“Le due APEA devono essere meno estese”

SMA MODENA
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16/02/2011
h.10.50

Le APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate) sono aree industriali dotate di infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente.
La normativa regionale disciplina sia la pianificazione dell’uso del territorio sia la gestione delle suddette aree attraverso accordi territoriali tra la Provincia e i comuni per concordare obiettivi e scelte strategiche al fine di definire interventi di livello sovracomunale.
La Provincia di Parma ha individuato due aree, una in Collecchio – APEA Filagni – e una in Langhirano/Felino – APEA Pilastro – per candidarle al bando regionale previsto dal “Fondo europeo per lo sviluppo regionale”.
Le APEA di Collecchio e Langhirano/Felino sono individuate con variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale all’interno del distretto agro-alimentare del prosciutto di Parma.
L’area di Collecchio prevede un ampliamento di mq 243.957 per complessivi mq 462.510;l’ area Pilastro è di mq 538.300 di cui mq 135.600 a Langhirano e mq 402.700 a Felino.
Insieme fanno circa 1.000.000 di mq di terreno agricolo.
Fatte queste premesse ne derivano alcune considerazioni.
Negli ultimi anni non c’è ente pubblico territoriale o forza politica che si candidi ad amministrare, che non richiami nei propri propositi e nei propri programmi la necessità di attuare politiche urbanistiche tese a ridurre il consumo del suolo che nella nostra regione, e nella nostra provincia, per rimanere a casa nostra, ha raggiunto livelli esagerati. A Parma città si parla di città compatta e poi vediamo, invece, una espansione diffusa che cementifica anche i giardini di casa; i comuni di cintura alla città negli ultimi quindici anni hanno conosciuto espansioni tali che ormai tra la periferia del comune di Parma e l’interland non c’è più distinzione.
Per rendere più sicuri e meno inquinati i centri urbani e più fluido e veloce il traffico, si pianificano e realizzano nuovi assi di collegamento sull’asse Est-Ovest e Nord-Sud e bretelle di circonvallazione, consumando prezioso territorio agricolo.
L’imperativo richiamato ogni giorno dai leader politici nazionali, di fronte alla grave crisi economica che attanaglia l’Italia che ci porta ad avere il più basso tasso di crescita e il più alto livello di disoccupazione tra i giovani, è quello di investire nella green economy (economia verde).
Non si può che essere d’accordo. Il punto allora è: si può investire nell’economia verde riqualificando l’esistente?
Parma, per responsabilità di Vignali, ha perso l’occasione di ripensare il sistema della mobilità cittadina e provinciale quando ha rinunciato ai 172 milioni di euro stanziati dallo Stato per la metroplitana. Una scelta in contrasto con “l’economia verde”.
Molti comuni del parmense sono alle prese con la necessità di attuare interventi di riqualificazione urbana, poichè all’interno del tessuto urbanizzato sono rimaste aree industriali dismesse e centri storici da riqualificare, in un momento di grave crisi economica, dove ci sono poche risorse pubbliche e dopo che si è esagerato con l’espansione urbanistica con nuovi insediamenti residenziali, commerciali e produttivi.
Attraversando le strade più importanti della nostra provincia, in ogni latitudine, si possono vedere capannoni vuoti da anni (con scritto “Vendesi” e “Affittasi”) e chissà quando mai potremo rivederli pieni e in attività. Sono segni del nostro tempo, delle difficoltà del nostro tempo, e del cattivo uso che abbiamo fatto del nostro suolo che lasciamo in eredità alle generazioni future.
Pochi mesi fa Vandana Shiva è venuta a Parma per ricevere il prestigioso premio San Martino. La motivazione del riconoscimento è: “Per le sue battaglie in favore della biodiversità, per aver proposto uno sviluppo fondato sulla sostenibilità, per ricordarci con il suo impegno che il ritorno alla terra è ritorno alla vita”.
La stessa Vandana Shiva ha dichiarato: “Io credo che il primo grande obiettivo della conservazione della biodiversità sia proprio quello di fare l’agricoltura in un modo diverso, che va al di là della monocultura della mente che fa si che ci sia monocultura dell’alimentazione, delle coltivazioni e del nostro futuro. Questa straordinaria raccolta delle biodiversità è l’unico modo per riuscire a produrre alimenti e cibo per tutti senza utilizzare più petrolio, più chimica, più risorse. La biodiversità è l’unica soluzione, la strada verso la libertà, perchè l’intolleranza verso la biodiversità, l’imposizione della monocultura, non sono che un modo per arrivare ad una dittatura.” La scienziata continua…… “Non si può pensare di risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema. Credo sia necessario, per uscire dalla crisi, una economia reale che deve essere vitale, quindi una economia verde, che ci permette di essere sostenibili per avere uno stile di vita sostenibile”.
Se prendiamo alla lettera e sul serio le parole di Vandana Shiva qualche dubbio, sul sottrarre quasi 1.000.000 di mq di terreno agricolo per farne aree produttive indistinte, in un momento di crisi come questo, è ampiamente giustificato. Il dubbio si fa più forte se pensiamo che si possa risolvere il problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema.
Un punto di vista radicale direbbe sicuramente di no alle APEA di Collecchio e Pilastro. Prendendo come riferimento un punto di vista radicale e cercare di coniugarlo con una azione responsabile e “riformista” si possono raggiungere, faticosamente, dei compromessi, cogliendo segnali di apertura che in tal senso l’ Assessore Danni ha pubblicamente manifestato.
a) Le due APEA devono essere meno estese (minor consumo del suolo).
b) Le aree del Distretto del Prosciutto devono essere destinate alla lavorazione delle carni suine, specificatamente quelle del “Prosciutto di Parma”, per valorizzarne la tipicità (biodiversità).
c)Costituzione di un fondo perequativo per ripartire i proventi economici derivanti dalle APEA tra tutti i comuni del Distretto del Prosciutto in modo equo e giusto con particolare attenzione ai territori più svantaggiati.
d) Programmazione urgente della seconda fase dell’utilizzo dei fondi previsti dal DUP (programmazione regionale) al fine di prevedere e pianificare nuove APEA comunali e sovracomunali in particolare a sostegno delle aree montane.
e) Sostegno politico delle Zone Franche Montane, come richiesto dai Consigli Comunali di alcuni comuni montani e approvato con ordine del giorno dal Consiglio Provinciale, con l’obiettivo di attuare politiche concrete a favore della montagna e della sua economia.
f) Definire politiche di pianificazione urbanistica che non consentano ulteriori nuovi insediamenti lungo gli assi di collegamento pedemontani e che favoriscano, invece, azioni di recupero e riqualificazione urbana dell’esistente.
Per non far torto all’impegno che la comunità parmense ha assunto con Vandana Shiva consegnandole il Premio San Martino e omaggiandola di uno scialle lavorato con lana di pecora cornigliese, le suddette proposte sono il minimo che si possa attuare.
Non vorremmo, diversamente, che la prossima volta che Vandana Shiva passasse da Parma, gli venisse consegnata la carcassa di un copertone da camion di quelli che si vedono lungo i margini delle nostre strade tanto trafficate e inquinate.

Massimo Pinardi