
02/08/2012
h.18.20
Ritorno con interesse sulla questione della Stu Pasubio, ripresa da alcuni organi di stampa, per informare nuovamente la città sulla situazione attuale. Da parte dell’amministrazione, anzitutto, non c’è mai stata nessuna volontà di tener nascosta la vicenda: il 3 luglio scorso, infatti, tramite comunicato stampa informammo immediatamente gli organi d’informazione sulla volontà (e sui motivi) di cedere le quote comunali della Stu (52%), rispondendo in merito anche alle domande dei giornalisti durante conferenza stampa del 6 luglio; ancor prima, il giorno 27 giugno ci fu un’intervista in merito a Tv Parma, nella quale confermai la volontà di vendere tali partecipazioni comunali; lo stesso giorno il quotidiano Polis titolò in prima pagina “Stu Pasubio, sì alla vendita. Il sindaco sposa la decisione del commissario Ciclosi”.
La volontà poi di procrastinare al mese di ottobre il termine per la vendita delle quote pubbliche della società, per poter rivedere gli aspetti tecnici e finanziari con maggior parsimonia, e senza la frenesia di dover fare tutto subito, fu letto in senso positivo sia dalla Commissione Audit per l’indagine sul debito pubblico, che dallo stesso Capogruppo Pd Nicola Dall’Olio.
Sulla base dell’ampia pubblicità che ne facemmo, dunque, stupisce il fatto che oggi si affermi che l’azione sia stata attuata in tutta fretta e volutamente in silenzio. Perciò riteniamo legittimo, democratico e sacrosanto criticare o discutere nel merito delle nostre azioni politiche, ma non accettiamo implicite offese sulla nostra condotta, spacciata per poco trasparente o passibile di sospetto. Rispondo inoltre che torneremo con determinazione sulla questione confrontandoci con il Consiglio Comunale, organo di controllo, proprio perché riteniamo di non avere nulla da nascondere.
COSA PENSIAMO DELLA STU PASUBIO
Quello che sin da subito abbiamo sostenuto, a riguardo della questione Stu Pasubio, è che la situazione in cui versa ben rappresenta la politica di Parma degli ultimi anni: il voler sostenere costi di crescita e di produzione impossibili da tollerare per la città.
Esaminando nel dettaglio, e con ragionata accuratezza, la vicenda della Stu, convenimmo che cedere le quote di parte comunale ci portava sì ad un esiguo ricavo (180 mila euro), ma avrebbe evitato alla città un pesante danno economico, considerato il fatto che il complesso non è stato ancora ultimato, e che altresì necessita di ulteriori investimenti.
Sappiamo che il debito gravante sulla società è di 78 milioni di euro – interamente finanziato da un istituto bancario -, e sappiamo inoltre che in un periodo di incertezze economiche, quale il nostro, per il Comune sarebbe stato altamente rischioso vendere gli appartamenti della Stu per una cifra che oscilla a circa 4000 euro al metro quadro.
Quale sciagurato amministratore si sarebbe arrischiato nel mantenere le quote della Stu, pur sapendo del debito a proprio carico e delle oggettive difficoltà gravanti sul mercato immobiliare?
In sintesi la volontà di cedere le quote, in conformità con la decisione maturata dall’ex commissario Ciclosi, è stata presa per evitare un danno pubblico generale e altamente probabile. Torno a ripetere infatti che le nostre idee non saranno mai conformi a quella politica di grandiosità effimera e di insostenibilità economica, spacciata per pura sostenibilità, che tanto ha contraddistinto le azioni politiche della passata amministrazione”.
Il sindaco
Federico Pizzarotti
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02/08/2012
h.11.50
I Revisori dei Conti confermano: non sono mai stati consultati per il parere, obbligatorio, sulle delibere del Commissario e di Giunta.
In totale mancanza di trasparenza, la competenza palese del Consiglio a discutere e decidere è stata sottratta in modo illegittimo.
La Giunta Pizzarotti vuole evitare parlare della Stu Pasubio, e si tenta di cancellare tutte le vicende degli ultimi anni, compreso l’indebitamento e i poco chiari rapporti pubblico-privati.
Come: cercando di svendere tutte le quote comunali, prodotte con soldi pubblici dei cittadini ma anche di stato e regione. Di colpo l’intera operazione non ha più rilevanza pubblica, si chiude così.
Un patrimonio comunale di almeno di decine di milioni di euro svenduto per quattro miseri milioni, pagabili peraltro in opere, scontando crediti.
Tutto questo dichiarando adesso che quel patrimonio di appartamenti e negozi non è vendibile, mettendo nero su bianco che 3850 euro/mq. sono un costo fuori mercato stimando che nella zona si posso raggiungere esagerando i 2700 euro/mq.
Di tutto questo rimane la domanda: perchè non se ne deve discutere, perchè tutto questo deve sparire in fretta?
Rimane ormai evidente l’illegittimità delle delibere, per mancanza di parere dei revisori, e per la delibera di Giunta la chiarissima illegittimità per competenza avendo lo stesso Comm. Ciclosi deliberato sullo stesso argomento in precedenza “con i poteri del consiglio”.
In attesa delle verifiche dei revisori, che solo ora apprendono ufficialmente della vicenda, ribadisco che se non verrà ritirata l’illegittimità della Giunta tutto sarà trasmetto, sul serio, alla Corte dei Conti organo di controllo dell’attività amministrativa.
Certo non una bella pagina di “trasparenza e partecipazione” nelle decisioni comunali, al contrario il tentativo di nascondere tutto e chiudere in fretta un brutta grana.
Niente di diverso nel modo di governare rispetto al passato.
Massimo Iotti
Consigliere Comunale
Vice-Presidente Consiglio