Fratelli d’Italia sta con Vignali o no? (di Andrea Marsiletti)

“Chi non è con noi è contro di noi.”
“O l’amicizia preziosa o l’ostilità durissima.”
“Quando spara il cannone è veramente la voce della Patria che tuona.”
“Rinunziare alla lotta significa rinunciare alla vita.”
“Quando mancasse il consenso, c’è la forza.”
“La nostra pace più sicura sarà all’ombra delle nostre spade.”
“La libertà non è un fine; è un mezzo.”
“O Fascismo o antifascismo.”

Sono frasi che danno l’idea del decisionismo (aihmè) del Duce Benito Mussolini.

Dall’attendismo, titubanza e tatticismo di Fratelli d’Italia di Parma nel prendere posizione sulle comunali cittadine si capisce che la transizione degli ex MSI è davvero compiuta.

Già, a due settimane dall’obbligo di deposito delle liste elettorali, ancora non si sa se FdI appoggerà Pietro Vignali o se correrà da solo con un proprio candidato sindaco (Priamo Bocchi?).

Dall’esterno si ha la chiara impressione che la decisione finale di FdI di Parma sia influenzata dal volere dei vertici romani del partito e che essi abbiano messo le comunali ducali sul tavolo nazionale delle alleanze di centrodestra alle prossime amministrative.

Chi scrive si illude di aver capito qualcosa di come va la politica, e di certo non si scandalizza se la partita di una delle elezioni comunali più importanti del 2022 in Italia risenta di logiche nazionali. Non solo non mi scandalizza, ma ci sta.

Però FdI deve decidere, perchè il tempo stringe e sicuramente questa inerzia non li fa figurare bene, li sfibra, li marginalizza riducendoli a un’appendice che si appiccica all’ultimo al ritorno in pompa magna di Vignali.

Dovessi scommettere 50 euro (sfidando il rischio di due anni di prese in giro del portavoce di Pizzarotti, Marcello Frigeri, che ormai sembra vivere per rinfacciarmi previsioni sbagliate), credo che alla fine Fratelli d’Italia sosterrà Vignali.

E lo dico non perchè sia in possesso di notizie riservate, ma perchè, se davvero volessero andare da soli, perdere settimane e settimane sarebbe un comportamento completamente insensato e controproducente. Dubitare non ne abbiamo la consapevolezza di ciò sarebbe fare torto all’intelligenza della loro dirigenza.

Ritardi a parte, non sono così convinto che l’interesse di Vignali e di Fratelli d’Italia sarebbe stato quello di correre per forza insieme al primo turno. Perchè con quell’assetto così marcatamente di centrodestra, nel caso andasse al ballottaggio, Vignali non avrebbe più bacini elettorali in cui andare a pescare in modo maggioritario, avendo già fatto il pieno dei suoi voti. Vignali al ballottaggio rischia di diventare il Bernazzoli e lo Scarpa di turno, di rimanere al palo con tutti gli altri che gli votano contro.

Se invece FdI corresse da solo al primo turno potrebbe raccogliere un ampio consenso ampio da portare in dote al secondo, e Vignali potrebbe provare a giocare la partita al centro più all’Ubaldi, in modo più civico e moderato, e a intruffolarsi nell’elettorato di centrosinistra che però il sondaggio di Noto rivela essere refrattario nei suoi confronti.

Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili” diceva qualcuno di grosso.

Suvvia, decidete, una volta per tutte. Sarà pur rimasto qualcosina dentro FdI…

Quando il fascismo si è impadronito di un’anima, non la lascia più.”

Dategli ragione ogni tanto.

Andrea Marsiletti

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