Alzheimer e demenze: l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce  

Si è parlato di Alzheimer, demenze e prevenzione al convegno organizzato da Anap Parma (Associazione nazionale anziani e pensionati) di Confartigianato, in occasione del 35° anniversario di fondazione.

A rispondere alle domande e ai dubbi del pubblico Livia Ludovico, responsabile programma demenze dell’Ausl di Parma. Ha aperto il convegno Massimo Fabi, direttore generale Ausl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

“Parma, nel panorama regionale, ha attuato in maniera estensiva il programma per la tutela delle persone con disturbi cognitivi. I consultori demenze sono una realtà in tutti i distretti, c’è un centro di riferimento a Parma e anche la componente ospedaliera è fortemente integrata col territorio e dà supporto – ha spiegato Fabi”.

“La nostra popolazione sta invecchiando rapidamente  – ha proseguito – e, se da un lato abbiamo le armi spuntate dal punto di vista delle terapie farmacologiche, se non quelle sintomatiche per gestire comportamento, dall’altro possiamo fare tanto dal punto di vista della prevenzione e della riattivazione cognitiva”.

“Prevenire significa mantenere attive le nostre funzione cerebrali sotto tutti i punti di vista, a partire dalle relazioni sociali. Quando si manifesta la malattia, soprattutto nelle fasi precoci, è molto importante la riattivazione cognitiva, con tecniche specifiche, perfezionate dai nostri operatori, anche con il supporto del volontariato. Questi sono aspetti importanti per accompagnare non solo il malato, ma anche i suoi familiari e la rete sociale che gli ruota attorno.

Poi c’è il mondo della ricerca: qui si aprono orizzonti di speranza importanti: a partire dall’identificazione dei marcatori per individuare precocemente l’insorgere del morbo, per arrivare, ci auguriamo, a terapie che ancora non esistono, rispetto alla guarigione – ha concluso Fabi”.

“Grazie alla prevenzione e al fatto che di queste malattie si parla di più negli ultimi anni, riusciamo a intercettare le demenze anche in età presenile, cioè prima dei 65 anni  – ha spiegato Ludovico. La maggiore sensibilità rispetto a questa tematica è importante e ha grossi vantaggi, perché se si  riesce a individuare il problema  precocemente si può intervenire subito per rallentare lo sviluppo della patologia”.

“È vero che non è ancora definita una cura farmacologica che guarisce, in questo senso stiamo aspettando le ultime indicazioni della ricerca, però possiamo fare molto sul fronte dell’assistenza. Abbiamo strutturato, negli anni, un percorso di stimolazione cognitiva non farmacologico, riconosciuto a livello internazionale, che rallenta la malattia. Trattamento erogato sia nei centri Ausl che con associazioni di volontariato. Ci si accede dopo la visita e la diagnosi. E poi c’è la parte di assistenza e supporto ai familiari, con incontri e colloqui psicologici di sostegno. Abbiamo strutturato i servizi come una vera e propria rete – ha concluso la responsabile programma demenze dell’Ausl di Parma”.

All’incontro erano presenti anche Liliana Graiani, presidente Anap Parma ed Enrico Bricca, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Parma.

 

lombatti_mar24