Quello tra Cristiano Casa (leggi) e Lorenzo Lavagetto (leggi) è stato solo l’ultimo scontro tra Effetto Parma e Pd in questi dieci anni.
Dieci anni nei quali mai c’è stato un pronunciamento positivo dei gruppi consiliari del Pd e delle segreterie provinciale e cittadina nei confronti delle amministrazioni Pizzarotti e, viceversa, di Effetto Parma nei confronti delle minoranze del Pd.
Ma all’improvviso, in una mattina di ottobre 2021 (leggi), sebbene nulla fosse cambiato se non il sopravvenuto input di Bologna a procedere, tra Effetto Parma e i vertici locali del Pd “scoppiò l’amore”, suggellato da un’intesa per il futuro della città, la solidarietà e la pace. Una cortina fumogena, non approvata da alcun organismo locale del Pd, che pretendeva di negare fin l’esistenza di questi dieci anni, di due elezioni comunali, vorrei dire in spregio dell’intelligenza degli elettori.
Un percorso che non ha portato molto lontano … a giudicare che dopo mesi e mesi di incontri l’alleanza è oggi più che mai in bilico e le tensioni all’interno di Ep e Pd sono alte, quando non altissime (leggi). Se non ci fosse l’interferenza di Bonaccini il dialogo sarebbe già saltato da un pezzo, probabilmente non sarebbe mai partito.
L’errore commesso è stato quello di illudersi che la fuga in avanti, la scorciatoia, il mettere davanti al fatto compiuto potessero evitare di scendere nel merito su due mandati amministrativi di contrapposizione e di fare analisi e autocritica sulle questioni divisive di questi dieci anni. Hanno pensato che bastasse pronunciare la parola d’ordine “guardiamo al futuro” per risolvere questioni annose, ma così non è stato perchè è emersa la legittima e prevedibile azione paralizzante in nome della coerenza. Hanno messo la polvere sotto al tappeto, tutte le contraddizioni sono rimaste sospese nell’aria, pronte a esplodere.
Finora nessun passo indietro da parte di alcuno, anzi, la gara è a ostentare chi è più nelle grazie di Bologna e chi non molla per primo. Come nelle scene dei film d’azione quando le due auto sono appaiate, nessuno vuole sollevare il piede dall’acceleratore schiacciato a tavoletta e la curva sul dirupo si avvicina.
L’apoteosi di questa cristallizzazione è stata nelle parole di Pizzarotti proferite dieci giorni fa a Sant’Ilario: “Saluto Parma senza rimpianti: rifarei ogni cosa fatta, anche gli errori.“
Ma il passato non si cancella con un “protocollo d’intesa”, non è un pacchetto che si può mettere da parte. La credibilità di un amministratore, di un politico o di un partito è data da quello che hanno dimostrato nel passato. Esclusivamente da quello. Anche le nuove promesse elettorali hanno valore solo se pronunciate da persone che nel tempo si sono meritatate la fiducia degli elettori.
Credo che non servirà a nulla ai fini dell’individuazione del candidato sindaco, anzi potrebbe peggiorare se vago e appicicaticcio, il programma del tavolo del centrosinistra elaborato dalle undici sigle che compongono l’alleanza… dalle indiscrezioni che escono, c’è da tremare al pensiero di quel testo.
Il tempo stringe, ma ce n’è ancora un pò per provare a cambiare passo. E’ necessario sgombrare il campo dai non detti, ambiguità e veti e fare chiarezza definitiva dando evidenza pubblica ai ripensamenti, se non totali almeno parziali, e magari alla correttezza di alcune posizioni altrui.
Ma ci vuole umiltà.
In altre parole, Ep e Pd devono fare i conti con il passato, sopratutto se non si vuole la rottura tra la giunta e il gruppo consiliare Pd che rischia di compromettere l’intesa e il suo successo elettorale. E’ un passaggio inevitabile, perchè, diceva Aristotele, “questo solo è negato a Dio: disfare il passato“.
Così si potrà costruire un’alleanza che i cittadini percepiscano come autentica e credibile.
Quando a nessuno è chiesto di perdere la faccia, la mediazione diventa possibile.
A quel punto un assessore di indubbio talento potrà fare sintesi e diventare il candidato condiviso. Oppure un candidato del Pd potrà rappresentare l’intera coalizione di centrosinistra, comprensiva di Effetto Parma. Persino le primarie potrebbero essere lo strumento appropriato in presenza di più candidature.
Altrimenti è meglio che ciascuno vada per la propria strada, senza farsi carico del “peso dell’Amministrazione Pizzarotti” o dei “25 anni di sconfitte del Pd“. Tanto poi c’è un ballottaggio in cui convergere, perchè allora sì che l’alleanza sarà naturale, scontata, obbligata, in alternativa al centrodestra. E magari si scoprirà che EP non era poi così debole, o che se il Pd è unito a Parma non ce n’è per nessuno.
Andrea Marsiletti