Nella Capitale Italiana della Cultura 2018 l’ensemble guidato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto proporrà due allestimenti ad hoc di storici spettacoli del proprio repertorio.
Saranno il suggestivo Oratorio di San Mercurio, eccezionalmente aperto per l’occasione, e il vitalissimo Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo ad accogliere, venerdì 4 e sabato 5 maggio, gli spettacoli FAUST Memories, perturbante rilettura del Faust di Wolfgang Goethe e Canciones del alma, da testi di Juan de la Cruz: Lenz Fondazione tornerà in Sicilia su invito di Adiacenze, Laboratorio di ricerca e promozione delle nuove estetiche teatrali e musicali del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Arcidiocesi di Palermo.
«A distanza di quattordici anni dalla première, la ripresa di Faust Memories è più di una ripresa, è una sedimentazione, è una sorta di riemersione archeologica di un percorso carsico ed estetico che Lenz porta avanti con rigore e coerenza»: il critico teatrale Nicola Arrigoni sulle pagine di Sipario introduce il nuovo allestimento, debuttato a marzo scorso negli spazi parmigiani di Lenz Teatro, di FAUST Memories di Lenz Fondazione, che sarà presentato venerdì 4 maggio alle ore 21 al Teatro Mediterraneo Occupato. Lo spettacolo – proposto a Palermo in forma oratoriale – è tratto da Faust di Wolfgang Goethe, testo sul quale l’ensemble diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto ha lavorato tra il 2000 e il 2002, realizzando una trilogia di opere dedicate: «In Faust Memories Lenz ritorna al grande affresco goethiano che ha scandito per tre anni la propria produzione artistica. Magia e meraviglie risvegliano il teatro del presente ma è di nuovo l’uomo, nella sua incommensurabile differenza, che più affascina il nostro tempo. Goethe vide, da giovane, un puppenspiele sulla leggenda di Faust il Mago e le marionette gli misero tra le mani l’anima stessa dell’opera futura. La Marionetta, l’Angelo, lo Spirito del Tempo e Donald Duck sono gli eroi parlanti di queste memorie faustiane».
Lo spettacolo interpretato da Sandra Soncini, attrice-danzatrice, straordinaria protagonista delle più importanti creazioni di Lenz, costituisce una summa di questo denso attraversamento: degli spettacoli Urfaust, Faust I e Faust II sono ricomposti i monologhi innestati sulle musiche, create da Andrea Azzali e Adriano Engelbrecht.
I progetti di creazione performativa contemporanea di Lenz sono il risultato artistico di un approfondito lavoro di ricerca visiva, filmica, spaziale, drammaturgica e sonora. In una convergenza estetica tra fedeltà esegetica alla parola del testo, radicalità visiva della creazione filmica, originalità ed estremismo concettuale dell’installazione artistica, l’opera poetica di Lenz riscrive in segniche visionarie tensioni filosofiche e inquietudini estetiche della contemporaneità. In questa complesso percorso di ricerca si inserisce in modo esemplare l’opera che sabato 5 maggio, in doppia replica alle ore 18.30 e alle ore 21, Lenz Fondazione allestirà all’Oratorio di San Mercurio Canciones del alma, investigazione sul sentiero obscuro di Juan de la Cruz (1542/1591) sulla “conoscenza sperimentale di Dio”, come la definisce Giorgio Agamben, in merito alla quale il noto critico siciliano Giuseppe Distefano ha scritto: «Un corpo coreografico che, piantato a terra, possiede la leggerezza e la gravezza di una presenza tumultuosa anelante al divino».
L’esperienza del vuoto e dell’oscurità praticata dall’attrice si sviluppa in uno spazio di rappresentazione ristretto, costringendola a mutazioni continue: «Nella geometria rigorosa del movimento, la tensione ascetica della parola si dispone sul campo spaziale come una meccanica algebrica dell’inconoscibile: matematica di Dio». Francesco Pititto introduce lo spettacolo interpretato da Sandra Soncini: «In Canciones del alma i temi della maturità e del divenire impongono autorevolezza nell’organizzazione della fabbrica del corpo – così come in quella dell’Universo, scriverebbe Calderón – e, soprattutto nell’organizzazione dell’anima contenuta al suo interno, liberata in canzoni poetico-mistiche che sondano incessantemente l’invisibile».