“San Valentino non vale per tutti”

13/02/2009
h.12.10

“San Valentino NON Vale Per Tutti” è il titolo dell’iniziativa organizzata per il pomeriggio del 14 febbraio in Piazza Garibaldi da giovani CGIL e UdU, con l’obiettivo di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema della mancanza di riconoscimenti e di tutele delle coppie considerate “di fatto” nel nostro Paese.
I giovani CGIL e UdU credono che in uno stato laico, moderno e democratico la società debba essere basata sul riconoscimento dei fondamentali diritti della persona, tra cui la libertà di manifestare le proprie sensibilità sessuali. Il superamento di forme di discriminazione, di carattere razziale, religioso, politico e sessuale è sancita nella Costituzione Italiana e nella Dichiarazioni Universale dei Diritti dell’Uomo.
La società odierna, nelle sue variegate componenti e nelle sue realtà più deboli e svantaggiate, necessita di strumenti che tutelino questi principi. In Italia non vi è status giuridico che riconosca un legame alternativo al matrimonio.
Nel nostro Paese, infatti, molte coppie non hanno diritti e riconoscimenti da parte dello Stato perchè non possono o non vogliono accedere all’istituto del matrimonio. Lo Stato Italiano accusa arretratezza e miopia politica rispetto al resto dell’Europa, dove quasi tutti i Paesi prevedono varie forme di riconoscimento: ad esempio in Francia i PaCS dal 1999, in Spagna il matrimonio tra coppie dello stesso sesso dal 2005, in Danimarca le unioni civili già dal 1989.
Allora: se è vero che tutti i cittadini dell’Unione Europea dovrebbero avere gli stessi diritti, perché l’Italia non ha ancora provveduto?
Nonostante gli inviti pressanti del Parlamento Europeo alla parificazione dei diritti delle coppie, paesi come il nostro hanno deciso di far scomparire dalla propria agenda politica e dal dibattito pubblico queste tematiche.
É un problema che nel nostro Paese da lungo tempo attende una risposta: è venuto il momento di costruire una società moderna e plurale nelle forme di convivenza.
La politica deve farsi carico di chi, non essendo riconosciuto, si sente emarginato e tormentato dalla mancanza di accettazione da parte delle istituzioni. Rispetto a questo tipo di società chiusa che la nostre classe dirigente vorrebbe, basata sulla contraddizione e sull’esclusione sociale, l’Italia è chiamata a voltare pagina. Vorremmo che si concepisse una società plurale nei valori e nelle appartenenze, ma unitaria e solidale nella garanzie di libertà e pari dignità.
I giovani CGIL e UdU stanno già aspettando le solite critiche e hanno pronte le risposte: “Ci accusano di essere fra quelli che attaccano il matrimonio tradizionale ma non siamo per la rimozione dei diritti esistenti, solo vorremmo che venissero estesi.”
“Vorremmo l’attenzione e la sensibilità che il problema merita, per tutti, da parte di tutti.”
 
Giovani CGIL Parma
UdU Parma

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