’ultima volta l’anno scorso, ma non c’è stata nessuna risposta, ricorda Bernazzoli. Ora il presidente si appresta a chiedere nei prossimi giorni al Ministro Prestigiacomo, che dalla Finanziaria ha avuto un miliardo di euro per la difesa del suolo, di avere accesso a quelle risorse e finanziare così gli interventi necessari per mettere in sicurezza il territorio.

La conta dei danni
Di tutta l’acqua caduta nei giorni scorsi la maggior parte è piovuta sulle Terre Alte dell’Appennino Parmense: 540 millimetri, cioè mezzo metro d’acqua per ogni metro quadrato di territorio montano.
“Una precipitazione così consisterete non poteva non creare danni ingenti” – spiega Bernazzoli presentando l’elenco delle cifre: 3,9 ml di euro per le strade provinciali, 5,5 ml di euro gli interventi individuati da Aipo, 10 ml di euro dal Servizio Tecnico di Bacino, 6 ml dai Consorzi di Bonifica, 44 ml le segnalazioni arrivate fino ad oggi dai Comuni colpiti. Ci sono quelli montani, da Monchio, Corniglio, Bedonia, Bardi, ma anche situazione a rischio nella Bassa come ad Eia (Pr) dove l’erosione di sponda ha messo a nudo una vecchia discarica o a Sissa dove si è verificato un salto di meandro del Taro. Poi c’è Colorno, un nodo ad alto rischio, forse il più grave in Emilia Romagna. “Per la messa in sicurezza, dopo la realizzazione delle casse di espansione del Parma, occorre procedere con quelle sul torrente Baganza – sottolinea Bernazzoli – Per questo progetto nei piani di Aipo ci sono già stanziati 8 ml di euro, che permetterebbero di partire con un primo intervento”.

Strade provinciali: 3 ml e 915mila euro
Sale la stima dei danni a 3 ml e 915mila euro e sale il numero degli interventi censiti, 43 complessivamente su ben 35 strade provinciali ma che in realtà sono circa una sessantina perché in alcuni casi, interessando lo stesso tratto, sono stati accorpati. I Comuni coinvolti sono 18 e allo stato attuale ci sono 7 strade provinciali in cui è stato necessario istituire il senso unico alternato. “La situazione è in continua evoluzione sia in meglio che in peggio – ha sottolineato l’assessore provinciale alla Viabilità Andrea Fellini – si risolvono situazioni specifiche e altre vengono alla luce come quella di stanotte e a Pontelecca sulla 359 dove il Ceno sta erodendo parte della carreggiata. Grazie alla tempestività del servizio della Provincia e degli operai delle imprese al lavoro, al momento tutte le strade provinciali sono percorribili”.

Emergenze: situazione in evoluzione
Anche sul fronte delle emergenze la situazione è ancora in evoluzione e secondo l’assessore alla Protezione Civile Gabriele Ferrari la stima dei danni è destinata a crescere visto anche il periodo invernale, che inevitabilmente porterà altre piogge e altra neve. “Il dato che ho potuto verificare dai sopralluoghi effettuati – ha commentato Ferrari – è che c’è tutta la parte alta dell’Appennino che ha subito conseguenze dal maltempo. Da oggi e nei prossimi giorni proseguiranno le verifiche sui danni in modo da individuare gli interventi più urgenti che devono essere realizzati”.

Rete fluviale: danni diffusi
Il Servizio tecnico di Bacino sta effettuato sopralluoghi su tutto il territorio provinciale. “L’obiettivo – ha spiegato il dirigente Gianfranco Larini – è verificare l’impatto sulle opere idrauliche e sugli abitati a rischio idrogeologico. Siamo nella fase iniziale dei controlli che non termineranno in pochi giorni. Ad un primo accertamento risulta evidente la presenza di danni diffusi sia nei corsi d’acqua principali che secondari, con ricadute sulla rete viaria e sul sistema depurativo e fognario”. Come detto la stima effettuata dal Stb è di 10 ml di euro, che andrà suddivisa per tipologie di intervento. Il quadro definivo lo si avrà dopo la metà di gennaio.

Comuni: segnalazioni per 44 ml
Si tratta di dissesti o aggravamenti di situazioni già compromesse, un insieme di indicazioni giunte dai Comuni che ammonta a 44 ml di euro. “Va sottolineato che sarebbe importante poter agire sulle criticità evidenti – ha detto l’assessore alla Difesa del suolo e Pianificazione Ugo Danni – per scongiurare il rischio dell’allargamento dei fenomeni che potrebbero coinvolgere centri abitati e infrastrutture. Se non si interviene rapidamente ci ritroviamo a rincorrere una realtà sempre più critica”.

    

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