Casapound, Bigliardi risponde a Pagliari

SMA MODENA
lombatti_mar24

02/11/2009
h.21.00

LETTERA APERTA
Ill.mo CLAUDIO BIGLIARDI
Coordinatore “Civiltà per Parma”

Caro Claudio,
lasciami dire che il “gioco delle pagelle” sarebbe stato bene riservarlo a questioni meno serie e in presenza di dati reali e giustificanti: Matteo Caselli ha presentato l’interpellanza dopo averne parlato con me e non di nascosto o in disaccordo con il sottoscritto.
Ciò premesso, credo che la questione di Casa Pound a Parma non ci debba far dimenticare la priorità della testimonianza contro il fascismo e, soprattutto, il neofascismo e contro ogni forma di totalitarismo, nero o rosso o di altro colore.
C’è disponibilità di Civiltà per Parma per assumere, in Consiglio Comunale, una precisa iniziativa su questo? Naturalmente, mi rivolgo a Te, per ragioni evidenti, ma non intendo scavalcare il Gruppo di Impegno per Parma, né dimenticarne la composizione pluralista. Ed è ovvio che non vi è preclusione.
Questa eventualità costituirebbe un segno di chiarezza sulla questione di principio, rispetto alla quale solo il pregiudizio o l’ideologismo novecentesco possono far pensare che qualcuno – nella specie, i Componenti del Gruppo consiliare comunale del PD – abbia delle timidezze.
C’è una seconda questione, su cui è necessaria la massima chiarezza. Come notorio, la XII disposizione transitoria della Costituzione stabilisce, al I comma, che “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista”. Or bene, visitando il sito di Casa Pound, il dubbio – per me, la certezza – di essere di fronte ad un’organizzazione neofascista, con venatura nazifascista, è più che legittimo. Le vicende nazionali, legate a Casa Pound, non lasciano, certamente, tranquilli.
Civiltà per Parma è disponibile a sottoscrivere una petizione al Ministero degli Interni per chiedere la rivalutazione (o come meglio) del riconoscimento di Casa Pound come onlus?
La ragione sta nella volontà sia di promuovere – nella legalità – l’iniziativa possibile contro questa organizzazione in nome dell’antifascismo e nel solco della Costituzione, punto di riferimento irrinunciabile, sia di testimoniare concretamente qual è, nel contesto dato, la forma di battaglia politica a Casa Pound oggi praticabile nella legalità. Su questo piano (in specie, artt. 2,3 e 21 Cost.), il Gruppo PD non ha remore di sorta, mentre nulla intende avere a che fare con forme di lotta politica violenta o, addirittura, di aggressione fisica. Il fascismo (al pari delle forme di autoritarismo) non si combatte con il ricorso a metodi che sono stati (anche) suoi; ricorso che favorisce – e non combatte – le forme di neofascismo. L’inagettivabile aggressione davanti all’Onirica non può far presumere nulla né a favore, né contro una parte di quelle “in campo”. Questo episodio va condannato con chiarezza e senza incertezze.
In nome dei valori costituzionali, civili e politici, cui si ispira anche il PD, pare doveroso ribadire l’invito alla calma e alla testimonianza pacifica, per quanto ferma.
Farsi carico della tensione attuale è segno di responsabilità civile e non di debolezza e di timidezza verso il fascismo.
Spero che la manifestazione del 21 novembre sia una dimostrazione responsabile e consapevole.
Su queste basi, chiudo ribadendo la convinzione che la testimonianza contro ogni forma di fascismo, o di qualsivoglia altro totalitarismo, è attuale e va condotta con decisione, ma nelle forme costituzionali, legali e democratiche.
Con i migliori saluti.
 
Giorgio Pagliari
___
03/11/2009
h.19.00

Caro Pagliari,
ho letto la tua lettera in cui cerchi di ricomporre le divergenze nate venerdì sera all’interno del Pd fra chi, come te, in modo responsabile e insieme a tutti gli altri capigruppo in Comune chiedeva di smorzare i toni sulla vicenda Casa Pound, e chi invece a pochi chilometri di distanza organizzava manifestazioni e iniziative per la chiusura del circolo di via Montanara. Scelte legittime, soprattutto quella di manifestare contro il fascismo, negazione totalitaria della democrazia. Scelta legittima, dicevo, ma forse oggi inopportuna perché, e questo era il senso del mio intervento di domenica, dobbiamo evitare uno scontro ideologico che ha già fatto aumentare i rischi di incidenti fra i “ragazzi della nostra città”.
Caro Giorgio, non credo che il nostro compito sia quello di andare al Ministero degli Interni o in Questura per dire cosa fare di Casa Pound: non credo che al Viminale debbano attendere Bigliardi e Pagliari per conoscere una realtà che è attiva a Parma solo da qualche anno ma da molto di più ha sedi in altre città d’Italia. Il ministro degli Interni, sia esso Roberto Maroni o il suo predecessore Giuliano Amato, ha gli elementi per valutare se Casa Pound è una Onlus o no. I responsabili della polizia (sia quelli nazionali che quelli locali) penso sappiano benissimo chi sono e cosa fanno gli attivisti di Casa Pound, se costituiscono un pericolo, se sono fascisti o se rispettano la nostra Costituzione. E, concedimi di ribadirlo in questa occasione, ho la massima fiducia nel personale della Digos e della questura di Parma.
Sarai d’accardo con me che non è compito nostro dire al ministro degli interni, alla magistratura, alle forze dell’ordine cosa devono e non devono fare. E’ nostro dovere, questo sì, abbassare i toni e ricondurre tutti ad un clima di ragionevolezza.
Con questa risposta spero di aver chiarito definitivamente la mia posizione sull’argomento Casa Pound. E mi auguro che sia l’ultimo intervento volendo evitare il rischio che la strumentalizzazione delle mie parole, rivolte al dialogo fra partiti anche diversi, accenda il dibattito invece che smorzarlo.

Claudio Bigliardi
Coordinatore Civiltà per Parma