05/10/2009
Qualche giorno fa mentre stavo leggendo il comunicato stampa quotidiano di Villani delle ore 17.30, puntuale ed implacabile come la morte, mi è venuta spontanea la domanda: “Sì, va bene, ma sul tema attualissimo della metropolitana di Parma cosa pensa il PDL?”. Eh, sì, perché a riguardo è nota l’opinione del sindaco, mai dichiarata (o al più sussurrata) quella degli azzurri… sebbene la questione non mi pare delle più marginali.
Mi verrebbe da fare una forzatura ulteriore: “Ma che razza di partito è il PDL di Parma?”.
Ho provato a fare mente locale.
Sì, c’è un coordinatore provinciale nominato da pochi mesi dai vertici nazionali, Luigi Villani che si dà molto da fare intervenendo tanto sui minuti casi della viabilità dei comuni di montagna quanto sui grandi temi etici nazionali, che recita tutte le parti, da quella del panzer, a quella di mediatore, a quella di interfaccia con il Comune di Parma, tirato di qua e di là, anche a costo di esporlo a brutte figure come quella rimediata alle ultime elezioni comunali di Langhirano.
Mi rendo conto che il lavoro del nuovo coordinatore non sia dei più facili avendo ricevuto in dote un partito che negli ultimi anni è stato messo in ginocchio, bloccato e dilaniato da profondissime lacerazioni, sospensioni di congressi, commissariamenti, contro commissariamenti… una balcanizzazione che aveva visto un proliferare incontrollato di personalismi e di narcisismi inversamente proporzionale alla capacità di mettere in campo idee e proposte politiche.
C’è un senatore, Pietro Lunardi, di cui si è persa traccia… sta facendo a Roma tanto lavoro oscuro a favore della nostra provincia lontano dai riflettori o è un corpo estraneo alla realtà del nostro territorio?
Di un partito strutturato solo qualche abbozzo, di organismi dirigenti eletti dalla base forse se ne parlerà in futuro.
Non ci sono più (ma questo è un bene) neppure le costosissime convention azzurre con tanto di inni, interlocuzioni con la platea, così tanto infarcite di palloncini, di proiezioni sui maxischermo e di belle ragazze alla reception così come latitanti nei contenuti.
In Comune a Parma c’è una squadra di assessori uscita malconcia dall’ultimo rimpasto di giunta in occasione del quale le sono state sottratte le deleghe più pesanti in termini di visibilità e di risorse economiche (i Servizi Sociali e i Lavori Pubblici, finiti nelle mani di due fedelissimi di Vignali), che mi pare sia traino nella guida dell’amministrazione comunale sui temi principali della città, a partire, per l’appunto, da quello della metropolitana.
Il PDL prosegue così nella tradizione del low profile che aveva caratterizzato la sua presenza nelle giunte di Ubaldi. Ma se allora quello era un nascondimento che trovava una sua “giustificazione” perché tattico e strumentale ad enfatizzare il carattere civico dell’alleanza e ad occultare una presenza considerata imbarazzante ed incompatibile con la storia politica di Parma come quella di Forza Italia, oggi questo tran tran pare più determinato da un’iniziativa politica che se c’è è estemporanea da parte di alcuni assessori e comunque poco riconoscibile, e da un conseguente ripiegare sul sindaco Vignali che ha dimostrato di avere il “rimpasto facile” e per questo è da assecondare senza star lì a fare troppa politica.
Sostenere, come fanno alcuni, che il sindaco civico Vignali sia in balia degli alleati del PDL vuol dire davvero avere poca conoscenza di come vanno le cose in Comune… e pure nel partito del PDL dove è noto anche ai sassi quanto sia stato “influente” Vignali nella scelta dei vari commissari del PDL in questi anni… e non solo in quella. E sì, perché essere colui che tiene i rapporti diretti con Berlusconi e Gianni Letta, soprattutto in un partito verticistico (per non dire personale) come quello dei berlusconiani, è elemento decisivo… forse l’unica cosa che conta.
Anche sul fronte delle nomine negli enti del Comune di Parma mi pare che il pallino sia saldamente nelle mani del sindaco Vignali che piazza i suoi uomini senza farsi troppi riguardi. Per non farla lunga mi limito a citare solo l’ultima nomina, la più importante, quella nella società STT (Società di Trasformazione del Territorio), la holding che raggruppa tutte le società del Comune, alla cui guida il sindaco ha scelto un suo fedelissimo Andrea Costa, ben guardandosi dall’optare per un berlusconiano.
Se proprio vogliamo dire che nella maggioranza in Comune c’è qualcuno in ostaggio, beh, questo non è sicuramente Vignali, sul quale sono altri i poteri in grado di fare pressione.
In provincia la situazione è ancora peggiore che in città, dove almeno il PDL riesce a vincere le elezioni sia pur appoggiando candidati altrui, perché c’è un’evidente carenza di classe dirigente, che quando va bene è il residuato di quella della vecchia Democrazia Cristiana, quando va male fanno fatica a riempire le liste. Una debolezza che non attesto io ma che è dimostrata dalle ripetute sconfitte alle elezioni comunali, anche nei tanti comuni dove il voto politico premia il centrodestra, dove la sostituzione sulla scheda della faccia di Berlusconi con quella degli esponenti locali del PDL ha esiti elettorali nefasti. Ovviamente con le dovute eccezioni, in particolare quelle di Noceto, Medesano e Zibello.
A dire il vero da quando si è insediato il nuovo coordinatore Villani e grazie al buonsenso e alla disciplina portati dentro al PDL dagli ex di AN, qualche segnale di tregua e di inversione di tendenza si è notato, tanto sulla visibilità e organizzazione del partito quanto sui responsi delle urne con le recenti vittorie alle comunali di Fidenza e Torrile sulle quali però, senza nulla togliere ai candidati Cantini (guardacaso comunque non un berlusconiano) e Rizzoli, credo abbiano inciso, e non poco, le spaccature del centrosinistra locale.
Ma penso proprio che un partito che a Parma ha il 30% dei voti a qualcosa in più di questo possa e debba ambire. Non fosse altro per amor proprio.
Andrea Marsiletti
MA Space, lo Spazio del direttore Marsiletti Andrea