A Palazzo del Governatore il Liceo Marconi presenta la conferenza del filosofo Gert J.J. Biesta

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Cosa manca nel discorso e nella pratica educativa contemporanea? La complessità degli aspetti che compongono oggi la realtà dell’educazione verrà indagata martedì 17 settembre 2024, a partire dalle ore 14.30, a Palazzo del Governatore in occasione di un evento di eccezionale portata culturale per la città, organizzato dal Liceo Guglielmo Marconi di Parma: la lezione-conferenza del prof. Gert J.J. Biesta, uno tra i più illuminati pedagogisti e filosofi dell’educazione, già professore di Public Education presso il Centre for Public Education and Pedagogy dell’Università di Maynooth, in Irlanda, e professore di Educational Theory and Pedagogy all’Università di Edimburgo, nonché autore di testi chiave sul tema della formazione e dell’educazione.

L’incontro, aperto a tutti (fino ad esaurimento posti), sarà presentato – con il patrocinio del Comune di Parma – nell’ambito del progetto biennale “Io leggo perché…alla ricerca del senso perduto”, avviato dal Liceo Marconi di Parma, e sostenuto da Fondazione Cariparma, nel corso dell’anno scolastico 2023/24, ponendo tra gli obiettivi primari quello di espandere il senso della parola scritta e letta attraverso la relazione con gli altri e nell’uso sia di modelli interdisciplinari sia di nuovi strumenti di analisi.

La riflessione sul tema dell’innovazione – che soprattutto quest’anno muoverà il piano didattico proposto dal Liceo Marconi, con una nuova scansione del tempo-scuola, una progettazione per lo sviluppo delle competenze personali di comunicazione e collaborazione degli studenti molto più intensa e articolata, e con una speciale attenzione alle soft skills e ai tempi di apprendimento – sarà il focus della lezione del prof. Biesta.

In particolare, si introdurranno i temi trattati nel suo libro “Il mondo al centro dell’educazione”, dove il filosofo olandese pone interrogativi urgenti e imprescindibili sul “mondo scuola” e sulla qualità dell’istruzione moderna, arrivando a formulare una originale visione alternativa per il presente.

A parere di Biesta gli errori più comuni che si compiono oggi in ambito educativo sono legati al fatto che nei processi formativi ci si basa soprattutto sulla misurazione di efficacia ed efficienza, secondo una logica che privilegia l’attenzione al processo, piuttosto che al “cosa” dell’educazione. La didattica promossa e auspicata da Biesta è, invece, emancipatrice, lontana, quindi, dalla misurazione degli apprendimenti e dal ruolo dell’insegnante come “facilitatore” dell’istruzione; inoltre, la scuola non è più percepita soltanto come luogo e spazio, ma intesa e vissuta “soprattutto come tempo; il tempo che concediamo alle nuove generazioni per provare, fallire, riprovare”.

In quest’ottica la missione dell’insegnante, non è tanto quella d’istruire, quanto di educare gli studenti a diventare soggetti liberi, incoraggiandoli a procedere nel proprio percorso di crescita, aiutandoli ad acquisire una prospettiva sui propri desideri per entrare in relazione con essi, per vivere il mondo e il rapporto con gli altri nel migliore dei modi possibili. Biesta ribadisce più volte questo concetto nel suo libro: “il mondo, in altre parole è l’unico e solo luogo in cui l’esistenza si realizza. In relazione a questo, il lavoro educativo si configura come l’atto di (re)indirizzare l’attenzione di coloro che sono educati verso il mondo”.

L’incontro del 17 settembre offrirà un’occasione unica e preziosa per ragionare sui principi espressi da Biesta e riflettere, in virtù del rapporto fra istruzione, educazione, formazione e modello sociale, sulla qualità democratica della nostra società contemporanea.