“Crossing Over”

29/06/2009

Max Brogan è un agente dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) e ha il compito di ostacolare con tutti i mezzi legali l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti. Opera nell’area del confine con il Messico ed è incapace di trattare le persone come fossero puri e semplici pacchi da accettare o rinviare al mittente. Incontra così la giovane operaia messicana Mireya Sanchez che, prima di essere arrestata dai suoi colleghi, lo supplica di aiutare il suo bambino.
Nel frattempo Denise Frankel si occupa di difendere come avvocato i più deboli mentre suo marito Cole, approfittando del potere che ha sulla consegna o meno della Green Card, costringe una ragazza australiana a concedergli prestazioni sessuali. Conosciamo anche le storie di Zahta, giovane musulmana che vuole che si pensi anche alle possibili ragioni degli attentatori dell’11 settembre, l’adolescente coreano Yong Kim che si fa coinvolgere in una banda di giovanbi criminali, del musicista Gavin Kossef e della ragazza del Bangladesh Taslima.
La complessità delle vicende di cui sopra potrebbe spingere più d’uno a desistere dalla visione ma il rischio è stato abilmente superato da Wayne Kramer. Il quale è ben consapevole del fatto di riproporre una struttura narrativa alla Crash e alla Babel e che, al contempo, non si possono dimenticare sul tema dell’immigrazione dal Messico due film come Le tre sepolture di Tommy Lee Jones e chi chiediamo anche se sarà un caso che la ragazza che chiede la Green Card sia australiana come Weir autore del film dal titolo omonimo con Gerard Depardieu.
Il regista decide quindi di interpolare le storie consentendo al contempo allo spettatore di entrare nel film senza troppe difficoltà e gira un film decisamente sbilanciato a favore di una maggiore attenzione ai bisogni di chi chiede di entrare negli States dichiarandolo da subito grazie al personaggio interpretato da Harrison Ford che è distante anni luce da quel Presidente di Air Force One che gridava con rabbia “Get out of my plane!” ai terroristi.
Grazie a lui entriamo in alcune delle vicende e ci accorgiamo che comunque la sceneggiatura conserva una sua complessità di lettura delle dinamiche interculturali. In particolare grazie proprio alla figura della ragazza musulmana che ‘difende’ gli attentatori delle Twin Towers.
Il problema di Crossing Over è semmai quello di voler ‘chiudere’ tutte le vicende senza lasciare allo spettatore uno spazio per l’elaborazione personale. Per il resto rimane un film in grado di arrivare a un vasto pubblico con un messaggio su cui riflettere. Peccato che sia relegato a fine giugno con un’uscita in sordina.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
Clicca qui per conoscere la programmazione nelle sale di Parma.

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