
“È con profonda emozione che possiamo annunciare una notizia che aspettavamo da troppo tempo (LEGGI): Majed Al-Shorbaji e la moglie sono riusciti a lasciare la Striscia di Gaza, si trovano in Giordania al sicuro, nell’ospedale Italiano della capitale Amman, e stanno finalmente per tornare in Italia, a Fidenza, nella città che Majed ha scelto come sua casa e che non ha mai smesso di aspettarlo”. Così il sindaco di Fidenza Davide Malvisi ha commentato le ottime notizie che sono arrivate dal Medio Oriente nella serata di martedì 20 maggio.
Majed è un giovane palestinese di 27 anni. È arrivato in Italia nel 2019, in fuga da un contesto di guerra e instabilità. Inizialmente è stato accolto dal Centro immigrazione asilo e cooperazione di Parma, grazie al quale è riuscito ad ottenere lo status giuridico di rifugiato e, da quel momento, ha iniziato a ricostruirsi un futuro con forza e dignità. Ha trovato un lavoro stabile, ha costruito relazioni vere, ha trovato a Fidenza, in provincia di Parma, una comunità che lo ha accolto e sostenuto.
Nell’ottobre 2023 Majed è partito per raggiungere il padre malato nella Striscia di Gaza. Pochi giorni dopo il suo arrivo il raid dei miliziani di Hamas e la successiva operazione militare israeliana hanno fatto esplodere un conflitto senza precedenti. E da allora Majed è rimasto intrappolato, nonostante avesse con sé regolari documenti italiani che ne attestavano lo status di rifugiato.
Da quel momento è iniziato un incubo lungo oltre un anno e mezzo. La guerra, i bombardamenti, la fame, la paura quotidiana. Majed è sopravvissuto rifugiandosi nei sotterranei di un ospedale, poi nei campi profughi. Le comunicazioni erano intermittenti, ma ogni messaggio che riuscivamo a ricevere raccontava una situazione disperata, in peggioramento costante.
“Di fronte a tutto questo, come amministrazione non potevamo restare in silenzio – prosegue il Sindaco -. Da mesi seguo, insieme al CIAC di Parma, questa vicenda con la massima attenzione. Ho scritto al Ministro degli Esteri Antonio Tajani chiedendo un suo diretto intervento. Ho scritto all’Ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferri, perché si attivasse con le autorità locali. E ho avuto contatti costanti con il Consolato Italiano a Gerusalemme, che ha seguito il caso con competenza, sensibilità e determinazione, operando in condizioni spesso estreme, per assicurare una via d’uscita sicura a Majed”.
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Ciac, ente di tutela di cittadini migranti, ha seguito la vicenda sin dall’inizio. “Siamo pieni di gioia per la fine positiva della storia di Majed ma, allo steso tempo, fortemente preoccupati per quello che le persone rimaste a Gaza stanno vivendo – spiegano – Grazie ad una collaborazione di tanti siamo riusciti a far uscire due persone da quella tragedia che oggi è il territorio palestinese, ma milioni di persone innocenti vivono sotto le bombe e rischiando la propria vita ogni giorno. Continueremo a lavorare anche per loro”.
L’uscita dalla Palestina di Majed non è il frutto di un singolo intervento. È il risultato di una mobilitazione collettiva, civica, umana, che ha attraversato livelli diversi del nostro Paese.
A cominciare dall’onorevole Paola De Micheli, che ha seguito da vicino l’evolversi della situazione, attivandosi con tutti i contatti possibili. L’ex senatrice Albertina Soliani, da sempre voce limpida in difesa dei diritti umani, che ha prestato la sua autorevolezza alla causa. Non ultime la comunità di Parma e Fidenza di Potere al Popolo che fin dall’inizio si sono spesi con passione e generosità, mantenendo viva l’attenzione sul caso anche quando l’interesse mediatico tendeva a spegnersi
“La nostra comunità ha scelto, ancora una volta – conclude Davide Malvisi -, di stare dalla parte della vita della dignità, dell’umanità. Non è un gesto politico. È un gesto profondamente umano. Abbiamo riconosciuto in Majed un cittadino, un amico, un lavoratore. E come tale lo abbiamo difeso. Ora attendiamo il suo rientro con ansia, ma anche con grande gioia”.