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17/11/2010
h.13.20
“Per le sue battaglie in favore della biodiversità, per aver proposto uno sviluppo diverso fondato sulla sostenibilità, per ricordarci con il suo impegno che il ritorno alla terra è ritorno alla vita”. C’è emozione nella grande sala Aurea della Camera di Commercio di Parma, resa silenziosa dalle note del flauto di Claudio Ferrarini, quando il vicepresidente Pier Luigi Ferrari legge la motivazione con la quale la Provincia di Parma ha assegnato il Premio San Martino a Vandana Shiva.
Un “piccolo” premio, dedicato all’impegno per la biodiversità, che va a una grande donna: scienziata e femminista, economista e attivista, ecologista e studiosa, “una donna che ha agito uno dei percorsi mondiali più importanti”, come ricorda Marcella Saccani. L’assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Parma offre nel suo intervento un “omaggio interessato” a Vandana Shiva per aver valorizzato le donne e promosso il loro sapere perché fondato su un modo differente di fare l’economia, per il fatto di essere portatrici di una cultura che valorizza la vita.
E la sorprende quando dice davanti alla platea che:”è il corpo di Vandana a parlarci di lei”. Ed è vero. Non è solo per il portamento o l’eleganza. Ha occhi che sorridono, attenzione per le persone e i loro racconti, parole di condivisione per chi, come gli agricoltori custodi che incontra nella prima parte della mattina, “salva semi e razze”, proprio come lei.
Il premio, che le viene consegnato dal presidente Vincenzo Bernazzoli è uno scialle lavorato con la lana della pecora cornigliese, soggetto di uno dei progetti di recupero della Provincia di Parma. Lo indossa sorridendo, fra gli applausi a cui si unisce anche l’assessore regionale Tiberio Rabboni che chiuderà l’incontro, mentre Bernazzoli la ringrazia per tutto quello che sta facendo in favore della biodiversità. “Per aver messo le persone al centro e aver difeso un modello di sviluppo sostenibile fondato sulla biodiversità e cioè sulla tutela di quelle condizioni create dalla storia e che oggi sono a rischio per le dinamiche del mondo globale” – dice il presidente della Provincia di Parma.
E siccome chi lavora la terra ha fama di gran concretezza, gli agricoltori custodi hanno messo in mostra su tavoli, nella sala antistante quella in cui si svolge la cerimonia di premiazione – a cui poi è seguita la conversazione con Antonio Segrè (di cui riferiamo in altro articolo) – una “panoramica” di quello che a Parma e nel territorio è stato fatto, anche grazie al sostegno della Provincia, sul fronte della difesa della biodiversità.
Vandana Shiva non conosce tutti i prodotti, ma li osserva attentamente chiedendo in nomi dei fagioli piuttosto che delle zucche, oppure di piccoli frutti che probabilmente i numerosi giovani presenti all’incontro non hanno mai visto.
Ed è lì che incontra il prefetto di Parma Luigi Viana e il questore Gennaro Gallo che sono venuti a salutarla. Sempre lì si svolge una improvvisata conferenza stampa.
“Io credo che il primo grande obiettivo della conservazione della biodiversità sia proprio quello di fare l’agricoltura in un modo diverso, che va al di là della monocultura della mente che fa si che ci sia monocultura dell’alimentazione, delle coltivazioni e del nostro futuro – ha detto Vandana Shiva – Questa straordinaria raccolta di biodiversità è l’unico modo per riuscire a produrre alimenti e cibo per tutti senza utilizzare invece più petrolio, più chimica, più risorse.
La biodiversità è l’unica soluzione, la strada verso la libertà, perché l’intolleranza verso la biodiversità, l’imposizione alla monocultura, non sono che un modo per arrivare ad una dittatura, una imposizione, perché la democrazia è l’unica che ci permette di salvaguardare questa biodiversità. Se gli agricoltori custodi continuano a produrre questa grande biodiversità , se il governo provinciale continua a fornire il proprio supporto al lavoro di queste persone , credo che il nostro pianeta possa avere un futuro”.
Sulla crisi e il modo in cui uscirne la scienziata indiana dice che “Non si può pensare di risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema. Quindi io credo che continuare a trattare quella che era una ricchezza fittizia, creata dalle banche, come soluzione al problema della crisi , non sia assolutamente fattibile. Credo che sia necessario invece per riuscire ad uscire dalla crisi, una economia reale che deve essere vitale, quindi una economia verde, che ci permette di essere sostenibili per riuscire ad avere uno stile di vita sostenibile”.
E ancora sul ruolo delle donne: “Viviamo in un mondo che non è un mondo sostenibile in cui le donne sono state escluse e se noi guardiamo tutta la conservazione della biodiversità che vediamo qui, è il risultato del fatto che alcune donne hanno conservato la conoscenza per trasformare la lana in uno scialle, si ricordano di una tipologia di mele e si ricordano quindi di conservarla, credo che questo sia l’unico modo: mettere le donne nel centro di un sistema economico che si basa sul sistema ecologico” .
E per non disperdere nessun sapere femmine, annuncia che a marzo fonderà l’Università delle Nonne, perche “ogni nonna è un professore”.