“Philly. La città dell’amore fraterno”

SMA MODENA
lombatti_mar24

03/08/2012
h.10.00

Intervista allo scrittore parmigiano Lorenzo Lasagna che presenterà il romanzo “Philly. La città dell’amore fraterno” (casa editrice Epika) domenica 5 agosto a Salsomaggiore Terme durante il Festival Diciottoeventi organizzato dalla città termale.

Dopo due anni di attesa dall’uscita di “Cinque e una notte”, Epika Edizioni ha pubblicato nelle settimane scorse il tuo ultimo lavoro letterario. Parlaci della sua genesi e dalle motivazioni che ti hanno spinto a realizzarlo.
Da tempo, come lettore, sono molto incuriosito dalla non-fiction, un genere che in un momento di grande stanchezza dei linguaggi narrativi ritengo invece sorprendentemente vitale. Un po’ come accade nel cinema, dove è il documentario ad essere oggi la forma espressiva più interessante. Negli ultimi anni sono state pubblicati opere di non-fiction (un tempo li avremmo chiamati reportage, in modo riduttivo), che non hanno nulla da invidiare alla migliore narrativa propriamente detta: penso ad American ground di Langewiesche o al recente Lungo la via incantata di Robert Blacker. Viaggiando spesso, ho colto l’occasione per scrivere anch’io un libro che non fosse un semplice diario di viaggio, ma neppure un racconto. Un libro in cui una città in carne ed ossa, Philadelphia, si confrontasse con l’idea e con le migliaia di racconti che da secoli si susseguono su quella stessa città. Nasce così Philly. La città dell’amore fraterno (uscito nelle librerie lunedì 16 luglio 2012, per i tipi della vivace e meritevole Epika edizioni, ndr).

Come si compone questo tuo ultimo lavoro intitolato: Philly. La città dell’amore fraterno?
“Semplificando, Philly è composto di quattro brevi storie. La prima riguarda una leggenda molto cara agli americani appassionati di teorie del complotto (e ripresa anche da un film del 1984), una leggenda seconda per popolarità solo all’incidente Ufo di Roswell: L’esperimento di Philadelphia, appunto.
In sostanza, si tratta di un esperimento segreto che si sarebbe svolto nel cantiere navale della città nel 1943. Quel giorno, una nave da guerra si sarebbe smaterializzata e avrebbe viaggiato in avanti nel tempo. Ovviamente parliamo di una atroce sciocchezza dal punto di vista scientifico, ma anche di un racconto appassionante e molto emblematico della cultura americana.
Il secondo capitolo riguarda invece una partita di baseball, il gioco che forse più di ogni altro descrive l’anima della società americana (per lo meno quella dell’America East Coast). Non si tratta di una partita qualunque, ma di una partita perfetta, un avvenimento quasi irripetibile. In 130 anni si sono disputate solo 22 partite perfette, e questo conferisce all’evento un senso di magia che in fondo è strettamente connaturato al gioco stesso del baseball e ai suoi rituali.
Il terzo capitolo è dedicato al legame tra Philadelphia e il Cinema. Ci sono almeno tre film che saltano subito alla mente. Il primo è probabilmente Rocky (un film – rivisto oggi – degno persino di una rivalutazione sul piano formale: bellissima la fotografia, ad esempio). Poi c’è l’omonimo Philadelphia, con Tom Hanks, Denzel Washington, e la strepitosa colonna sonora con Bruce Springsteen e altri. E c’è il Sesto Senso, la pellicola noir con Bruce Willis nei panni di uno psicologo. Da quest’ultimo film ho preso spunto per descrivere la Philadelphia che non vediamo, il doppio oscuro e inquietante della città storica e monumentale. Credo che sia stato utile aggiungere questo capitolo almeno quanto è fondamentale inserire le ombre in un’immagine fotografica. “Vedo persone morte”, il titolo che ho scelto per il terzo racconto, è la frase pronunciata dal piccolo protagonista del film, e al tempo stesso è un apertura verso la parte nascosta della città di Philadelphia.
Il quarto e ultimo racconto è tratto dalla mia visita al museo d’arte di Philadelphia, quello – per intenderci – sulla cui lunga scalinata si allenava Stallone prima dell’incontro contro il temuto Apollo Creed.

Quando tornerai di nuovo negli Usa?
Quest’anno non ce l’ho fatta. Nel 2013 tornerò. Magari a New York, o nel New England. Chissà.

Non ti senti dopo tanti viaggi in quella parte degli States di andare a scoprire i luoghi del caldo West?
Succederà. La frontiera è sempre ad Ovest…

Ti stai convertendo alla cultura americana?
Mi sono convertito una quindicina di anni fa. Sino ad un certo punto della mia vita, il rapporto con gli Stati Uniti è stato condizionato in negativo da una forte pregiudiziale ideologica. Ero un giovane comunista, sai come vanno queste cose… Maturando, però, ho dovuto arrendermi al fascino e all’influenza che la cultura americana ha su noi tutti. Parafrasando le parole di Bendetto Croce sul Cristianesimo, non possiamo non dirci Americani… Philly forse è anche un mio piccolo omaggio all’America.

Dove lo si può trovare?
Nelle librerie italiane e sul web (anche in formato elettronico).

Che letture hai da consigliare a chi partirà per le vacanze?
Posso dirti cosa ho letto nella mia settimana di mare: La vita breve di Juan Carlos Onetti, Il Tenente Sturm di Ernst Junger, il già citato Lungo la via incantata di William Blacker, e McQueen Boulevard del giovanissimo scrittore parmigiano Paolo Amir Tabloni.
Quindi l’augurio che faccio ai nostri amici lettori è quello di venire ad incontrarti domenica 05 agosto dalle ore 18.00 all’evento organizzato dal comune di Salsomaggiore Terme ormai da più di un lustro, dal titolo “Diciottoeventi” in piazza Libertà nell’omonima città termale. L’occasione sarà un modo divertente di offrire al pubblico la possibilità di interagire dialogando con scrittori, intellettuali, attori, sceneggiatori, …
Lo scopo è trasformare la divulgazione culturale in vero e proprio spettacolo.
Per maggiori informazioni visitate: http://www.diciottoeventi.net/diciottoeventi/index.php

Tommaso Villani