Commento alla 9° giornata di serie A (di G. Bandiera)

Giornata numero 9 di Serie A.

In alto frenano le big.

Tre pari di Juve, Inter e Napoli rallentano al classifica.

La Juve porta a casa un solo punto da quel di Lecce e questo nonostante le mille e mille occasioni avute. CR7 resta a Torino e così l’attacco rimane prerogativa di Higuain Dybala coppia che giocava insieme prima dell’arrivo del portoghese. L’esclusione di Mandzukic, fuori per ordine della società, e la vendita estiva di Kean hanno reso il Pipita l’unica punta effettiva della rosa, in gare come quella di Via Del Mare forse l’ingresso di una punta centrale avrebbe potuto fare al caso dei bianconeri. Al netto del numero degli attaccanti sono altri i capi di imputazione che pendono sui torinesi.

Stiamo sempre parlando della squadra prima in classifica ma se si vuole ambire alla combo che sta a cuore ai tifosi Juventini forse le critiche possono fare solo del bene. Prima critica: Bernardeschi. Sono due anni che indossa la casacca bianconera, o biancorossa come quella obbrobriosa sfoggiata sabato pomeriggio, e a parte qualche sprazzo non ha ancora dimostrato il proprio valore. Forse dovrebbe giocare a destra e basta oppure, se le cose non miglioreranno, a fine anno potrà essere sacrificato.

L’uno a uno è un risultato bugiardo ma se non fai almeno due goal dopo avere creato tante azioni qualche colpa ce l’hai.

Poche ore dopo l’Inter favoritissima pareggia contro il Parma che si sta rivelando una sorta di bestia nera. I parmigiani passano in vantaggio poi scavalcati e infine pareggio dei crociati. Un goal dell’Inter sembra in odore di fuorigioco ma in epoca tecnologica tendiamo a fidarci delle linee tracciate dagli arbitri. L’Inter soffre una rosa poco ampia. Se mancano alcuni titolari i rincalzi sembrano inferiori di un paio di livelli.

Se Juve e Inter non ridono a Napoli si piange. Poteva essere la giornata ideale per rosicchiare due punti alle lepri ma quest’anno i partenopei sembrano volere dilapidare occasioni su occasioni. A Ferrara il pari sembra un risultato giusto ma vista l’artiglieria a diposizione di Ancelotti sono altri due punti persi. Eppure, sembrava l’anno buono per accorciare, invece le sta scappando il secondo posto che al netto del risultato di sabato dei nero azzurri sembrano avere, per usare un termine locale, più cazzimma.

L’Atalanta asfalta una Udinese sempre più allo sbando. Ne fa sette in un colpo solo a dimostrazione che sia il terzo posto finale della stagione scorsa sia quello provvisorio di questa stagione sono frutto di idee di gioco ma ancora prima di idee societarie.

Qualcuno dovrebbe fare mea culpa ad esempio a Milano dove il Milan sprofonda nella quinta sconfitta stagionale. Perdere a Roma ci sta ma ricordiamo che la Roma era incerottata al massimo – mancavano Pellegrini, Cristante, Diawara, Zappacosta, Mychtarian, Under – e poi il Milan sembra non avere beneficiato neppure psicologicamente del cambio allenatore.

Un cenno alla Lazio corsara a Firenze una vittoria viziata dalla procedura-VAR. Montella si scaglia contro gli arbitri ovvero anche in regime VAR le polemiche sono all’ordine del giorno perché una percentuale di errore sarà ineliminabile.

Alla prossima.

Gianni Bandiera

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