Torna l’albero di Natale “perfetto” di una Parma sempre più frivola (di Andrea Marsiletti)

Alla fine i parmigiani avranno il loro albero di Natale in piazza Garibaldi “perfetto”.

Nel fuoco di fila di “indignazione” sui social per l'”albero dimezzato”, perchè mutilato da una tempesta, come aveva annunciato, il Comune di Parma ha provveduto a restaurare la pianta aggiungendo e allungando i rami con i chiodi [vedi foto sotto].

Grazie a Dio, quindi, non ci saranno più quei difetti che così urtavano la sensibilità del parmigiano medio abituato a concepire la visione del Natale secondo i modelli della pubblicità, con l’albero ad alto fusto imponente, rigoglioso, simmetrico, ornato di luci scintillanti e di palle dorate.

Quell’albero mozzato, comunque destinato al taglio all’interno di una foresta sostenibile, diverso, imperfetto, appariva impresentabile all’occhio del parmigiano medio, fin inconcepibile dalla sua mente.

Al punto in cui si era giunti, quell’albero anomalo, sofferente e deriso, che ha resistito alla tempesta, avrebbe potuto lanciare un messaggio di accettazione delle diversità e di inclusione, e meritato di rappresentare il Natale della città, non di essere cammuffato e inchiodato, mentre invece inscenerà la solita immagine trita e ritrita del Natale dei panettoni. [leggi: A Gesù piacerebbe l’albero in Piazza Garibaldi, diversamente natalizio]

Volendo allargare lo sguardo, questa è una città, per la sua stragrande maggioranza, che da tempo è disinteressata a tutto ciò che coinvolge la Comunità, a cui non gliene frega nulla, ad esempio, se il suo aeroporto rischia di chiudere, non gliene frega nulla se avessero fatto un aeroporto solo cargo, non gliene frega nulla delle cementificazioni speculative piuttosto che delle infrastrutture mancate, o se ci sono persone che a Natale dormono per strada, ma se gli tocchi i canoni estetici dell’albero natalizio che gli hanno inculcato il cinepanettoni di Christian De Sica va fuori di testa, sale in cattedra e si scatena sui social.

E’ il ruggito di una città, purtroppo, sempre più anaestetizzata, disimpegnata e frivola.

Andrea Marsiletti

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